Anche il mare ha le sue ballerine
Alla scoperta dei molluschi che danzano sott’acqua
Alla scoperta dei molluschi che danzano sott’acqua
Non è un’affascinante ballerina in carne e ossa quella di cui vi parliamo in questa sede ma un curioso animale marino che di ossa proprio non ne ha. Si tratta infatti di una creatura appartenente al phylum dei molluschi, organismi che tipicamente presentano un corpo molle sprovvisto di scheletro, proprio come le lumache e i polpi.
Scientificamente le ballerine spagnole appartengono all’ordine dei nudibranchi, ovvero presentano organi respiratori esterni, e rappresentano l’unico genere della famiglia delle Hexabranchidae: dispongono infatti di sei branchie che possono essere ritratte in altrettante tasche indipendenti, oltre a una coppia di rinofori, ovvero dei tentacoli chemiosensoriali disposti sulla parte anteriore ai lati della bocca. Le sue dimensioni rendono la ballerina spagnola uno dei nudibranchi più originali e grandi al mondo: può infatti raggiungere i 60 cm di lunghezza, un dato record per la specie.
Perché si chiama ballerina spagnola?
Il suo nome comune desta sicuramente curiosità: è un mollusco che è solito trascorrere molto tempo adagiato sul fondo del mare ma, se disturbato, si solleva contraendo i muscoli dorso-ventrali, che attivano il suo potente mantello. Agitando con movimenti armoniosi ed eleganti le sue “ali”, i parapodi, si allontana in una danza spettacolare, un’affascinante coreografia fatta di movenze sinuose e di un’innata leggiadria. La sua abilità nel muoversi è straordinaria quanto insolita è la capacità di nuotare tanto attivamente, specie se si considerano le sue dimensioni.
Altro fattore che contribuisce alla sua originalità è la tinta del mantello, che, come ricorda il nome scientifico completo Hexabranchus sanguineus, è sovente di un colore rosso vivo come il sangue o, meglio ancora, come il tipico abito fluttuante delle danzatrici di flamenco, alle quali il nome italiano fa riferimento.
Un colore per ogni habitat
Il colore della ballerina spagnola è tuttavia variabile in base alla zona di appartenenza: lungo le coste della Tanzania, ad esempio, è possibile incontrare esemplari dal manto giallo intenso, nell’Oceano Indiano prevalentemente arancio, mentre è decisamente tendente al rosso nell’area del Mar Rosso. La sua tinta rappresenta un interessante elemento di differenziazione rispetto a individui dello stesso ordine, come le lepri (o monache) di mare, il cui aspetto è generalmente più scuro e tendente al marrone.
Si nutre di tunicati, foraminiferi, anellidi e altri molluschi gasteropodi ed echinodermi che caccia attivamente tra i fondali rocciosi. Tuttavia, per la sua dieta predilige spugne e meduse velenose, in modo da assimilare le tossine da usare a sua volta come arma. La ballerina è infatti in grado di conservare intatte le loro nematocisti, ovvero gli organi urticanti, e, una volta ingerite, le inglobano e conservano, pronte per essere usate contro i predatori.
Processo riproduttivo e nicchia ecologica
La riproduzione della ballerina spagnola è molto particolare. Le uova, di colore rosso, vengono deposte a forma di nastro gelatinoso somigliante a un fiore avvolto in morbide spire concentriche. L’ovatura è salvaguardata dagli attacchi dei predatori da sostanze velenose a base di acido solforico. Quanto alla sua nicchia ecologica, è curioso il fatto che la ballerina si accompagna solitamente a un gamberetto della specie Periclimenes imperator, un organismo simbiotico che naviga tra le branchie della ballerina per procurarsi il muco necessario al suo sostentamento.
Un lungo viaggio dagli oceani fino ai nostri mari
Sebbene originaria dei mari tropicali, tipicamente più caldi e idonei allo sviluppo della sua specie, da alcuni anni gli avvistamenti della ballerina spagnola nel Mediterraneo sono sempre più frequenti. Sarà per via del tanto discusso riscaldamento globale, che, come accaduto per altri organismi della stessa specie, ha favorito un cambiamento delle abitudini di questi molluschi e il loro adattamento ai parametri fisici e chimici dei nostri mari.
Dalla Sicilia ad altre zone del Sud Italia, fino a località più centrali come il Golfo di Policastro, nella zona di Sapri, e il Golfo di Gaeta, sono stati in molti a raccontare di aver avvistato queste creature marine piene di grazia, narrandone l’aspetto molle, il manto simile alle vesti di una ballerina e il vivido colore rosso. Non ci resta che approfittare di questa calda estate per fare un tuffo nei nostri bei mari, muniti di maschere e pinne, sperando di vedere una ballerina spagnola con i nostri occhi.
Priscilla Baldesi