Finale (ma non classifica) a sorpresa per la Défi Atlantique: italiani protagonisti del podio
Le ultime ore di regata non intaccano la classifica finale: Ian Lipinski (Crédit Mutuel) vince la regata, Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) secondo, Alberto Bona (Ibsa) conclude terzo.
Le ultime ore di regata non intaccano la classifica finale: Ian Lipinski (Crédit Mutuel) vince la regata, Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) secondo, Alberto Bona (Ibsa) conclude terzo.
Che le ultime ore della seconda tappa della transatlantica Défi Atlantique sarebbero state avvincenti, ce l’eravamo già immaginato, guardando le rotte dei 13 Class 40 in gara a poche miglia dall’arrivo a La Rochelle. E la suspence è stata degna dell’attesa, con un arrivo a sorpresa nella cittadina francese in prima posizione di Everial di Erwan Le Draoulec, Stan Thuret, Marie Kell De Cannart e Pep Costa, che, con un ultimo bordo a Nord del resto della flotta, ha vinto la scommessa imposta dalla lotteria dei diversi routage previsti.
La classifica finale della regata, però, grazie al calcolo dei tempi della prima e della seconda tappa, ha consolidato le aspettative createsi a Horta. Ian Lipinski (Crédit Mutuel), a bordo insieme ad Antoine Carpentier e Rémi Fermin, con un quinto posto finale nella seconda tappa, ha riportato la vittoria finale della Défi Atlantique. Il resto del podio, invece, è rimasto saldamente in mano ai due equipaggi italiani in gara, protagonisti temibili sin dalla partenza dai Caraibi. Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli), a bordo insieme ad Alberto Riva e Gianluca Guelfi, era partito in seconda posizione da Horta con un distacco da colmare da Lipinski di 1 ora e 56 minuti.
Arrivato quarto a La Rochelle, consolida il secondo posto in classifica generale in questa regata “strategicamente e sportivamente molto difficile, piena di insidie e trappole”. Alberto Bona (Ibsa), in equipaggio insieme a Pablo Santurde de Arco e Pietro Luciani, concludendo la seconda tappa al settimo posto, ha confermato il terzo posto assoluto. “Con Ian e Ambrogio è stato un duello, un match race, una regata a vista”. Ha raccontato il torinese. “Abbiamo fatto le stesse scelte anche a Capo Finisterre, dove di fatto andare sotto costa per noi era la migliore opzione. Me la sono goduta: rivedere la costa della Galizia, dopo tanto Oceano, è stato bellissimo”.
Per tutti i marinai in gara, questa Défi Atlantique è stata un’importantissima lezione per conoscere meglio la propria barca e trarre insegnamenti per il futuro. “Essendo in equipaggio ho avuto tempo e modo di studiare meglio “Alla Grande – Pirelli”, ha raccontato Beccaria all’arrivo a La Rochelle. “Ho scoperto tanti altri suoi punti di forza e alcuni aspetti su cui si può migliorare per renderla ancora più performante”. Gli fa eco Bona: “torniamo in Europa dopo praticamente sei mesi e così tante miglia sulle spalle che mi sembra passato molto più tempo”.
Francesca Pradelli