Maxi yacht da 2,5 milioni con i fondi della Lega? Forse è a Montecarlo
Dalle ultime indiscrezioni sull’asse Milano-Genova, nell’inchiesta che porta alla luce gli illeciti compiuti dalla "banda" Belsito, compare anche l’acquisto di uno yacht da 2,5 milioni di euro sul quale Belsito risponde dal carcere di San Vittore di "non saperne nulla"
Dalle ultime indiscrezioni sull’asse Milano-Genova, nell’inchiesta che porta alla luce gli illeciti compiuti dalla "banda" Belsito, compare anche l’acquisto di uno yacht da 2,5 milioni di euro sul quale Belsito risponde dal carcere di San Vittore di "non saperne nulla"
A un anno dalla deflagrazione dello scandalo Lega, quando Francesco Belsito, allora sottosegretario alla Semplificazione normativa, fu indagato per lo sperpero di soldi pubblici, i risvolti dell’indagine continuano a riempire le pagine di cronaca.
Risale a due giorni fa l’ultima indiscrezione dell’indagine sull’asse Milano-Genova: secondo il gip Gianfranco Criscione un maxi yacht da 2,5 milioni di euro, sarebbe stato comprato con l’appropriazione indebita dei fondi del Carroccio, in particolare, Riccardo Bossi, figlio della prima moglie di Umberto, lo avrebbe a suo tempo acquistato avvalendosi di un prestanome, con l’aiuto di un’ulteriore appropriazione indebita di Belsito.
Nell’ordinanza, che ha deciso l’arresto di Belsito, da parte della guardia di finanza, per associazione a delinquere, truffa aggravata, appropriazione indebita e riciclaggio, il gip fa riferimento a una nota della polizia giudiziaria del 3 ottobre scorso, dalla quale sembra chiaro che l’espulsione dalla Lega dell’ex tesoriere “ha tutt’altro che interrotto il criminoso e criminogeno rapporto tra il medesimo Belsito e Girardelli, da ultimo incentrato sulle questioni relative a uno yacht”.
Insieme a Belsito sono finiti in manette, per la stessa vicenda, l’imprenditore veneto Stefano Bonet, l’uomo degli investimenti in Tanzania, neanche a dirlo, con i soldi del Carroccio, Romolo Girardelli e un’altra persona ricercata, probabilmente fuggita all’estero.
Quale sia lo yacht, che dovrebbe battere bandiera inglese ma, soprattutto, dove potrebbe essere ormeggiato, è ancora un mistero, l’interrogatorio dell’ex cassiere è iniziato dopo le 15, al carcere di San Vittore, non l’ha chiarito: «Non sa nulla dello yacht di Riccardo Bossi», ha commentato il suo avvocato difensore, Sandro Vaccaro.
Ma notizie ancora non confermate hanno segnalato lo yacht tra Rapallo e la Costa Azzurra, precisamente nel Principato di Monaco dove potrebbe trovarsi tutt’ora.
G.S.
Argomenti: Daily Nautica, economia-&-finanza