Dalle profondità del Pacifico riemergono i resti dell’aereo di Amelia Earhart
In una foto scattata da un drone subacqueo appare la coda del Lockheed Electra della leggendaria aviatrice
Dalle profondità del Pacifico riemergono i resti dell’aereo di Amelia Earhart
In una foto scattata da un drone subacqueo appare la coda del Lockheed Electra della leggendaria aviatrice
Tony Romeo, un ufficiale in pensione dell’aviazione degli Stati Uniti e ora direttore di una società di esplorazione marina con sede nella Carolina del Sud, potrebbe aver risolto il mistero della scomparsa di Amelia Earhart. Della pioniera dell’aviazione si persero le tracce nel luglio del 1937 mentre sorvolava l’Oceano Pacifico, tentando di compiere il giro del mondo in volo.
Dopo quasi novant’anni di infruttuose ricerche in cui sono emerse le ipotesi più improbabili, Romeo potrebbe aver svelato il più grande mistero dell’aviazione affermando di aver individuato i resti dell’aereo su cui volava Earhart a 5.000 metri di profondità al largo di Howland Island, un atollo situato tra Papua Nuova Guinea e le Hawaii. Una foto scattata dal costosissimo drone sottomarino Hugin 6000 – foto per la verità non troppo nitida – mostra in effetti una struttura simile alla coda di un vecchio velivolo che corrisponderebbe al Lockheed Model 10 Electra che trasportava l’esploratrice. Una ricerca durata anni, nella quale la società di Romeo ha investito oltre 11 milioni di dollari.
Amelia Earhart, nata nel Kansas nel 1897, sta all’epopea eroica dell’aviazione come Calamity Jane all’epica del Far West. Odiatissima e criticassima negli ambienti più reazionari per la sua indipendenza ed emancipazione, Amelia iniziò a volare nel 1920 e da allora non si fermò più, stabilendo record su record, come quando volò dall’isola di Terranova a Londra il 20 maggio 1932, diventando la prima donna a superare in solitaria l’Oceano Atlantico. Impresa riuscita prima di lei al solo Charles Lindbergh. Da sottolineare che Amelia dovette fare tutto da sé perché in quegli anni l’addestramento aeronautico era riservato agli uomini e la Earhart dovette inventarsi mille mestieri, tra cui quello di camionista, per acquistare il suo primo aereo che volle dipingere di giallo canarino. Su questo aereo, la nostra Amelia divenne famosa come aviatrice acrobatica, esibendosi in spericolate manovre di volo nelle feste popolari degli Stati Uniti
Quasi 40enne, Amelia decise di affrontare la sua sfida finale: essere la prima donna a fare il giro del mondo in volo emulando il pilota statunitense Wiley Post che riuscì nell’impresa nel 1933. Dopo un primo tentativo in solitaria fallito, Amelia Earhart tentò di nuovo nel giugno del 1937, questa volta in coppia con il navigatore Fred Noonan. I due fecero tappa in Nuova Guinea, nella città di Las, e il 2 luglio 1937 ripresero a volare diretti verso l’Isola di Howland. E qui della grande aviatrice e del suo compagno d’avventura si persero le tracce. L’aereo, infatti, non arrivò mai all’aeroporto e le successive ricerche si rivelarono inutili.
La misteriosa fine di Amelia Earhart spalancò le porte alla sua leggenda. Nel corso degli anni si fecero strada varie ipotesi, tra cui quella che l’aereo fosse riuscito ad atterrare nelle sperdute isole della Fenice e che Amelia fosse ancora viva. Altre teorie raccontano, invece, che l’aereo sia affondato in prossimità dell’isola di Howland e l’aviatrice e il suo compagno affogati nel tentativo di raggiungere la spiaggia. Altre ancora vedono la nostra eroina dispersa su una qualche isola dell’Oceania, catturata dai giapponesi e fucilata come una spia americana. Un altro studio, condotto dal professor Richard Jantz dell’Università del Tennessee, sostiene di aver individuato i resti di Amelia nei frammenti di 13 ossa rinvenute nel 1940 nell’isola di Nikumaroro.
Una leggenda, quella di Amelia, che sembra scritta apposta per trasformarsi in “oro colato” per il cinema, la televisione, i romanzi ed i fumetti che interpretarono a modo loro l’avventurosa vita della Earhart, facendola diventare una icona dell’avventura e dell’emancipazione femminile. Adesso sembra che il mare si sia finalmente deciso a svelarci il mistero della scomparsa di questa grande aviatrice. Tocca alla comunità scientifica ora stabilire se quella foto sgranata che all’ex ufficiale Tony Romeo è costata ben 11 milioni di dollari, riuscirà a scrivere la parola fine sulla leggenda dell’aviatrice americana. Ma comunque vadano le cose, siamo sicuri che Amelia Earhart continuerà a volare per sempre nei cieli della nostra fantasia.