Tensione Usa-Cina: la lotta per il controllo del Pacifico riaccende la rivalità
Pechino vorrebbe avere pieno controllo degli arcipelaghi presenti nel Mar Cinese meridonale e in quello orientale, categorica la risposta americana "gli Stati Uniti intendono restare la principale potenza militare nell'Asia Orientale per decenni a venire ".
Pechino vorrebbe avere pieno controllo degli arcipelaghi presenti nel Mar Cinese meridonale e in quello orientale, categorica la risposta americana "gli Stati Uniti intendono restare la principale potenza militare nell'Asia Orientale per decenni a venire ".
Le acque attorno alle Isole Spratly sono il nuovo palcoscenico dello scontro tra due superpotenze del passato e del futuro: Cina e Stati Uniti.
In questi atolli del Pacifico ci si gioca la supremazia su un’area commerciale, energetica e strategica di primaria importanza a livello mondiale. Una scacchiera che appare parecchio trafficata, infatti anche le Filippine, Taiwan e Brunei, oltre al Giappone, aspirano a questi possedimenti.
La Cina con diverse operazioni militari ha più volte provocato i suoi vicini, per questo sono intervenuti gli Stati Uniti, anch’essi indirettamente interessati. Il segretario americano alla Difesa Ashton Carter ha intimato alla Cina di “fermare immediatamente e permanentemente costruzioni e rivendicazioni contrarie sia al diritto che alle norme internazionali”, ma la risposta di Pechino è stata gelida: “nessuno ha il diritto di dire alla Cina cosa fare”, questo il commento del portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying.
Le Spratly, ribattezzate così dall’ammiraglio inglese Richard Spratly, che andò a incagliare in secca una delle sue navi nel 1843, non hanno abitanti indigeni, ma soltanto piccoli insediamenti militari, piazzati dalle nazioni che le reclamano come proprie. Il controllo cinese sarebbe un colpo pesantissimo per l’egemonia del Pacifico, un colpo che intaccherebbe le aspirazioni americane di controllare totalmente i traffici oceanici.
Ashton Carter resosi conto delle intenzioni della Cina di ampliare i propri possedimenti ha subito dichiarato “gli Stati Uniti intendono restare la principale potenza militare nell’Asia Orientale per decenni a venire”. In questi mesi, le due nazioni si sono tallonate vicendevolmente, al fine di scrutare la minima mossa dell’avversario con la chiara intenzione di giocare d’anticipo. Una partita a scacchi, mossa contro mossa: un risiko strategico che fa da copertina a qualcosa di più profondo.
Il confronto Cina-America si gioca anche su altri fronti di natura economica e finanziaria, questa collana di scogli potrebbe essere solo l’inizio.
La chiusa del colonnello Zhao Xiaozhuo lascia intendere quanto la questione sia sentita, e quanto essa possa generare nuovi sviluppi: “se la linea Usa è che la Cina deve fermarsi e obbedire una guerra nel Mar cinese meridionale è inevitabile“.
Paolo Bellosta
Argomenti: Daily Nautica