Il passaggio di Capo Horn, punta estrema dell’America del Sud, segna simbolicamente l’inizio della fine delle circumnavigazioni intorno al mondo. Giovedì 9 gennaio solo 5 dei 35 velisti impegnati da inizio novembre nella Vendée Globe, giro del mondo in solitario senza assistenza nè scalo a bordo di IMOCA di 60 piedi, dovevano ancora passare questo cancello e rientrare nell’oceano Atlantico. Il resto della flotta, invece, naviga ormai verso casa e il traguardo di Les Sables d’Olonne, in Francia.

I due leader Charlie Dalin (Macif Santé Prévoyance) e Yoann Richomme (Paprec-Arkéa) dovrebbero concludere la regata a giorni, più o meno velocemente a seconda di come evolverà il sistema di alta pressione sulle Azzorre verso cui si stanno dirigendo in queste ore. Dietro di loro, a circa 500 miglia, naviga senza concorrenti in vista colui che potrebbe chiudere il podio, Sébastien Simon (Groupe Dubreuil), mentre parecchio più a sud, alla latitudine del Brasile, un folto gruppo di 10 barche gioca sulla scacchiera dell’oceano.

Un gruppetto, che comprende Jérémie Beyou (Charal) e Sam Goodchild (Vulnerable), ha scelto di navigare più a est, verso il continente sudamericano, gli altri. tra cui Paul Meilhat (Biotherm) e Nicolas Lunven (Holcim-PRB), hanno deciso di mettere la prua più ad ovest. Un’ennesima scelta strategica, forse una delle ultime, che potrà scrivere in un senso o in un altro la classifica finale di questa 20esima edizione della regata intorno al mondo in solitario.

Giancarlo Pedote (Prysmian), unico italiano in gara in questa edizione, naviga stabilmente in 19esima posizione dopo aver superato le isole Falkland, molto vicino ad altri tre concorrenti: una bella e silenziosa compagnia, nella vastità della solitudine della vita in barca e in mezzo all’oceano.

Per seguire la regata il tracking ufficiale è https://www.vendeeglobe.org/en/tracker