Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, velista ed appassionato di nautica, che ci ha raccontato la sua particolare vicenda legata al posto barca. Per una differenza di appena 4 cm si è visto recapitare a casa un’ingiunzione di pagamento, dopo 12 anni durante i quali non gli era stata fatta alcuna notifica in merito. Si tratta di un normale provvedimento o di un inutile accadimento sulla piccola nautica che tanto ha sofferto, e continua, in questi anni? A voi il giudizio.
Sono un ingegnere ottantenne, residente a Milano, ma napoletano di nascita, con la passione della vela dall’età di 14 anni. Possiedo da 12 anni una barca a vela, che tengo ormeggiata nel porto di Lavagna. In concomitanza al suo acquisto, sono stato costretto a comprare anche un posto barca adeguato, per essere sicuro di avere una sistemazione stabile e, di conseguenza, ho comunicato alla gestione del porto i dati relativi sia al posto barca, che alle dimensioni della mia imbarcazione (barca a vela lunghezza m 12.40, larghezza m 3,82, pescaggio m 2).
In tutti questi anni nessun ente mi ha contestato alcunché al riguardo.
Pago regolarmente le spese di condominio al gestore del porto, l’IMU al comune di Lavagna come se fosse un immobile.
Oggi ricevo dal Locamare di Lavagna una ingiunzione di pagamento per una sanzione amministrativa di euro 100 + 8.40 di spese notifica, in quanto la mia barca, lunga m 12.40, staziona in un posto di 12 m con una tolleranza del 3 percento, fino ad un massimo quindi di m 12.36, supera di ben 4 cm la misura consentita.
Ho provveduto oggi stesso a pagare la sanzione e ad informarne il sopraddetto Locamare.
Mi rendo conto che da un punto di vista teorico ben poco posso obiettare. Certo potrei smontare il pulpito di prua o farlo ridurre di 4 cm, ma poi dovrei procedere ad una nuova immatricolazione, con le immaginabili lungaggini burocratiche e relativi costi.
Mi rendo altresì conto che il buon senso non tocca chi si è dedicato ad una vita di amministrazione di leggi e regolamenti, di cui certamente abbiamo tutti bisogno, ma queste leggi, a mio parere vengono svilite ed umiliate quando applicate e fatte rispettare pedissequamente.
Sono curioso di immaginare quale sarebbero le reazioni di un “giovane moderno” ad un simile episodio, dove un “anziano nato e vissuto sul mare”, che ama rispettare le leggi ed il loro valore nella Società, ne ricava solo una ventata di tristezza e di scoramento.
Mi chiedo se, ad un eventuale successivo controllo delle imbarcazioni nel porto, rischio di ricevere altra notifica del genere, e così via finché le casse dello Stato non saranno soddisfatte .
Per concludere, sono talmente deluso e mortificato per l’atteggiamento vessatorio, punitivo tenuto negli ultimi anni dalle autorita’ nei confronti della nautica, con i micidiali risultati di contrazione e ristagno del comparto, che sono quasi contento di essere un anziano velista, perché’ non potranno “torturarmi” ancora per molto.
Manlio Laschena
Purtroppo talune risposte alla lettera sono la conferma della piccolezza e della ottusità di talune persone, colpevoli della situazione in cui versa la nostra nautica da diporto.
Non hanno capito niente! Non hanno compreso il significato e la spirito della lettera.
Sono anch’io amareggiato per quanto accaduto.
Inizialmente non avevo capito e subito mi sono immedesimato nel sig. Manlio sicuramente come tutti noi vessato da questo stato cieco che vede la nautica come un pollaio pieno di paffuti animali da spennare poi, dietro la nota del sig. Paolo, comunque inizialmente trovata di stile un pò medievale (dove poi ho apprezzato le sue precisazioni più mansuete), ho analizzato meglio il problema e in effetti è stata come un improvviso groppo di vento che spazza una bassa fitta nebbia. Ad una prima lettura ti appare subito lo stato incappucciato e vestito di nero con una lunga falce, ma ad una analisi più approfondita si evince che la tolleranza offerta è stata sfruttata tutta ed anzi ha ecceduto ulteriormente per i famosi 4 cm allora, direi che non si è sforato di 4 cm ma di ben 40 e faccio un parallelismo. Se passi davanti ad un’autovelox a 96 km dove la velocità prevista è 90, ti fanno la multa e non ci sono caxxi…. perchè hai superato la soglia di tolleranza del 5% concessa più una ulteriore eccedenza di 1,5 km orari e nessun giudice ti potrà mai dare ragione. Non devi aspettare che qualcuno te lo dica prima, con una raccomandata, lo devi sapere perchè la legge, dove seppur ritenuta sbagliata esista, non ammette ignoranza. Concludo evidenziando che ho fatto nella mia vita decine e decine di cause civili a difesa dei miei diritti, da solo o attraverso associazioni di consumatori, avendole vinte tutte circa al 98%…… ma quella dell’autovelox presa pari all’esempio sopra citato l’ho dovuta pagare senza nemmeno tentare un contenzioso che avrei sicuramente perso… saluti
Buongiorno e ringrazio il Sig. Mario per il cellulare che non userò. Scusi se sono sembrato aggressivo, ma torno a ripetere: la tolleranza si chiama così proprio per evitare che una barca lunga per assurdo 12 metri e 1 centimetro diventi sanzionabile. Quindi ripeto, lei sfora di 40 cm e non di 3. Diversamente che avesse la barca 12,41 giustamente accamperebbe la pretesa di rientrare nel posto barca. Ripeto, la definizione stessa di tolleranza è ciò che per elasticità e buon senso si tollera. Ma la stessa per non dare adito a ingiustizie nei confronti di chi ha la barca 12,41 deve dare un limite, se no centimetro a centimetro si arriva a voler ormeggiare un 16 metri in un posto da 12.
