Progetto “Proteus”: la stazione spaziale sottomarina
Costruito 20 metri sotto la superficie del mare, "Proteus" è un moderno habitat sottomarino in cui si riuniranno scienziati, innovatori e privati cittadini per studiare l'ambiente oceanico
Costruito 20 metri sotto la superficie del mare, "Proteus" è un moderno habitat sottomarino in cui si riuniranno scienziati, innovatori e privati cittadini per studiare l'ambiente oceanico
Fabien Cousteau è figlio di Jean-Michel e nipote del grande Jacques, una dinastia con l’acqua salata nelle vene. Subacqueo, attivista per l’ambiente marino, videomaker e regista di incredibili documentari legati al mondo sommerso, ha speso la vita per la salvaguardia del mare e la comunicazione al grande pubblico.
Il suo ultimo progetto è “Proteus“, un moderno habitat sottomarino, una “stazione spaziale internazionale” costruita 20 metri sotto la superficie del mare, al largo dell’isola caraibica di Curaçao. In questo nucleo abitativo e di ricerca, in cui si potrà vivere per lunghi periodi di tempo, si riuniranno scienziati, innovatori e privati cittadini per studiare l’ambiente oceanico.
Oltre a laboratori scientifici all’avanguardia, alloggi e un giardino sottomarino per la produzione alimentare, Proteus includerà una struttura di produzione video su vasta scala, per fornire streaming live per la ricerca e la programmazione educativa. Proteus Ocean Group e NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) hanno recentemente firmato un accordo formale per l’utilizzo di questa straordinaria stazione degli abissi.
“Su Proteus – ha spiegato Fabien Cousteau – avremo un accesso illimitato all’oceano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, rendendo possibili studi a lungo termine con continue osservazioni e sperimentazioni umane. Con la collaborazione del NOAA, le scoperte che possiamo fare, in relazione a rifugi climatici, super coralli, farmaci salvavita, dati microambientali legati agli eventi climatici e molto altro, saranno davvero rivoluzionarie. Non vediamo l’ora di condividere queste storie con il mondo”.
Il medesimo entusiasmo è stato mostrato anche dall’ente statunitense che lavora per il monitoraggio e la salvaguardia degli oceani. “Questa partnership – ha affermato Jeremy Weirich, direttore del NOAA Ocean Exploration – ha il potenziale per espandere notevolmente le nostre capacità nello studio dell’oceano. Vivendo sott’acqua per lunghi periodi in questo nuovo laboratorio oceanico, saremo in grado di svelare i misteri marini, in modo da poter gestire meglio, utilizzare in modo sostenibile, proteggere e apprezzare le sue risorse”.
Il progetto è stato ritenuto talmente importante e innovativo che oggi è entrato in scena un nuovo attore, firmando un accordo di cooperazione per la ricerca e lo sviluppo: si tratta del NUWC (Naval Undersea Warfare Center), ovvero i militari.
“La divisione NUWC Newport – ha dichiarato il dottor Jason Gomez, Chief Technology Officer di NUWC Newport – ha oltre 150 anni di esperienza nello sviluppo di tecnologie sottomarine, tra cui Ocean & Biological Inspired Sciences. Collaboriamo attivamente con altre organizzazioni per rendere disponibili all’uso queste competenze e tecnologie sia nel settore pubblico che in quello privato. Siamo molto entusiasti di collaborare con Proteus ed esplorare l’uso degli habitat per scopi di ricerca”.
“Accogliamo con favore – ha concluso Cousteau in un’intervista – l’esperienza e la collaborazione di NUWC e l’opportunità di vedere come le tecnologie derivate dalla ricerca della US Navy possono essere utilizzate per applicazioni civili. Partnership importanti come questa sono fondamentali per garantire un percorso sicuro e protetto, mentre lavoriamo insieme per far progredire l’esplorazione degli oceani, ora e in futuro”.
Siamo davvero convinti che una cooperazione fra il settore pubblico, quello privato e quello militare possa mettere insieme i migliori cervelli, le più innovative tecnologie e soprattutto i fondi necessari per ricerche avanzate e avveniristiche come questa, finalizzate alla salvaguardia degli oceani e delle creature che ci vivono. Almeno è quanto ci auguriamo. Per maggiori informazioni sul progetto, si può visitare il sito di Fabien Cousteau oppure guardare questo straordinario filmato.
Fonte foto: Wikipedia
Argomenti: Daily Nautica