25 novembre 2016

L’Oceano è pieno d’immondizia e oggetti alla deriva

25 novembre 2016

Se una barca di 18 metri negli spazi atlantici rischia sovente una collisione con immondizia alla deriva, signifca che l'Oceano in questione, dove passano molte rotte commerciali, è letteralmente una discarica

L’Oceano è pieno d’immondizia e oggetti alla deriva

Se una barca di 18 metri negli spazi atlantici rischia sovente una collisione con immondizia alla deriva, signifca che l'Oceano in questione, dove passano molte rotte commerciali, è letteralmente una discarica

2 minuti di lettura

Lo sapevamo già che l’Oceano e i mari del globo in generale fossero sporchi. Ma la verità quando viene confermata dalla cronaca sembra sempre un po’ più brutta.

Il dato è francamente inquietante: seguendo la cronaca del Vendée Globe non si può fare finta di non notare che ben 5 concorrenti hanno urtato oggetti alla deriva riportando danni importanti alle loro imbarcazioni.

Non ci interessa in questo caso lo svolgimento della regata, quanto piuttosto fare una riflessione: un incidente può essere un caso, ma cinque diventano una costante inquietante. Un’IMOCA 60 è lungo poco più di 18 metri, largo poco più di 5, in fin dei conti si tratta di un piccolo guscio per la grandezza dell’Oceano.

Quante sono le possibilità che un piccolo guscio colpisca degli oggetti alla deriva in un Oceano largo migliaia di miglia? Poche, in condizioni normali, ma a quanto pare le possibilità soprattutto in sud Atlantico sono molte. Se una barca di 18 metri negli spazi atlantici rischia sovente una collisione con immondizia alla deriva, signifca che l’Oceano in questione, dove passano molte rotte commerciali, è letteralmente una discarica.

Container, plastica, reti, e una varietà di oggetti difficii da classificare vanno alla deriva nei mari del mondo. La cronaca porta alla ribalta questa situazione in determinati casi, come per esempio per questo Vendée Globe, ma quando i riflettori si spengono restano gli abitanti degli Oceani a convivere con questa realtà. E gli abitanti degli Oceani non siamo noi.

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