Il santuario delle balene nell’Atlantico resta utopia: proposta respinta
Non è stata raggiunta la percentuale minima per realizzare il progetto e nel frattempo prosegue la mattanza
Non è stata raggiunta la percentuale minima per realizzare il progetto e nel frattempo prosegue la mattanza
Il progetto di realizzare un “santuario” per le balene nell’Oceano Atlantico resta un sogno. Nel corso dell’annuale riunione della Commissione Baleniera Internazionale (Iwc), non è stato infatti raggiunto il quorum del 75% necessario per l’approvazione della proposta. Sono stati appena 38 i voti favorevoli su un totale di 64.
Ad opporsi al progetto in maniera più decisa sono stati Giappone, Slovenia e Islanda, Paesi che praticano in maniera intensiva la caccia alle balene. Argentina, Brasile, Uruguay e, soprattutto, il Sudafrica hanno provato invece in tutti i modi a far approvare la proposta ma non c’è stato nulla da fare. Oltre ai noti motivi ambientali, dietro a questo progetto, che è stato bocciato per la terza volta, c’è anche un interesse economico: il fenomeno del whale watching, infatti, è in forte espansione negli ultimi anni e può assicurare grandi ricavi. E’ innegabile, inoltre, che una nuova area protetta, ne esistono già due, avrebbe contribuito notevolmente alla difesa delle balene, che nel decennio scorso avevano rischiato l’estinzione.
Niente santuario per le balene nell’Atlantico: la mattanza continua
La caccia a scopi commerciali di questi grandi cetacei sarebbe illegale dal 1986 ma la strage continua senza sosta. Paesi come il Giappone, dove la carne di balena è un alimento particolarmente diffuso, aggirano senza grossi ostacoli la normativa usando un banale escamotage: è vietata la caccia per scopi commerciali ma non per finalità scientifiche.
E’ notizia di pochi mesi fa, ad esempio, l’uccisione di 333 balene da parte della flotta nipponica. Diverse associazioni hanno cercato di bloccare questa strage ma senza successo ed oggi la situazione pare davvero critica. A detta degli ambientalisti, bisognerebbe monitorare con attenzione i movimenti delle navi asiatiche per dimostrare come la ricerca scientifica non c’entri nulla con questa antica pratica. Nel frattempo la mattanza continua.
Fonti articolo, immagini, video: GreenMe.it, repubblica.it, youtube.com
Paolo Bellosta
Argomenti: Daily Nautica