L’inarrestabile invasione dei granchi blu
Nelle acque dell’Adriatico una nuova e voracissima specie di crostaceo competitor sta soppiantando i tradizionali granchi verdi
Nelle acque dell’Adriatico una nuova e voracissima specie di crostaceo competitor sta soppiantando i tradizionali granchi verdi
Il suo nome scientifico è Callinectes sapidus ma tutti lo conoscono come “granchio blu”. Sul litorale di Venezia era presente già da qualche anno e aveva lentamente preso il posto dei tradizionali “gransi pori”, i granchi verdi da sempre protagonisti della tavola veneziana nelle due versioni classiche: “masaneta” col carapace duro da far lesso e “moeca”, nel periodo della muta e col carapace molle, da friggere in padella.
L’espansione del granchio blu nel Mediterraneo, dove è arrivato verso la metà del secolo scorso stabilendosi inizialmente nella costa africana e israeliana, non è quindi una novità. Nessuno però si aspettava l’inarrestabile invasione registrata in questi mesi estivi soprattutto nelle lagune del Delta del Po, nel litorale adriatico da Ravenna a Caorle e nella laguna di Venezia, con conseguenti ed incalcolabili danni all’ecosistema marino. Basta recarsi al Lido nelle prime ore del mattino per assistere allo spettacolo di decine e decine di bagnanti armati di retino (i più prudenti anche con spessi guanti da lavoro perché il granchio blu possiede delle chele mica da ridere) che riempiono interi secchielli di questi invasivi crostacei, i cui esemplari più grossi arrivano a superare i venti centimetri, zampe escluse.
Il lato positivo dell’invasione di questa specie alloctona, infatti, è che questi granchi sono commestibili. Anzi, diciamo pure che sono molto saporiti. Alcuni ristoranti veneti li hanno già messi nel menu e un pastificio padovano ha già messo in commercio i primi “tortelloni al granchio blu”. Ma per il resto c’è poco da stare allegri di fronte all’invasione di questa specie particolarmente vorace che rischia di scombinare tutto l’ecosistema adriatico e di far scomparire altre specie animali come, ad esempio, i tanti tipi di vongola che arricchiscono il nostro mare. Senza contare le ricadute sulle altre specie sessili e pelagiche dell’Adriatico, uno dei mari con maggior biodiversità del globo, che sono ancora tutte da verificare.
Tema questo su cui i biologi marini dell’Università di Ca’ Foscari sono al lavoro: “Stiamo lavorando – spiega il docente di ecologia Piero Franzoi, del dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica – insieme ai pescatori nella laguna di Chioggia. Al momento dobbiamo studiare un piano di emergenza per il controllo della specie e in prospettiva capire se la pesca del granchio blu possa diventare una risorsa economica e anche una misura efficace a contenere il numero di esemplari la cui proliferazione ha effetti negativi sull’ecosistema lagunare e sul settore economico della pesca tradizionale”.
Il granchio blu è originario della costa orientale degli Stati Uniti. Nel Mediterraneo meridionale è giunto presumibilmente tramite le acque di zavorra delle navi da carico transoceaniche. Da qui si è successivamente espanso sull’Adriatico grazie alla sua straordinaria capacità di resistenza alle temperature elevate e di adattamento alle variazioni di salinità. Non ha nemici naturali se non se stesso: il granchio blu infatti è un animale cannibale e, come se non bastasse, è una specie spaventosamente prolifica. “Nonostante abbia un ciclo di vita abbastanza breve, al massimo 3 o 4 anni – sottolinea il biologo Franzoi – ha una crescita molto rapida e presenta ‘picchi’ demografici dovuti alla grandissima quantità di uova deposte dalle femmine. È un predatore versatile e vorace, aggressivo e curioso. Mangia soprattutto molluschi bivalvi, altri invertebrati e pesci”.
Secondo la ricerca dei biologi marini di Ca’ Foscari, l’arrivo di questa specie nelle sempre più calde acque dell’Adriatico settentrionale altro non è che l’ennesima conseguenza di un clima che cambia con una velocità mai registrata prima su questo nostro pianeta. Un pianeta che non sarà più come prima. C’è poco da stare allegri quindi. I tortelloni al gusto di granchio blu non basteranno a consolarci.
Immagine di copertina di wpopp – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/
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