Lo sbiancamento dei coralli nella Grande Barriera Australiana è a livelli “catastrofici”
Nella Grande Barriera Corallina meridionale lo stress termico ha innescato uno sbiancamento grave e diffuso a livelli mai registrati in precedenza
Nella Grande Barriera Corallina meridionale lo stress termico ha innescato uno sbiancamento grave e diffuso a livelli mai registrati in precedenza
Un team di biologi dell’Università di Sydney ha pubblicato uno studio che documenta i devastanti eventi di sbiancamento dei coralli verificatosi nella parte meridionale della Grande Barriera Australiana all’inizio del 2024. La ricerca, intitolata “Catastrophic bleaching in protected reefs of the Southern Great Barrier Reef” e pubblicata il 16 gennaio 2025 sul sito di ASLO (Association for the Sciences of Limnology and Oceanography), rivela come l’iconica Grande Barriera Corallina abbia subito uno sbiancamento di massa dei coralli all’inizio del 2024. Nella GBR meridionale lo stress termico ha innescato infatti uno sbiancamento grave e diffuso a livelli mai registrati in precedenza e ha avuto un impatto su una vasta gamma di generi di coralli, come evidenziato nella zona chiamata One Tree Reef.
Lo studio sul coral bleaching nella Grande Barriera Australiana
“Per oltre 161 giorni – afferma lo studio condotto dal team della professoressa Maria Byrne della School of Life and Environmental Sciences – abbiamo monitorato la salute di 462 colonie di coralli, partendo dal picco dell’ondata di calore al raffreddamento autunnale e invernale. A febbraio e aprile rispettivamente il 66% e l’80% delle colonie erano sbiancate. A maggio il 44% delle colonie sbiancate era morto e il 53% a luglio. A luglio il 31% delle colonie era ancora sbiancato e il 16% si era ripreso”.
“La specie denominata goniopora – prosegue lo studio – ha inoltre sviluppato la malattia della banda nera, che ha contribuito a un’elevata mortalità. Il collasso delle colonie si è verificato nell’Acropora (mortalità del 95%), con accumulo di frammenti contaminati dalle alghe. Il monitoraggio in acqua delle singole colonie ha mostrato un rapido sbiancamento, insorgenza della malattia e mortalità. Lo stato di protezione come parco e la posizione al largo della costa non hanno protetto dallo sbiancamento e dalla mortalità dovuti allo stress termico”.
Occorre ricordare come le madrepore del genere Acropora siano estremamente diffuse e come alcune di esse siano di solito molto resistenti: la cervicornis, per esempio, viene spesso utilizzata negli esperimenti di creazione di reef artificiali. La ricerca evidenzia così l’allarmante impatto che le ondate di calore senza precedenti hanno avuto sugli ecosistemi corallini, sollevando urgenti preoccupazioni per la biodiversità marina e le comunità che dipendono da questi ecosistemi vitali.
Un’urgente necessità di intervento
La dottoressa Byrne ha evidenziato come “i nostri risultati sottolineano l’urgente necessità di agire per proteggere le barriere coralline, che non sono solo hotspot di biodiversità ma anche cruciali per la sicurezza alimentare e la protezione costiera. La Grande Barriera Corallina meridionale, nonostante il suo stato protetto dalla legge, non è stata immune allo stress termico estremo che ha innescato questo catastrofico evento di sbiancamento”.
Il preoccupante esito dello studio è stato espresso con queste crude affermazioni
“Il riscaldamento degli oceani – si sottolinea nello studio pubblicato dall’Università di Sydney – sta causando uno sbiancamento di massa dei coralli, sollevando preoccupazioni per una vasta diversità di specie animali che dipendono dalle barriere coralline per esistere e per i servizi significativi che le barriere coralline forniscono all’umanità, tra cui la sicurezza alimentare e la protezione delle coste. L’ondata di calore marino globale del 2023-2024 è stata estrema nell’innescare lo sbiancamento dei coralli e la loro elevata mortalità. Le nostre osservazioni sulle risposte iniziali ad un’intensa ondata di calore marino mostrano uno sbiancamento rapido, l’insorgenza di malattie e la mortalità in diversi coralli, compresi i generi considerati resilienti. Queste informazioni sono essenziali per prevedere come cambierà la composizione delle specie degli ecosistemi delle barriere coralline in un mondo che si riscalda sempre di più”.
Le ricadute economico-sociali
Dobbiamo inoltre ricordare sempre che non stiamo solo parlando di paradisi tropicali e delle ricadute sul turismo che il coral bleaching potrebbe causare ma di un concetto globale che riguarda milioni di persone che sopravvivono grazie al mare. “I servizi ecosistemici cruciali che le barriere coralline tropicali forniscono come habitat per una vasta biodiversità e nel fornire sicurezza alimentare, entrate e protezione della costa per l’umanità – conclude la ricerca – dipendono dall’integrità dei coralli, organismi fondamentali. In un oceano che si riscalda rapidamente, le barriere coralline sono in pericolo. Come conferma la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), il quarto evento globale di sbiancamento dei coralli è iniziato nei Caraibi ed è stato seguito dallo sbiancamento sulla Grande Barriera Corallina. Le temperature più elevate da secoli hanno così causato gravi impatti in vaste aree del mondo”.
Fonte foto: Wikipedia