Attacco Squalo: nuova tragedia a La Réunion. Cosa fare adesso?
Muore un ragazzo di ventisei anni: Kelly Slater invoca l'"abbattimento di massa", gli ambientalisti insorgono e il fotografo Recchi dice che la colpa è sola nostra
Muore un ragazzo di ventisei anni: Kelly Slater invoca l'"abbattimento di massa", gli ambientalisti insorgono e il fotografo Recchi dice che la colpa è sola nostra
Nuovo attacco mortale di uno squalo sulle coste orientali dell’Oceano Indiano. Il fatto è avvenuto a La Réunion, un vero e proprio paradiso terrestre, come è possibile vedere dal video e adesso sulla piccola isola dell’arcipelago delle Mascarene è scattata la fobia. La vittima è un ragazzo di ventisei anni che al momento della tragedia stava praticando il bodyboard, disciplina simile al surf.
Secondo quanto riportato da corriere.it e tgcom24.mediaset.it, il giovane si trovava al largo in una zona ad alto rischio, quando è stato improvvisamente morso dallo squalo che gli ha tranciato l’arteria femorale. Sul posto sono subito intervenuti i soccorritori ma il 26enne è morto pochi minuti dopo a causa del rapido dissanguamento.
Dal 2011 ad oggi a La Réunion si sono verificati venti casi di attacchi di squali, otto dei quali hanno portato alla morte delle vittime.
Quando la prossima tragedia? L’appello di Kelly Slater: “Serve un abbattimento di massa”.
Alcuni, come lo sfortunato 26enne, hanno messo a rischio la propria vita scegliendo di surfare in acque pericolose ma episodi simili si sono verificati anche in zone relativamente tranquille. Un esempio? Tre anni fa è morta una quindicenne che stava nuotando vicino alla riva: un fatto analogo non accadeva da oltre trent’anni.
Cosa fare dunque per evitare il ripetersi di casi simili? Per Kelly Slater, campione del mondo di surf, è necessario un abbattimento di massa ma non tutti sono d’accordo su questa soluzione. Secondo il fotografo italiano Alberto Luca Recchi, la colpa sarebbe nostra. Lo squalo infatti azzannerebbe l’uomo solo per errore, scambiandolo per una tartaruga o per una foca.
Anche gli ambientalisti hanno criticato immediatamente le dichiarazioni di Slater ed effettivamente la sua proposta non convince. Quel che è certo è che bisogna trovare una soluzione perché a La Réunion è ormai scattata una vera e propria psicosi da attacco squalo.
Fonti notizia:
http://www.corriere.it
http://www.tgcom24.mediaset.it/
Foto:
http://ilpost.it
Paolo Bellosta
Sulle spiagge è di molto superiore il numero di dicessi per la caduta di noci di cocco, ma a nessuno viene in mente di tagliare ogni albero, ci si limita a mettere un cartello con scritto “non passare sotto agli alberi”.
Se dovessimo eliminare le principali cause di morte…. Probabilmente resterebbero vivi solo gli squali.
Se la zona è ad alto rischio, non bisogna andarci. Punto. Qualcuno si sorprenderebbe se un leone aggredisse un turista avvicinatosi, in un parco africano? Proporrebbe l’abbattimento di massa dei leoni?