10 giugno 2024

Nasce un museo militare sottomarino nelle isole Daymaniyat in Oman

10 giugno 2024

L’obiettivo principale di questa iniziativa è aumentare la crescita della barriera corallina e incoraggiare la proliferazione della vita marina

L’obiettivo principale di questa iniziativa è aumentare la crescita della barriera corallina e incoraggiare la proliferazione della vita marina

3 minuti di lettura

Il Muscat Daily e l’Oman Observer hanno annunciato la nascita di un museo militare sottomarino all’interno dell’area della Riserva Naturale dell’arcipelago delle isole Daymaniyat, situate nel governatorato di South Batinah, circa 50 km a nord-ovest della capitale dell’Oman Muscat. L’innovativo progetto nasce dalla collaborazione tra l’Autorità per l’Ambiente e il Ministero della Difesa omanita. Un funzionario dell’Autorità per l’Ambiente ha informato che il progetto prevede il posizionamento sott’acqua, vicino alle barriere coralline, di attrezzature militari dismesse, tra cui 7 camion Man Atlas e un aereo Skyvan: questo favorirà la crescita accelerata dei coralli e degli insediamenti di vita marina.

Le isole sono riconosciute come uno dei luoghi cruciali dell’Oman per le barriere coralline, le immersioni subacquee e la pesca artigianale. L’obiettivo principale di questa iniziativa è aumentare la crescita della barriera corallina e incoraggiare la proliferazione della vita marina, contribuendo a compensare il danno ambientale causato sia da eventi naturali che da attività umane. Creando un nuovo ecosistema che imita le barriere coralline naturali, l’iniziativa cerca di promuovere un ambiente sostenibile che supporti la biodiversità marina.

Questo progetto, oltre all’ecosistema marino, andrà ad avvantaggiare i pescatori locali di Muscat e South Batinah, grazie ad un prevedibile aumento dei pesci, ma soprattutto è stato pensato per incentivare il turismo marino, fornendo agli appassionati di immersioni un’attrazione unica che unirà la conservazione storica con la conservazione marina, offrendo un’esperienza educativa e coinvolgente.

Sebbene i manufatti affondati non presentino caratteristiche particolarmente interessanti (non sono relitti storici), il governo dell’Oman spera che il museo attiri i subacquei in un Paese che ha visto un vero boom del turismo negli ultimi dieci anni. A parte le bellezze del territorio, con le sue affascinanti città e i famosi deserti, l’Oman può vantare 3,000 km di coste relativamente incontaminate, con barriere coralline che ospitano un’ampia varietà di specie marine e specie pelagiche di passaggio, come i meravigliosi squali balena. L’Autorità per l’Ambiente spera così che i coralli trasformino presto i veicoli in disuso in una splendida barriera artificiale.

“Questa iniziativa – ha affermato Hamad Al-Ruzaiqi, capo del Dipartimento delle aree costiere presso l’Autorità per l’Ambiente – mira a rafforzare l’eco-turismo creando un’attrazione turistica unica rivolta agli appassionati di immersioni, rafforzando così il settore turistico dell’Oman. Il museo aprirà le sue porte agli appassionati di immersioni a luglio di quest’anno. Prevediamo di assistere alla fioritura delle barriere coralline entro i prossimi sei mesi”.

La creazione di barriere artificiali tramite l’affondamento di navi, aerei, carri armati e altri mezzi bonificati dagli elementi inquinanti è comunemente effettuata in molti Paesi del mondo e in lingua inglese si chiama “scuttling“. Da mezzi un tempo progettati e costruiti per dare la morte, si creano così strutture che costituiscono in breve tempo il substrato per la crescita della vita marina. Queste iniziative portano vantaggi all’ambiente ma anche ai pescatori e all’economia turistica. Sempre più nazioni, ma non l’Italia, hanno quindi scoperto che, a seguito di un piccolo investimento, ci sono solo ritorni positivi sia per l’ambiente che per l’economia.

 

Fonte immagine di copertina: Muscat Daily

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1 commento

  1. Divelions says:

    Purtroppo,quasi solo in Italia,non é concesso,di affondare,per vari scopi,navi,aerei,in disuso,per creare barriere artificiali.Al di là,dell’impatto turistico,si creano habitat,per ripopolare ambienti,che per anni hanno sofferto la pesca indiscriminata.Ma come sempre,i soliti ben pensanti,o la burocrazia,bloccano il tutto.Indipendentemente,dal governo in carica!