“Aligned with sustainability”: il progetto di Alessandro Pulina sui nuovi materiali biotecnologici per lo yacht interior design
Pulina Exclusive Interiors ha presentato con LAB11 i nuovi materiali per la nautica derivati dalla ricerca nel campo delle biotecnologie
Pulina Exclusive Interiors ha presentato con LAB11 i nuovi materiali per la nautica derivati dalla ricerca nel campo delle biotecnologie
L’architetto Alessandro Pulina, fondatore dello studio pisano di progettazione Pulina Exclusive Interiors (con sede anche a Shangai), in collaborazione con LAB11, società di servizi a supporto delle imprese per l’implementazione di Open Innovation della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha presentato una ricerca sull’utilizzo nella nautica di nuovi materiali biotecnologici.
Per una nautica dagli interni green
“Aligned with Sustainability”, questo il nome del lavoro divulgato in occasione dell’ultimo Monaco Yacht Show, ha coinvolto cinque aziende italiane, accomunate dal desiderio di definire anche nello yacht interior design una sostenibilità responsabile e realistica. Obiettivo che permetterà alla nautica di allinearsi ad altri ambiti del made in Italy, in cui i risultati in tema di salvaguardia ambientale sono già avanzati.
“La nautica da diporto – spiega lo stesso architetto Pulina – sta dimostrando grande impegno. È una sfida che richiede uno sforzo importante, con unico obiettivo l’interesse per la tutela del mare e del pianeta. Questo progetto vuole essere il nostro contributo: abbiamo finalmente trovato la strada per fare la differenza, in un settore in cui esiste già tanta ricerca (unitamente a tante promesse), ma ancora niente di rivoluzionario. Con la collaborazione di LAB11 è stata avviata una ricerca di mercato sul territorio italiano, mirata a individuare le aziende orientate all’utilizzo di nuovi materiali biotecnologici negli interni nautici. Ora, coinvolgendole, porteremo a bordo scelte capaci di una importante virata green”.
Dalla natura al mare: i nuovi materiali “circolari”
I marchi che hanno aderito alla chiamata di Alessandro Pulina sono Artep, che a Verona realizza tappeti su misura da materiali naturali, Ohoskin, azienda siciliana che trasforma sottoprodotti di arance e fichi d’India in un materiale alternativo alla pelle animale, Rada, che a Forlì produce tessuti con fibre naturali e materiali di riciclo, Very Genuine Hemp Nature, azienda fiorentina che lavora la canapa e Cantalupi Light Engineering, storica realtà toscana che ha promosso l’appuntamento monegasco “Aligned with Sustainability”, tra le prime (fin dal 2005) a portare a bordo i led.
“Puntiamo ad una sostenibilità concreta che non si riferisca solo ai consumi – sottolinea Alessandro Bedini, head of marketing and communications di Cantalupi Light Engineering – ma ad una visione molto più ampia, riguardante anche gli imballaggi, l’uso di materiali nobili per la produzione, l’economia circolare, l’integrazione con sistemi di automazione e l’impatto positivo del lavoro sulla comunità”.
Biotecnologici, naturali e riciclabili
Tutti i prodotti dei brand coinvolti si distinguono per i materiali di nuova generazione o naturali, sostenibili e ottenuti con un sensibile risparmio delle fonti energetiche. Così, ad esempio, i tappeti di Artep richiedono meno acqua per essere tinti, non rilasciano microplastiche durante i lavaggi e sono biodegradabili. Oppure nascono dal Tencel certificato, fibra ricavata dalla polpa del legno di eucalipto, da fibre plastiche riciclate o ancora dalla seta recuperata da vecchi sari, gli abiti tradizionali delle donne indiane. I tessuti Reviva di Rada (fornitore di grandi marchi di arredamento made in Italy del calibro di Cassina, Flexform, Kartell), invece, derivano dalla plastica riciclata, quindi ideali per l’outdoor e la nautica, e presto anche dagli scarti delle arance.
Questi frutti sono il cuore pulsante della start up siciliana Ohoskin. “Tutto – racconta Alessandro Scuderi, Cmo del marchio – parte dall’idea di produrre, attraverso un processo brevettato di economia circolare, un materiale alternativo alla pelle. Lavorando sottoprodotti agricoli, in particolare gli scarti della potatura dei fichi d’India e della spremitura delle arance, unitamente a plastica riciclata, abbiamo dato vita ad un prodotto biobased, da componenti rigenerate e totalmente riciclabile. Tra l’altro i nostri manufatti sono già stati testati con successo nel settore nautico“.
Dalla natura nascono anche i nuovi materiali tessili di VGHN di pacciamato di canapa, pianta che richiede meno quantità di acqua rispetto ad altre e zero pesticidi. “Se pensiamo che un ettaro di terra a canapa produce ossigeno quanto 25 ettari di foresta – commenta Paolo Quirici, fondatore dell’azienda – ci rendiamo conto dell’importanza di questa pianta, tra l’altro antibatterica, antifungina, ignifuga, schermante per le onde elettromagnetiche e capace anche di rigenerare il terreno allineando tutti i minerali naturali”.
Argomenti: Daily Nautica