Rogantin a DN: “Con BIIM abbiamo dimostrato che è possibile integrare diesel-elettrico-idrogeno”
Intervista a Francesco Rogantin, dello studio Names, progettista di BIIM, il Battello Ibrido Innovativo Modulare che funziona anche a idrogeno e usa materiali ecosostenibili
Intervista a Francesco Rogantin, dello studio Names, progettista di BIIM, il Battello Ibrido Innovativo Modulare che funziona anche a idrogeno e usa materiali ecosostenibili
Francesco Rogantin, dello studio NAMES, è il progettista del BIIM, il Battello Ibrido Innovativo Modulare varato il 31 marzo nel porto di Lavagna.
BIIM è un battello realizzato con materiali ecosostenibili, con propulsione diesel e motore elettrico collegato alla linea propulsiva tramite trasmissione ibrida innovativa, batterie al sale e fuel cell. Oltre ad operare con due motori diesel da 100 kW, può navigare in modalità ibrida grazie a due motori elettrici da 30 kW, consentendo la conduzione del battello in modalità full electric, silenzioso e con zero emissioni. I due motori elettrici sono alimentati da batterie al sale e da fuel cell alimentate da idrogeno stoccato in serbatoi a idruri metallici.
L’imbarcazione, con una lunghezza fuori tutto di 13 metri, ha scafo e sovrastruttura in legno con rivestimento in fibre e resine naturali. A raccontarci le caratteristiche di questo battello innovativo è stato lo stesso Rogantin.
Ingegnere, com’è nata l’idea iniziale che ha portato al progetto di BIIM?
Abbiamo deciso di partecipare ad un bando di gara indetto dalla Filse, avendo già da tempo l’idea di progettare un battello “green” che potesse essere utilizzato per scopi diversi da quelli della nautica da diporto. Così abbiamo iniziato a raccogliere le idee e costituire il team che ha poi sviluppato il progetto nel suo complesso.
Insieme a Bluenergy Revolution, con cui siamo partiti all’inizio pensando di applicare le tecnologie dell’idrogeno per la produzione di energia, abbiamo coinvolto il cantiere Costruzioni Navali Tigullio, Vulkan, Imars e Duferco, che con entusiasmo hanno da subito raccolto l’invito.
Quali sono gli utilizzi principali pensati per BIIM?
Come dice il nome stesso (BIIM sta per Battello Ibrido Innovativo Modulare), abbiamo pensato a diversi utilizzi sempre nell’ambito del lavoro, quali trasporto personale, diving, trasporto merci. Quindi l’impostazione è stata quella di prevedere ampi spazi per questi possibili utilizzi, ed anche la possibilità di montare apparecchiature diverse a seconda delle necessità.
Pensate di realizzarne altre versioni per scopi differenti?
Il BIIM sta già mostrando molto interesse, non nascondo che divere realtà si sono già fatte avanti per valutare il progetto e discuterne il possibile uso in ambiti differenti.
È prevista una realizzazione in serie?
Ad oggi non ancora. Siamo solo al varo di un prototipo in cui sono state montate tecnologie molto ambiziose. Per cui siamo ancora nella fase di verifica e valutazione del progetto, che comunque ci ha già dato molte soddisfazioni dopo la campagna di prove.
La tecnologia che avete messo a punto, diesel–elettrico–idrogeno, potrebbe trovare impiego in qualche altro campo?
L’automotive è il settore che, ovviamente, investe di più in queste tecnologie. Per noi lo scopo principale del progetto era dimostrare che è possibile al giorno d’oggi integrare queste tecnologie, seppur testandole in un battello di piccole dimensioni, ed ottenere come risultato una navigazione più ecosostenibile, confortevole e sicura. Ovviamente speriamo venga presto il giorno in cui si potrà applicare il risultato del nostro studio anche su imbarcazioni da diporto.
Parliamo di energie rinnovabili. Secondo lei a che punto siamo in Italia con il loro utilizzo?
Parlando di nautica, purtroppo siamo ancora molto indietro. A mio parere il punto più carente sono le infrastrutture per i rifornimenti, che frenano la diffusione delle nuove tecnologie, sia che si tratti di energia elettrica, gas e idrogeno ovviamente.
A parte la propulsione, la sostenibilità si insegue anche utilizzando materiali eco-friendly, come avete fatto voi. Secondo lei quale sarà il nuovo standard di sostenibilità a bordo in termini di materiali?
Vedo finalmente un’attenzione nuova su questo punto, soprattutto da parte di grandi gruppi. Oltre alla collaborazione con il cantiere Castagnola, che realizza imbarcazioni in legno, abbiamo in progettazione una nuova serie di imbarcazioni dai 60 agli 80 piedi, che prevede l’utilizzo di materiali green come il PET, resina ecologiche, ed altri materiali mai usati in precedenza nella nautica. Questo, unitamente allo sviluppo di piattaforme di carena più efficienti, contenimento del peso e sistemi propulsivi nuovi, potrà veramente cambiare il nostro mondo.
Argomenti: Daily Nautica