Standard Ice Class per il megayacht Nemo 50 Ice di Ocea, pensato per i mari estremi
L’unità da diporto del cantiere francese costruttore di navi militari, per armatori alla ricerca di luoghi inesplorati.
L’unità da diporto del cantiere francese costruttore di navi militari, per armatori alla ricerca di luoghi inesplorati.
«C’è chi sogna paradisi tropicali e assolati e chi ha sempre desiderato raggiungere meravigliosi paesaggi artici e antartici, alla scoperta di panorami mozzafiato e natura incontaminata… » Il megayacht Nemo 50 Ice di Ocea, cantiere francese con nuova sede anche a La Spezia il cui core business sono le navi militari, è pensato proprio per questo secondo tipo di armatori che prediligono gli explorer yacht. E in particolare per chi sogna di circumnavigare l’Antartide.
Disegnato da Fulvio De Simoni, il megayacht con struttura di alluminio sarà costruito rispettando le specifiche del regolamento di sicurezza Ice Class secondo un progetto estremamente specializzato ed estremo nelle linee. Che abbina alla sicurezza di una navigazione in condizioni estreme la garanzia di una permanenza a bordo in totale comfort anche per periodi molto lunghi. Così, oltre alla dotazione tecnica avanzata (in parte mutuata dall’esperienza del cantiere in ambito militare), Nemo 50 Ice prevede a prua un ampio appartamento armatoriale con studio privato che può essere sfruttato sia come area relax sia come ufficio di lavoro e con grande bagno dotato di sauna. Medesima spaziosità per l’area giorno, organizzata come open space a centro barca del main deck, e per gli ambienti dedicati all’equipaggio, comodi e soprattutto funzionali. Gli alloggi sono infatti predisposti per ospitare personale altamente specializzato, oltre a tecnici e, ovviamente, esploratori.
Ma l’esperienza specialistica di Ocea si traduce soprattutto nell’equipaggiamento tecnico di Nemo 50 Ice. Come le gru – le stesse installate sulle unità militari prodotte dal cantiere – che consentono di movimentare in assoluta sicurezza 24 ore su 24 tender, RHIB e mezzi da sbarco. Un’area tecnica a prua del ponte “raised deck”, destinata al deposito di tutto l’equipaggiamento pre-escursione e posta in comunicazione con il salone principale a un metro sotto la linea di galleggiamento del battello, facilita un rapido accesso a questi mezzi. E può riparare dalle intemperie pur risultando all’aperto.
Secondo una prassi consolidata del cantiere, gli assi propulsivi della barca sono integrati in appositi skeg strutturali, così come le eliche e i due timoni: in tal modo risultano completamente protetti in caso di urto dello scafo con iceberg o eventuali oggetti semisommersi. La sala macchine, ampia e aerata, ha percorsi funzionali all’utilizzo razionale di ogni componente o equipaggiamento (anche in emergenza) e officina attrezzata. Una sala controllo permette la gestione a distanza di tutti i principali sistemi di bordo, anche in modalità manuale. Collegata direttamente al locale dell’equipaggio mediante un corridoio centrale nel ponte più basso, assicura praticità di utilizzo e nel contempo privacy ad eventuali ospiti dell’armatore.
Argomenti: Daily Nautica, shipping