E’ questo vizio italiano che ci ha portato a dover avere 200mila leggi. Un inglese o un tedesco al posto del signor Manlio che protesta avrebbero accettato e ringraziato, anzi forse avrebbero fatto da soli il calcolo della tolleranza.
Detto ciò sono il primo a dire che lo Stato con mille balzelli ha ammazzato la nautica e che è assurdo che in un paese che ha più coste che confini la nautica non sia lo sport nazionale a partire dalle scuole. In Francia ho visto bimbi di 6 anni fuori sull’optimist con onde da un metro. In Italia anche se hai un’Alpa di 40 anni sei consideraro un nababbo e un pollo da spennare. Spero di aver chiarito il mio pensiero. E ripeto la lettera per me – in questo preciso caso – rimane un esempio dell’italiano furbone (anche in buonafede).
Il porto di lavagna dovrebbe ringraziare il nostro amico velista per la pazienza di aver resistito fino ad ora in questo paese di pazzi e aver generato lavoro, pagamento imposte come l’IMU incomprensibili pe run posto barca. Spero che non ci siano altre vessazioni per i prossimi dodici anni ed invito il nostro amico a stare in mare più che può
Mi capito una cosa simile. Avevo affittato il posto barca da 8 metri e la barca era oltre 8+3%
Mi hanno detto che raschiavo una sanzione di 3mila € oltre all’ingiunzione di rimuovere la barca immediatamente. Il RURIK è una barca in legno del 1905 che i marina seri hanno ospitato anche gratuitamente.
Tornerò a Lavagna perché geograficamente è l’approdo che preferisco ma so che si tratterà di una battaglia continua che noi appassionati non vinceremo mai.
Saluti
Riccardo RURIK
Caro Ing. Laschena,
La sua lettera mi ha coinvolto, in quanto frequento Lavagna e il suo porto e perché mi riconosco nel “giovane moderno” a cui viene fatto riferimento.
Ho provato tristezza nel leggere dell’accaduto; penso che lo Stato, tra IMU, tasse e sovrattasse (senza contare l’Iva) in tutti questi anni le abbia già chiesto abbastanza.
È giusto avvisare l’utente, inconsapevole, dell’aver commesso un’infrazione, ma bisogna anche avere una certa lungimiranza: che senso ha incaponirsi nei confronti di un ottantenne la cui barca sporge di 4 cm?
Cosa farei il al posto suo? Scartata l’ipotesi di “mollare tutto” (la vela è troppo appassionante a ogni età ) resta la possibilità di cambiare rimessaggio, e se non sbaglio la misura successiva disponibile è 15 metri, quindi molto più dispendiosa. Preferisco piuttosto pagare la sanzione ogni anno, senza curarmene troppo oppure, avendo 21 anni e ragionando nel lungo periodo, porterei la barca in Costa Azzurra come hanno fatto in molti.
Purtroppo queste sono problematiche che non mi competono, pensi che sono da sei mesi alla ricerca di una deriva sportiva a buon prezzo!
Spero che, se e quando raggiungerò la sua età, avendo la disponibilità economica per un cabinato da 12,36m (non 12,40m altrimenti diventa troppo lunga 😉 ) la burocrazia italiana avrà capito da un pezzo che vessare in questo modo il settore nautico sia solo controproducente. Inoltre spero che si renda presto la vela più fruibile ai giovani, così da poter lasciare la barca ad un mio eventuale nipote qualche volta!
Le auguro di godersi la brezza del Tigullio per molto tempo ancora,
Francesco Anzano
ma Mr Paolo l’avete inserito per generare una reazione a catena o??? al Marina dei Cesari di Fano ora misurano le barche col centimetro ed in un posto da 7 mt. una barca che eccede anche di 1 cm deve essere posizionata in un posto da 8 mt e pagare il doppio……
Rolando
Atteggiamento vessatorio e punitivo?
Ma stiamo scherzando?! La legge è al contrario è giusta magnanima ed è solo il signor Manlio (e pure News Liguria a quanto vedo nel cappello all’articolo) a gridare erroneamente allo scandalo. Il suo sforamento non è di 4 cm ma di 40 cm. MR Manlio ha pagato per un posto da 12 metri e la legge gliene concede 12 + magnanimamente una tolleranza. Quindi lui sfora di ben 40 cm (altro che pulpito da tagliare) e si lamenta pure e fa la vittima. Mr Manlio per me è il solito furbastro: come dicono a napoli “chiagne e fotte”. La sanzione poi, davvero irrisosria. Io avrei moltiplicato per 10.