Il designer Luca Dini a DN: “Le richieste più assurde sono un gran divertimento”
Dal 1997 lo studio di Luca Dini ha firmato 85 superyacht e altri 17 sono attualmente in costruzione
Dal 1997 lo studio di Luca Dini ha firmato 85 superyacht e altri 17 sono attualmente in costruzione
Daily Nautica ha intervistato Luca Dini, architetto fiorentino che ha firmato l’interior design di Venus, uno degli ultimi progetti del cantiere olandese Heesen Yachts. Dini, titolare dello studio Luca Dini Design&Architecure, ci racconta cosa significa lavorare in sinergia tra due gruppi di lavoro (italiani e olandesi) apparentemente molto diversi.
Ma non solo, insieme all’architetto abbiamo brevemente ripercorso la sua carriera nel mondo del design nautico, nata per passione più di 30 anni fa. Oggi lo studio è diviso a metà: una parte si occupa di superyacht, mentre l’altra si dedica al design urbano e alle più svariate soluzioni architettoniche.
Project Venus è uno dei suoi ultimi progetti: come è nata la collaborazione con Heesen Yachts?
Tra un gruppo olandese e un designer italiano il rischio era quello di non comprendersi ma invece c’è stata grandissima collaborazione, perché abbiamo unito la creatività degli italiani all’organizzazione dei cantieri olandesi. Noi abbiamo imparato tantissimo e credo anche loro. Abbiamo avuto discussioni ma tutte con l’obiettivo di raggiungere il meglio e infatti siamo riusciti a creare un team che tuttora lavora con un cervello solo.
Il suo studio dal ‘97 ha firmato 85 superyacht e altri 17 sono under construction: ha sempre avuto la passione per le barche?
Ho iniziato da ragazzino nel 1987 in uno studio fiorentino (studio di Pierluigi Spadolini). A quell’epoca in Italia gli studi che disegnavano yacht erano pochissimi, forse quattro. Lì sono rimasto per nove anni, finché alla fine del 1996 ho aperto il mio studio. Posso dire che ho sempre fatto yacht. Negli ultimi cinque anni sono arrivate proposte davvero interessanti e quindi ci siamo dovuti riorganizzare: la necessità era ampliare lo studio, che infatti è quadruplicato, per creare un unicum e cioè uno studio che fa yacht design ma che si muove anche nel mondo del residenziale, dell’hospitality e dell’architettura in generale.
Che rapporto si instaura con il cliente? Lascia a voi professionisti carta bianca oppure vi cerca già con un’idea di quello che vorrebbe?
Carta totalmente bianca mai. Da parte del cliente arriva sempre un suggerimento o un’idea ed è giusto così. Noi dobbiamo essere al servizio del cliente e allo stesso tempo guidarlo verso il bello, senza dimenticarci di guardare al futuro. Personalizzare troppo uno yacht, ad esempio, non è sempre l’ideale anche se di fatto si raggiunge l’obiettivo del cliente. Barche troppo personalizzate si rivendono con difficoltà considerando che gli yacht si cambiano piuttosto frequentemente e non ogni 30 anni. L’occhio verso il futuro è fondamentale proprio per non creare un disagio al cliente.
Quali sono state le richieste più assurde da parte di un armatore?
Abbiamo avuto un armatore con tre fidanzate in contemporanea che desiderava un letto da quattro. Glielo abbiamo realizzato ed è stato un gran divertimento! Le richieste sono le più svariate, ci hanno anche chiesto dei sommergibili a bordo. Se possiamo andiamo dietro ai clienti cercando di accontentarli anche perché queste stranezze piacciono a me per primo e solo in questo mondo.
Siamo in un momento in cui si spinge molto sull’economia green: in che modo il vostro studio sta rispondendo a questa tendenza?
È un argomento delicato al centro dell’attenzione. Io sono per i piccoli passi senza grandi proclami. Se ad esempio in ogni studio ognuno facesse la raccolta differenziata, decidesse di sostituire la plastica con bottiglie di vetro, come abbiamo fatto noi, sarebbe un buon inizio. Se si iniziasse quindi a limitarsi al proprio orticello, si comincerebbe tutti a stare meglio.
Il vostro studio è uno dei pochi che utilizza i marmi per gli interni?
I marmi a bordo si utilizzano da tanto tempo e possiamo contare su una tecnologia di supporto che ci permette di sfruttarli al meglio. Il marmo è quel materiale che eleva immediatamente l’ambiente a un livello più alto. Fa parte di quei materiali nobili e preziosi che, se dosati e messi nei punti chiave, portano l’ambiente ad uno standing superiore.
Video di Riccardo Molinari
Argomenti: Daily Nautica, superyacht