Vendee ad alta tensione: Gabart guida in Atlantico, Stamm senza energia elettrica
Match race tra Gabart e Le Cleac'h, mentre Stamm si avvicina a Capo Horn, tra gli iceberg, con gli strumenti spenti dopo avere perso anche l'ultimo idrogeneratore
Match race tra Gabart e Le Cleac'h, mentre Stamm si avvicina a Capo Horn, tra gli iceberg, con gli strumenti spenti dopo avere perso anche l'ultimo idrogeneratore
Sono ore ad alta tensione quelle che sta vivendo il Vendee Globe 2012-2013: mentre François Gabart guida la classifica nella risalita dell’Atalantico con 58.4 miglia su Armel Le Cleac’h, la comunità velica internazionale tiene il fiato sospeso per la situazione di Bernard Stamm.
Lo skipper elvetico di Cheminées Poujoulat ha avuto dei seri problemi agli idrogeneratori che l’hanno costretto a uno stop nell’arcipelago delle Isole Auckland, nel nulla sperduto dell’Oceano Pacifico, per riparare il problema. Mentre si trovava ancorato in una baia una tempesta ha investito la zona e l’ancora del suo IMOCA 60 ha arato mettendo Stamm in una situazione molto rischiosa, costringendolo ad appoggiarsi a una nave di ricercatori russi, ancorata nella stessa baia, per evitare gli scogli. La Giuria per questa ragione lo ha squalificato, poichè Stamm avrebbe ricevuto aiuto esterno, vietato dal regolamento del Vendee, per risolvere la situazione. Una decisione che ha fatto discutere molto: Stamm ha ricevuto la solidarietà di tutti gli skipper, che all’unanimità hanno considerato la decisione troppo severa dato che lo svizzero aveva agito per la sua sicurezza e per quella della barca.
Mentre lo skipper ha chiesto la riapertura del caso portando nuova documentazione, in rotta verso Capo Horn Cheminées Poujoulat ha urtato un oggetto non identificato che ha rotto l’unico idrogeneratore rimasto funzionante a bordo: la barca è quindi a secco di energia elettrica, avendo ultimato le riserve di carburante.
Un problema estremamente grave perché senza energia Stamm non può utilizzare i piloti automatici e tutti gli strumenti di bordo. L’elvetico ha quindi attivato la modalità risparmio energetico sul suo IMOCA 60 e naviga al buio per conservare l’ultima energia elettrica per l’alimentazione dei piloti. A circa 700 miglia dall’Horn la sua situazione resta molto delicata per la vasta zona di ghiacci alla deriva sulla sua rotta: con gli strumenti spenti l’unico modo per Stamm di avvistare gli iceberg è una veglia estenuante 24h su 24. L’equipe tecnica di Cheminées Poujoulat, pur non potendo comunicare con lo skipper, sta cercando di capire in quale punto potere fare un rifornimento di gasolio: fatto che metterebbe di fatto definitivamente fuori classifica Stamm per aiuto esterno ricevuto.
Nel frattempo l’enfant prodige François Gabart, autore nelle ultime settimane di un duello storico nel Southern Ocean con Armel Le Cleac’h, risale l’Atlantico all’altezza dell’Argentina e tra circa 1000 miglia dovrebbe agganciare l’aliseo. Dietro il duo di testa Jean Pierre Dick e Alex Thomson molto staccati. Riuscirà il biondo ventinovenne da La Foret a tenere a bada la rimonta di Armel “la volpe”? L’erede di Michel Desjoyeaux sembra pronto per questa grande prova e ha già dato dimostrazione di essere uno skipper dall’estrema determinazione in ogni circostanza. La sua Macif è una barca veloce e affidabile, in grado di sviluppare performance elevatissime al lasco stretto con vento forte. Le Cleac’h ha dalla sua l’esperienza, ma queste lunghe settimane di duello con Gabart lo hanno messo a dura prova e adesso sarà anche la capacità di resistere a fare la differenza. Les Sables dista ancora per i primi oltre 5000 miglia.
Alessandro Di Benedetto sta affrontando la traversata dell’Oceano Pacifico, dopo avere avuto dei problemi agli autopiloti, che gli hanno causato la rottura di un gennaker, e delle difficoltà con l’avviamento del motore. Team Plastique è in tredicesima posizione a quasi 5000 miglia dai leader e a circa 900 da Tanguy De Lamotte, il concorrente più vicino. Di Benedetto ha navigato in sicurezza senza prendere particolari rischi, il suo obbiettivo principale è quello di finire la regata. Può farcela e ha la determinazione necessaria per raggiungere il traguardo di Les Sables: ha la mente libera dalle pressioni della classifica e può condurre la sua barca senza sforzarla eccessivamente. Indipendentemente da come andrà a finire, chapeau per tutti e buon vento fino a Les Sables.
Mauro Giuffrè
Argomenti: Daily Nautica, vela