01 marzo 2024

Sergio Cutolo di Hydro Tec si racconta a DN: esordi, successi e sfide future

01 marzo 2024

Anima e mente dello studio di progettazione navale Hydro Tec, Sergio Cutolo ripercorre la sua carriera e svela i prossimi obbiettivi

Anima e mente dello studio di progettazione navale Hydro Tec, Sergio Cutolo ripercorre la sua carriera e svela i prossimi obbiettivi

5 minuti di lettura

Sergio Cutolosergio cutolo hydro tec, da quasi 30 anni alla guida di Hydro Tec, uno dei pochi studi di progettazione navale (“creative naval architecture”, come recita il claim) a fornire un servizio integrato – dal foglio di carta al design esterno, dal concept all’ingegnerizzazione – racconta a Daily Nautica la sua lunga esperienza fatta di successi e di innovazione. svelandoci anche un sogno e un’inclinazione.

Come è nata la sua passione per il mare e per le barche? E che ruolo ha eventualmente avuto Napoli, sua città natale?

Nascere in un luogo di mare sicuramente comporta una naturale predisposizione verso gli sport acquatici e la nautica in generale. Ed è quello che è successo a me: fin da piccolo trascorrevo le estati sulla costa della penisola sorrentina, dove il gozzo di famiglia ci consentiva la scoperta di scorci di incredibile bellezza, come Ieranto, Capri e Li Galli. Poi, da adolescente, la scoperta della vela come attività sportiva e ricreativa. I primi bordi su un Vaurien, il Laser e poi le regate su barche IOR. Se poi la tua città di mare è anche sede di una delle tre facoltà di ingegneria navale del Paese, allora il percorso si allunga e diventa la storia della tua vita.

Quale è lo spirito con cui ha deciso di fondare Hydro Tec più di 25 anni fa e con quali obiettivi iniziali? Ora che molto probabilmente questi obiettivi sono stati largamente superati, quali sono le sue prossime sfide?

Dopo 10 anni di esperienza in cantiere, gran parte dei quali nel settore del diporto ma con esperienze significative anche nel settore fast ferry, ho deciso di propormi sul mercato globale come consulente nel settore dell’architettura navale e del calcolo strutturale. Con il tempo il ventaglio di attività si è allargato, andando a coprire quasi tutti gli aspetti della progettazione tecnica e includendo anche il design degli esterni. La prossima sfida sarà consolidare quanto già ottenuto, spingendo gli aspetti legati al design per proporre un sistema di progettazione completamente integrata.

Come si è evoluta Hydro Tec nel tempo, quali sono i suoi punti di forza e quali vantaggi offre oggi?

L’evoluzione è stata sia qualitativa che quantitativa. Come ho già accennato, l’offerta si è ampliata a partire dall’ingegneria, per estendersi al design. Le dimensioni stesse dell’azienda sono cambiate, passando da un piccolo studio professionale con 4 o 5 cinque dipendenti a una vera e propria società di ingegneria e di design con circa 30 dipendenti e alcune società satellite che si occupano di attività più specifiche, come l’ingegneria di dettaglio e i disegni di officina. I vantaggi del nostro approccio integrato sono molteplici. Poter lavorare con un unico interlocutore, capace di gestire internamente tutte le fasi progettuali, dalla fase concettuale alla consegna dell’imbarcazione, riduce significativamente tempi, rischi e costi per il cantiere.

Come mai gli yacht explorer, dei quali Hydro Tec è stata pioniera, oggi sono sempre più richiesti e diffusi? E quali sono le tendenze attuali nella progettazione di questa categoria di imbarcazioni?

A mio parere le motivazioni che hanno portato al successo degli explorer, settore in cui siamo leader da quasi vent’anni, sono molteplici ma comunque legate ad una evoluzione dello stile di vita e ad un ampliamento del bacino di utenza. Molti proprietari “esperti” di yacht  cominciano a non accontentarsi più delle usuali destinazioni estive, sempre estremamente affollate e care. Iniziano a preferire località più remote (e meno attrezzate) dove un mezzo adatto a lunghe permanenze, lontano da porti o località abitate, offre la possibilità di godere della natura in pace e nel suo pieno rispetto.

Dopo gli esordi, in cui gli explorer avevano come riferimento le imbarcazioni da lavoro, negli ultimi anni i clienti hanno cominciato ad apprezzare la possibilità di combinare alcune caratteristiche tipiche di uno yacht tradizionale con queste imbarcazioni “pure e dure”. Sta nascendo una nuova generazione di yacht capace di abbinare il comfort e la flessibilità di impiego di uno yacht moderno alle caratteristiche di autonomia, tenuta di mare ed economicità operativa di un explorer.

Allo scorso Monaco Yacht Show ha presentato un concept di catamarano molto “mediterraneo”, seppure estremamente avanzato dal punto di vista tecnologico: come si coniuga questa forte spinta all’innovazione con una concezione di vita a bordo confortevole come una villa sul mare?

Diciamo che le due cose sono assolutamente una conseguenza dell’altra: la piattaforma navale deve essere robusta, confortevole ed economica nei consumi. L’aspetto del design, ispirato ad ambienti mediterranei, è un complemento.

Secondo lei verso che futuro stanno dirigendosi la nautica e soprattutto il design e l’ingegneria navale? E che ruolo avrà l’attenzione per l’ambiente che in altri ambiti ha già modificato processi e visioni?

La nautica è in continua espansione, perché si ampliano geograficamente sia il mercato sia le destinazioni. In particolare la nautica italiana sta conquistando nuovi spazi e nuovi mercati. Il design e la parte tecnica sono sempre più orientati al rispetto ambientale, anche perché l’età media degli armatori va sempre più abbassandosi e le nuove generazioni sono tendenzialmente più sensibili alla conservazione dell’ambiente.

Da ultimo, quale è la sua barca ideale?

La barca che sogno è la rivisitazione di un explorer veloce, realizzato in due esemplari e sviluppato con Paolo Caliari per il Cantiere Proteksan Turquoise. Abbiamo un paio di trattative in corso che potrebbero portarci a riproporre un progetto simile nei prossimi anni. Se la domanda fa invece riferimento ad un sogno “accessibile”, allora il mio ideale sono le barche da pesca della costa nord-est degli Stati Uniti o un caro vecchio fisherman. Per le barche, come per le auto, sono affascinato dal prodotto americano: performante, pratico e ricco di tradizione.

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