La comandante Marianthi Kasdagli a DN: “Se una donna sbaglia è più facile che venga notato”
L'ultima intervista alle professioniste dello yachting che sono state protagoniste in Turchia della Conferenza internazionale sulle donne nella nautica
L'ultima intervista alle professioniste dello yachting che sono state protagoniste in Turchia della Conferenza internazionale sulle donne nella nautica
Cosa pensano le professioniste del mondo dello yachting? Come affrontano il proprio lavoro in un mondo ancora dominato prevalentemente dagli uomini? Che consigli darebbero alle giovani che volessero intraprendere la loro carriera? Lo scopriamo nell’ultima intervista ad una delle protagoniste della prima Conferenza internazionale sulle donne nella nautica, che si è svolta meno di un mese fa in Turchia e ha visto come media sponsor anche noi di Daily Nautica. Dopo aver conosciuto il capitano Kelly Gordon e la giovane e determinata comandante Leyla Serter, ecco le parole della comandante Marianthi Kasdagli.
Comandante Kasdagli, come è nata la sua passione per la nautica?
“Ho iniziato la mia carriera nell’industria marittima, lavorando su navi portacontainer di grandi dimensioni. La mia passione è nata quando ero una bambina e guardavo tutte quelle navi nel porto della città in cui sono cresciuta. Avendo quattro fratelli, volevo iniziare a guadagnare i miei soldi per supportare la mia famiglia e diventare indipendente il prima possibile. Quel lavoro mi ha fornito autonomia finanziaria. Allo stesso tempo, ero davvero ‘affamata’ e vogliosa di raggiungere la vetta ma sempre con umiltà. Desideravo avere successo in ciò che facevo e ho sacrificato molte cose. Ora amo il posto che occupo nell’industria marittima”.
Ha affrontato difficoltà nel suo percorso?
“Certo, ho affrontato delle difficoltà. Prima di tutto, il lavoro stesso è molto difficile. Essere su una nave nell’oceano, lontano dalla famiglia e spesso senza contatti, rende tutto molto complicato. Ancora di più se sei una donna. Il più grande pregiudizio che ho affrontato è stato: ‘Sei una donna, non assumiamo donne. Mi dispiace, puoi cercare altrove’. Spesso mi sentivo disperata ma credendo sempre in me stessa, con buona volontà, duro lavoro, umiltà, energia positiva e potenziale, sono arrivata dove sono oggi”.
Qual è il valore aggiunto delle donne in questo settore?
“Credo che noi donne siamo più riflessive e abbiamo la capacità di gestire le situazioni in modo gentile e non aggressivo. In questo lavoro è fondamentale usare la mente per affrontare ogni situazione. Credo che noi donne siamo molto capaci in questo”.
Il settore dello yachting è ancora dominato dagli uomini?
“L’industria degli yacht era un settore dominato dagli uomini, ma onestamente non più. Questo pregiudizio è già stato eliminato. Vediamo donne Capitano, donne Ufficiali e donne in altri dipartimenti. Il giudicare basandosi sul sesso deve finire, e siamo già sulla buona strada. Si dovrebbe giudicare dalle abilità, non dal genere. Ovviamente, entrambi i generi sono importanti in un ambiente di lavoro”.
C’è stata una figura che l’ha ispirata?
“Sì, ammiro le persone che sono partite da zero e hanno raggiunto grandi obiettivi. Questo può accadere in qualsiasi ambiente lavorativo. Leggo i loro libri, molti hanno scritto la loro autobiografia, ed è impressionante vedere quanto potenziale positivo possano trasmettere. Ammiro chi ha iniziato senza nulla e ha raggiunto la vetta”.
Le donne sono giudicate più severamente per gli errori commessi?
“Mmm… questa è una buona domanda. Credo che ci sia una sorta di ‘tutti gli occhi su di me’. Tipo: ‘Chi è lei? È davvero un Capitano? Cosa sta facendo?’. Non siamo abituati a vedere donne in questa posizione, quindi, quando accade, ogni loro azione viene osservata attentamente. Se una donna commette un errore è più facile che venga notato e discusso, anche se tutti commettono errori, indipendentemente dal genere. La questione è il livello dell’errore, cosa lo ha causato e quali conseguenze ha avuto. Ho visto errori fatti da uomini che nessuno ha nemmeno notato, e errori di donne che sono stati oggetto di discussione in tutta l’industria. Dovremmo essere logici: ognuno dovrebbe occuparsi del proprio lavoro e, se possibile, aiutare i colleghi invece di giudicare”.
Qual è il suo consiglio per le giovani donne che vogliono intraprendere questa carriera?
“Andate avanti. Iniziate. Uscite dalla vostra zona di comfort. Siate pronte ad affrontare ogni situazione e persone difficili, e non arrendetevi mai. Credo nel lavoro duro e umile, e alla fine tutto porta a buoni risultati. Ma bisogna essere pronti a superare i limiti. Ci saranno momenti in cui penserete che sia la fine. No, cara, non lo è. È solo l’inizio!”.