Acque territoriali: il giallo dell’accordo di Caen tra Francia e Italia
L'affare delle acque territoriali tra Francia e Italia assume quasi i contorni dell'incidente diplomatico, il Governo aveva tenuto sotto banco l'accordo
L'affare delle acque territoriali tra Francia e Italia assume quasi i contorni dell'incidente diplomatico, il Governo aveva tenuto sotto banco l'accordo
Se non fosse successo un fatto, l’argomento non sarebbe arrivato alla ribalta delle cronache nazionali. Di quale fatto e argomento stiamo parlando? La faccenda ha assunto i contorni del giallo e dell’incidente diplomatico tra Francia e Italia. Andiamo con ordine.
In data 21 marzo 2015, a Caen, i due paesi hanno siglato un accordo che ridefinisce le acque territoriali dei due stati definendo quindi le nuove aree che possono essere soggette alle attività economiche come la pesca. A questo accordo, che prevede un sensibile arretramnto delle acque territoriali italiane, si è arrivati dopo oltre 6 anni di negoziato. Il problema è che la Francia lo ha fatto ratificare quasi subito dal proprio parlamento, l’Italia no, il governo lo ha anzi tenuto nascosto all’opinione pubblica, fino a quando….
Fino a quando la Guardia Costiera francese non ha iniziato a fermare i primi pescherecci italiani, considerando attivo il trattato in maniera unilaterale. E’ successo a due pescherecci italiani, uno di Alghero fermato a nord della Sardegna, uno di Sanremo bloccato al largo della Liguria.
Cosa perde l’Italia in questo accordo? Sostanialmente si tratta di uno scambio, l’Italia cede alcune zone ma ne riceve in cambio altre. Le aree che cediamo hanno però un’importanza strategica per la pesca. Si chiamano: fossa del Cimitero, Fuori Sanremo, Ossobuchi, Vapore e il Banco, sono secche o zone di pesca famose per l’altissima presenza di gamberoni rossi. Perdiamo inoltre una piccola fascia tra la Corsia e l’Isola d’Elba, questa invece conosciuta per il passaggio degli spada.
In ultimo, va anche detto che dal 2022 entrerà in vigore la liberalizzazione delle acque, questi confini quindi cadranno e resteranno soltanto i vincoli relativi alla protezione delle specie ittiche.
FOTO shom.fr
Riccardo Molinari
Argomenti: Pesca
Fino a che saremo governati da incompetenti e fannulloni (per no dire di peggio) tutto questo non ci deve stupire.