Una cernia in ferro nei fondali di Bergeggi per salvare l’ambiente marino
Il progetto “Riciclittici” dell'artista vercellese Piero Motta approda nell'Area Marina Protetta di Bergeggi. Una sua scultura posata sul fondo del mare per studiare come verrà inglobata dall'habitat subacqueo
Il progetto “Riciclittici” dell'artista vercellese Piero Motta approda nell'Area Marina Protetta di Bergeggi. Una sua scultura posata sul fondo del mare per studiare come verrà inglobata dall'habitat subacqueo
Da alcuni anni la cernia bruna è tornata a nuotare nelle acque del Mar Ligure. Sui fondali dell’Area Marina Protetta di Bergeggi, però, ne è arrivata una decisamente particolare. Si tratta di una scultura realizzata assemblando rottami di ferro da Piero Motta, artista e appassionato subacqueo, ideatore del progetto “Riciclittici”, che Liguria Nautica aveva presentato in questo servizio.
Il progetto
L’artista Piero Motta di Lozzolo, in provincia di Vercelli, molto sensibile nei confronti dell’ambiente e appassionato subacqueo, colpito dalla ricomparsa delle cernie brune, ha colto l’occasione al balzo e saldando tra loro vecchi attrezzi in ferro, bulloni e altri rottami, ha realizzato tre cernie brune a grandezza naturale.
La scultura è stata selezionata per l’esposizione internazionale “Human Rights H2O“, diventando ospite della Fondazione Opera Campana di Rovereto, insieme ad altre opere giunte da tutto il mondo per raccontare e sottolineare l’importanza dell’acqua. Un esemplare di cernia in ferro è stata poi immersa da Motta e dai sub dell’Historical Diving Society sul relitto Paguro in Adriatico, per finire a fare mostra di sé, dopo mesi di visite subacquee, nel noto museo delle attività sub di Ravenna, ancora impreziosita dagli organismi incrostanti.
La cernia di Bergeggi
Il terzo esemplare è stato invece immerso a circa 20 metri di profondità nei pressi dell’Isola di Bergeggi, “L’opera è stata posizionata nel punto più ricco di pesce del Savonese –ha sottolineato Simone Bava, direttore dell’Area Marina Protetta di Bergeggi- proprio per ricordare, per i pochi mesi di immersione, che prima dell’istituzione dell’Area Marina Protetta, che risale al 2007, il paesaggio sommerso dell’isola era diventato un ambiente freddo e povero di vita”.
La scultura di Motta è stata collocata a ridosso del confine con la zona di protezione totale A, in modo che i sub possano ammirarla liberamente senza dove richiedere deroghe ai vincoli dell’Amp. Il progetto proseguirà con la raccolta delle fotografie dei sub per scoprire come i colori cambieranno grazie all’azione degli organismi biologici e dei processi chimici del mare. La cernia in ferro di Motta sarà inoltre circondata da centinaia di cernie vere che le nuoteranno intorno.
Il punto migliore per la sua posa è stato individuato grazie alla collaborazione con l’Asd Olimpia Sub di Spotorno, circolo Fipsas, che nei passati decenni ha primeggiato con alcune squadre di pescatori e di cacciatori in foto subacquee a livello europeo. Ora il sodalizio è tra i più accaniti sostenitori dell’importanza del rispetto di zone di tutela dei grandi riproduttori e delle aree nursery per il recupero della comunità ittica, collaborando attivamente con l’Area Marina Protetta, con importanti progetti di educazione ambientale.
“I casi della cernia bruna e del tonno rosso nel Mediterraneo ed Atlantico Orientale, che in pochi anni di misure di conservazione più stringenti, fatte però realmente rispettare dalla collettività, hanno consentito un rapidissimo recupero -ha spiegato il direttore dell’area Marina Protetta di Bergeggi– devono farci pensare positivamente al futuro. Un chilogrammo di uova fecondate di pesce possono infatti dar luogo a un milione di avannotti. Si parla di potenziali riproduttivi ben diversi tra i pesci ossei ed i mammiferi ma proprio per questo è di primaria importanza il rispetto delle zone di tutela integrale oltre che degli esemplari di grossa taglia”.
Le zone protette
Le cernie dell’Amp di Bergeggi vengono contate periodicamente, con il monitoraggio della fauna ittica attraverso censimenti visuali in immersione e sono in costante aumento da alcuni anni.
In Liguria esistono molte zone protette a diverso titolo, fra cui due Aree di Tutela Marina Regionale (Capo Mortola – Giardini Botanici Hanbury e Isole di Portovenere), tre Aree Marine Protette (Bergeggi, Portofino e Cinque Terre), nove barriere artificiali per il ripopolamento ittico, i bacini portuali e delle marine da diporto, comprese alcune porzioni apicali dei moli, le concessioni demaniali per l’itticoltura e la molluschicoltura (mitili e ostriche), la boa petrolifera di Multedo, le zone con vincoli militari come nel golfo di La Spezia e alcune boe oceaniche (come le boe del progetto Life WhaleSafe o le boe oceanografiche come la Odas).
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica
Bella iniziativa!anche se personalmente,preferirei vedere delle cernie vere,tipo quelle che ci stanno nell’area marina PROTETTA di Portofino,anziché quelle di ferro.Ma evidentemente,finché non si vuole veramente capire che il mare va protetto,da pesca indiscriminata,e sopratutto da braconaggio.Evviva le cernie di ferro,e perché nò,i polpi di legno,le ricciole in alluminio,e i saraghi di gomma!..Che tristeza!!