Terremoto in UCINA: Azimut, Ferreti e altre otto aziende lasciano l’associazione
La notizia è ufficiale, 10 aziende lasciano Confindustria Nautica e tra queste si regista purtroppo la presenza della maggior parte di grandi cantieri delle barche a motore
La notizia è ufficiale, 10 aziende lasciano Confindustria Nautica e tra queste si regista purtroppo la presenza della maggior parte di grandi cantieri delle barche a motore
A pochi giorni dal voto per il nuovo Presidente, quando le acque sembravano momentaneamente calmarsi arriva un fulmine a scuotere UCINA e tutto il mondo della nautica italiana. La notizia è ufficiale, 10 aziende lasciano Confindustria Nautica e tra queste si regista purtroppo la presenza della maggior parte di grandi cantieri delle barche a motore. Uno scossone fortissimo, destinato ad avere ampi strascichi nei prossimi giorni, sul voto alla Presidenza e sul prossimo Salone Nautico di Genova. Lamberto Tacoli ritira la sua candidatura, data la presenza tra le aziende in fuga anche di CRN di cui è CEO. Nelle prossime ore approfondiremo il caso con un focus approfondito, per il momento ci limitiamo a riportare il comunicato ufficiale di UCINA che da notizia della presa di posizione:
Ucina Confindustria Nautica prende atto con estremo dispiacere della decisione
odierna di alcune imprese di uscire dall’Associazione: il gesto, che vorrebbe essere
clamoroso, sorprende nelle motivazioni. Nella nota che hanno inviato ai Soci si scrive
infatti che non vi sarebbe condivisione della filosofia di UCINA e che non si
sentirebbero rappresentate. Le dieci aziende sono: Apreamare, Arcadia Yachts,
Azimut‐Benetti, Baia, CRN, Ferrettigroup, Maltese S.p.a., Marina di Varazze, Mase
Generators, Salpa. Poco dopo la diffusione della nota Lamberto Tacoli ha ritirato la
sua candidatura a Presidente.
In un momento in cui le aziende di tutto il mondo fanno gruppo e sistema non si
capisce come, a pochi giorni da un momento dove si poteva ricostruire l’unità
associativa, per ragioni incomprensibili o protagonismi personali sia stata presa la
decisione di danneggiare in modo aprioristico e consapevole un’Associazione
consolidata e rappresentativa degli interessi generali e non individuali del mondo
della nautica. La scelta è stata azionata nel momento in cui le imprese recedute si
sono rese conto che il loro candidato non avrebbe raccolto i consensi necessari: ma
questo comportamento non pare certo attento e rispettoso delle regole di
condivisione e democrazia proprie di un’Associazione.
Giova ricordare che il Consiglio Direttivo di UCINA aveva raccolto tramite i Saggi le
manifestazioni di voto dei Soci che si erano espressi per il 70% a favore di Carla
Demaria e per il 15% a favore di Lamberto Tacoli. Pur in presenza di un riscontro
molto chiaro delle espressioni di preferenza, aveva deliberato comunque di
presentare le due candidature all’Assemblea dei Soci convocandola per venerdì 27
marzo 2015 e dando ampia facoltà ai candidati di esporre i rispettivi Programmi.
La sorpresa deriva anche all’assoluta chiara infondatezza della motivazione che ha
accompagnato il recesso, visto che le imprese recedute non hanno inteso né
ascoltare i programmi dei candidati, né partecipare alla votazione secondo le regole
democratiche di UCINA.
Inoltre non si ritiene rilevante l’osservazione secondo cui il candidato Carla Demaria
sia manager di un importante gruppo straniero, essendo già presente in Consiglio
come Presidente e socia di un Cantiere di diritto italiano che produce in Italia
imbarcazioni di disegno italiano, con una struttura di oltre 300 dipendenti e un
fatturato che la colloca entro i cinque maggiori produttori nazionali.Una valutazione che è stata sicuramente presente ai Soci dato l’ampio riscontro di
preferenze raccolto dalla Sua candidatura.
Ucina raccoglie 340 aziende con un totale di oltre 8 mila dipendenti ed è certa che i
tanti imprenditori che operano nel mondo della nautica e che hanno confermato la
loro partecipazione all’Assemblea del 27 marzo, saranno in grado di superare questa
situazione con compattezza per consentire alla loro associazione di categoria di
continuare ad assicurare la necessaria rappresentatività e di essere l’autorevole
interlocutore, a livello nazionale ed internazionale, degli interessi generali della
nautica italiana.
UCINA, con le sue Aziende, intende anche chiarire che prosegue regolarmente
l’organizzazione del Salone Nautico 2015.
Argomenti: economia-&-finanza, Saloni Nautici