27 luglio 2016

Vita da crociera: la sosta in rada

27 luglio 2016

Condizioni meteo favorevoli, mancanza di ormeggi nei marina o semplicemente la voglia di godersi la pace del mare lontano da folle e schiamazzi possono spingere l'equipaggio a trascorrere la notte ormeggiati alla fonda in un ridosso o in una baia tranquilla. Qualche consiglio per dare fondo all'ancora e le procedure di sicurezza da adottare.

Vita da crociera: la sosta in rada

Condizioni meteo favorevoli, mancanza di ormeggi nei marina o semplicemente la voglia di godersi la pace del mare lontano da folle e schiamazzi possono spingere l'equipaggio a trascorrere la notte ormeggiati alla fonda in un ridosso o in una baia tranquilla. Qualche consiglio per dare fondo all'ancora e le procedure di sicurezza da adottare.

4 minuti di lettura

Durante una crociera lungo costa arriva sempre al termine della giornata il momento per skipper ed equipaggio di decidere se cercare un buon ridosso per ancorare in rada oppure se ormeggiare in porto. Sono diverse le variabili a far propendere per l’una o l’altra decisione. Le condizioni meteorologiche prima di tutto, ma anche l’ora prevista di arrivo in un determinato scalo, la familiarità con quel tratto di mare e i suoi fondali, le esigenze delle persone imbarcate, la necessità di scendere a terra per rimpinguare la cambusa, fare carburante o semplicemente godersi una passeggiata, per non parlare della voglia di affrontare la relativa spesa che soprattutto negli scali più rinomati in estate può essere molto salata.

Quella brutta corsa al posto barca libero

Scegliendo di trascorrere la notte ormeggiati in porto naturalmente occorre a tempo debito chiamare via radio la torre di controllo per sapere se c’è disponibilità di ormeggio. Purtroppo soprattutto nei mesi estivi non è raro trovare i marina super affollati per cui già dal primo pomeriggio da parte degli equipaggi in navigazione inizia la corsa al posto barca per non vedersi soffiare da altri il proprio ormeggio in banchina e spesso gli ultimi arrivati si contendono in modo spietato i pochi eventuali posti ancora liberi.

Ormeggio in rada: relax, tramonti e privacy

Quindi può capitare che anche se si è deciso di cercare un posto in porto di non trovarlo e dovere essere preparati all’eventualità di ormeggiare in rada o alla ruota di fronte al porto. Un’opzione che in realtà è una delle più affascinanti della vita a bordo che permette di godersi appieno la bellezza di un tramonto, i momenti di relax dalla navigazione, la brezza notturna estiva, la quiete della notte lontano dal fracasso delle banchine. Se proprio si desidera si può sempre usufruire del tender e fare un’escursione a terra purché qualcuno rimanga sempre a bordo o la barca si trovi sempre bene in vista da terra.

Scelta dell’ormeggio: carta nautica e rispetto delle ordinanze

Ma come ci si prepara ad una sosta in rada. Occorre prima di tutto scegliere un luogo riparato dai venti principali e dai fondali liberi da scogli, secche ed eventuali ostacoli. Lo studio scrupoloso delle carte nautiche è imperativo così come conoscere le ordinanze delle autorità locali, leggendo i portolani ed eventualmente contattando via radio la stessa Guardia Costiera.

Da considerare per individuare la zona d’ancoraggio sono anche la presenza di eventuali altre imbarcazioni, il traffico marittimo o improvvisi cambi di direzione del vento. Fatte salve queste precauzioni si procede con l’ormeggio. Se l’area di sicurezza per la sosta in rada è sufficiente, il fondale è buon tenitore e non c’è molto vento o risacca, non ci saranno grandi difficoltà. Dopo avere stabilito in base all’ancora e alla quantità di catena a disposizione, il calumo ideale che in ogni caso non deve essere inferiore a 5 volte la profondità del fondale, lo skipper porta lentamente la barca prua al vento nel punto stabilito.

Ancoraggio: sincronia tra uomo a prua e timoniere

Appena terminato l’abbrivo chi si trova a prua comincia a dare fondo all’ancora: la manovra corretta prevede che dopo avere filato una quantità di catena pari alla lunghezza del fondale chi è al timone cominci a fare indietreggiare la barca mantenendola prua a vento, mentre l’uomo di prua continua a filare la catena. La perfetta sincronia tra i due è uno dei segreti per il successo dell’ancoraggio. Importante è sapere esattamente la lunghezza del calumo filato per cui è utile avere sulla catena a intervalli regolari dei segni di riconoscimento.

Una volta filato il calumo stabilito chi è a prua comincerà ad agguantare arrestando il moto della barca che nel frattempo avrà il motore in folle. Questa fase, importante e delicata per verificare l’effettiva presa dell’ancora sul fondale va effettuata bloccando il salpancora. Quando la barca si è fermata occorre dare uno o più colpi di motore a marcia indietro prima al minimo numero di giri poi gradualmente accelerando per la prova del nove.

Riferimenti a terra, allarmi acustici e turni di guardia

A questo punto si prendono dei riferimenti a terra per verificare la posizione della barca controllando lo stato del vento e del mare ed eventualmente attivando segnali di allarmi acustici collegati al gps o all’ecoscandaglio (mai fidarsi solo di questi però e mantenersi vigili). Durante la notte il comandante accende la luce di fonda e se le condizioni meteorologiche lo impongono stabilisce dei turni di guardia raccomandando di essere svegliato in caso di necessità.

Finalmente dopo tanta fatica arriva il momento per tutto l’equipaggio di godersi la pace e l’incanto della natura. Buona rada a tutti.

David Ingiosi

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1 commento

  1. Narese says:

    Nel corso delle mie crociere ho sempre privilegiato la sosta in rada piuttosto che quella in porto o nei marina dove mi fermo per fare acqua, gambusa e carburante e per andare al ristorante.
    Ho trovato la descrizione dell’ancoraggio nell’articolo molto ben fatta. Aggiungo solo alcuni piccoli accorgimenti che renderanno la vostra sosta in rada piu tranquilla e piacevole:
    – oltre alla direzione ed intensità del vento controllate nelle precisioni la direzione ed intensità del mare. La direzione delle onde, se diversa da quella del vento puo’ fare una grossa differenza tra una notte insonne ed una tranquilla.
    – assicurarsi che nessuna barca che venga successivamente ad ancorrarsi ostacoli il vostro giro di ruota, specialmente se si tratta di una barca di tipo diverso dalla vostra (ad esempio a motore o multiscafo) che ha la tendenza a disporsi al vento in modo diverso dal vostro.
    – ancora di rispetto con la sua catena e cima devono essere tenute sempre in chiaro. Non si sa mai…
    – tenete una potente torcia a portata di mano. Di notte puo tornare utile.
    – godetevi infine la vostra sosta in rada in tutta tranquillità. E’ uno dei momenti piu belli della navigazione, non solo al tramonto e all’alba con un bagno rinfrescante e talvolta solitario ma anche sotto il classico manto stelle.
    BV a tutti
    SvNarese