15 giugno 2017

Mar Mediterraneo o mare di plastica? L’inquinamento marino sta toccando picchi impensabili

15 giugno 2017

Il livello di inquinamento si alza sempre più e le previsioni sono davvero catastrofiche

Mar Mediterraneo o mare di plastica? L’inquinamento marino sta toccando picchi impensabili

Il livello di inquinamento si alza sempre più e le previsioni sono davvero catastrofiche

2 minuti di lettura

L’accumulo di rifiuti, problematica per anni sottovalutata, sta diventando una vera e propria piaga e i costanti monitoraggi rendono universalmente chiara la situazione. Nonostante ciò mari e oceani continuano ad esser considerati una discarica a cielo aperto: un menefreghismo dilagante che sta portando a vere e proprie emergenze ambientali.

Le ultime indagini firmate Legambiente segnalano, infatti, un netto aumento dell’inquinamento di plastica nel Mediterraneo. Avvistare bottigliette e sacchetti nel nostro mare sta diventando la norma e la percentuale aumenta in maniera esponenziale se si analizza non solo la superficie acquea ma anche il litorale costiero: maleducazione e poco senso civico sembrano dominare la scena nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione. La plastica costituisce inoltre una vera e propria trappola mortale per la fauna marina che spesso, in seguito alla frantumazione di questi scarti, scambia i microrifiuti per cibo con conseguenze facilmente immaginabili: ulcere al tubo digerente e contaminazione da mercurio e da arsenico.

L’inquinamento marino dovuto alla presenza di oggetti di plastica ovviamente però non riguarda soltanto il Mediterraneo: di questa tematica, infatti, si è parlato recentemente in occasione della giornata mondiale sugli oceani e ciò che è emerso è davvero inquietante.

Inquinamento di oggetti in plastica: anche l’Oceano è una vera e propria discarica

Sono circa 8 milioni di tonnellate i rifiuti che finiscono negli oceani ogni anno. Per fare un paragone alla portata di tutti, è come se ogni minuto, per 365 giorni, un camion della spazzatura riversasse tutto il suo contenuto in acqua. Quel che è certo è che, se non si verificherà a breve un cambio di rotta, nel 2050 gli oceani, in termini di peso, potrebbero arrivare ad “ospitare” più bottigliette che pesci.

I danni ambientali sono sotto gli occhi di tutti, basti pensare all’Isola di Henderson. Abbiamo parlato recentemente di quest’atollo nel bel mezzo del Pacifico dove sono presenti 671 pezzi di plastica in ogni metro quadrato: un qualcosa di impensabile. Un paradiso diventato un inferno a causa dell’inquinamento. Ma come mai? Semplice, una corrente sfavorevole trasporta lì gran parte della spazzatura proveniente dall’America Latina.

Nessun uomo e un mare di rifiuti: vogliamo che questo diventi il nostro futuro?

Fonti articolo, foto e immagini: repubblica.it, youtube.com

Paolo Bellosta

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4 commenti

  1. Antonio Talluri says:

    Mi chiedo perché non si imponga a qualsiasi azienda che imballa i propri prodotti un “indice di imballaggio plastica “ derivante dai rapporti volume,peso,valore,fragilità e se tale indice viene superato il prodotto non può essere immesso sul mercato. Non è ammissibile che ad esempio una pennina USB da 20 gr e 15cc di volume sia confezionata in una busta 10 volte più voluminosa e pesante.. e forse anche piu costosa

  2. Guido Bollettinari says:

    Più che una linea di costa marina sembra una sponda lacustre. Vero?

  3. Narese says:

    Addesso state esagerando! La foto di corredo all’articolo dove e’ stata scattata? Forse in India, non certo nel Mediterraneo! Perdete di credibilita’. Fate la cortesia di dirlo.
    Sono appena rientrato da una andata e ritorno a Caprera da Ostia. Nel giro di 5 giorni. Ho trovato in mare stupendo, non un pezzo di…niente! Solo delfini che giocavano con la prua della barca.
    Peche fare i disfattisti e prestarsi agli interessi di chi fa un certo mestiere per guadagnarsi da vivere?
    Vi chido solo: voi andate per mare? Allora siate obiettivi!
    BV dal Narese