Il Grande Buco Blu del Belize scoperto da Jacques Cousteau ed esplorato da suo nipote Fabien
La misteriosa dolina del mar dei Caraibi ci mette in guardia contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento
Il Grande Buco Blu del Belize scoperto da Jacques Cousteau ed esplorato da suo nipote Fabien
La misteriosa dolina del mar dei Caraibi ci mette in guardia contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento
In una delle sue emozionanti spedizioni marine compiuta nel mar dei Caraibi nel 1971, il grande Jacques Cousteau, a bordo della sua Calypso, ci ha descritto quello che lui stesso ha definito “il più grande sito di immersioni del mondo”. Si tratta del “Great Blue Hole“, il “Grande Buco Blu”, una dolina larga 320 metri e profonda 122 che si trova ad una 40ina di miglia al largo della costa del Belize, nel mar dei Caraibi, proprio nel cuore di quella stupenda barriera corallina denominata Lighthouse Reef dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Il Great Blue Hole non è solo un paradiso per i subacquei, in particolare per coloro che amano immergersi con gli squali, ma anche un libro aperto di geologia che ha rivelato agli scienziati importanti informazioni sull’ultima glaciazione. La cavità infatti si è formata tra i 150 mila e i 15 mila anni fa, quando la zona non era ancora stata invasa dal mare.
Il Grande Buco Blu è salito agli onori delle cronache nel 2010, quando il campione del mondo di apnea Guillaume Nery ci si immerse per girare il film “Free Fall” che, come si dice, è diventata una pellicola di culto per tutti gli appassionati del mondo sommerso.
Recentemente, la dolina più famosa del mondo, è stata oggetto di un’altra celebre esplorazione, quella di Fabien Cousteau, il nipote di Jacques. L’impresa è stata finanziata dall’imprenditore inglese Richard Branson, noto per aver fondato il Virgin Group, ed è stata condotta grazie a sofisticate apparecchiature sonar ed a un modernissimo mini sommergibile a tre posti.
L’obiettivo della spedizione, che è stata trasmessa in diretta su Discovery Channel nel 2018, è stato quello di mappare la dolina e studiare la conformazione dei quattro grandi gradini che scendono verso il fondo del Blue Hole. Gli esploratori sono riusciti a raggiungere il fondo della dolina e ad entrare in una caverna sommersa coperta da un “bosco” di stalattiti lunghe 5 o 6 metri.
“Abbiamo verificato che l’innalzamento del livello del mare non è un processo graduale – ha dichiarato Branson – ma può avvenire drammaticamente. Nel momento dell’ultimo massimo glaciale che si è concluso circa 14.000 anni fa, il livello del mare è salito improvvisamente di 100 piedi in un solo secolo”.
In altre parole, il Great Blue Hole è la prova geologica di come il livello del mare possa alzarsi in maniera catastrofica in pochi anni, sommergendo intere regioni costiere. “Scendere lungo il Blue Hole – ha sottolieato il fondatore della Virgin – è stato uno dei più forti moniti al pericolo dei cambiamenti climatici che abbia mai visto”.
Un monito contro i cambiamenti climatici ma anche contro l’inquinamento. Il fondale del Great Blue Hole che è apparso davanti agli occhi egli esploratori, infatti, era tristemente coperto da bottiglie e da altra plastica trascinata giù dalle correnti. L’inquinamento è arrivato prima degli esploratori.
Foto tratta dal sito Lonely Planet
Argomenti: Daily Nautica