ABC del Surfcasting: la costruzione del trave da pesca
Partire dalle basi con un breve tutorial sulla costruzione del trave da pesca: materiali, usi e consigli
ABC del Surfcasting: la costruzione del trave da pesca
Partire dalle basi con un breve tutorial sulla costruzione del trave da pesca: materiali, usi e consigli
Creare un trave da pesca dal punto di vista teorico è una cosa molto semplice, mentre da quello pratico può esserlo meno. Visto che verrà lanciato dalla spiaggia con una certa potenza e durante il suo percorso in aria, ma anche in acqua, subirà delle torsioni, il trave che andremo a costruire dovrà avere tutta una serie di caratteristiche e accorgimenti, altrimenti avremo una lenza che non svolgerà la sua corretta funzione e non saremo in pesca.
COME SI PRESENTA IL TRAVE DA PESCA
Il trave da pesca è composto dai seguenti elementi: un filo in nylon o fluorocarbon di lunghezza variabile (generalmente dai 150 cm ai 300 cm), un’asola in cima che ci servirà per aggangiarlo e sganciarlo dalla lenza madre tramite una clip di tipo fast-c, gli snodi che possono variare da uno a tre massimo, e una girella finale con moschettone dove sarà attaccato il piombo ad occhiello.
Alla fine della sua realizzazione avremo ottenuto un calamento di questo tipo:
QUALE FILO SCEGLIERE?
Per la costruzione del trave da pesca si raccomanda l’impiego di un filo di colore rigorosamente neutro. Il nylon garantisce una certa elasticità utile a scaricare lo stress dovuto alla forza trasmessa al filo dai nostri ripetuti lanci, mentre il fluorocarbon rimane rigido ma fa guadagnare qualcosa in più sul lancio.
Lo spessore è un altro fattore chiave, perché non solo servirà a reggere il carico di tutto il nostro assetto pescante, che solitamente vede l’impiego di piombi anche superiori ai 150 gr, ma anche a resistere a possibili sfregature con pietre e quant’altro si trovi sul fondale lungo la nostra traiettoria durante il recupero. I diametri maggiormente impiegati sono lo 0,50 per la lunga distanza e lo 0,30 per la corta.
UN ELEMENTO CHIAVE: LO SNODO
Il secondo passo importante è la scelta di come creare lo snodo. Lo snodo è quella parte del trave da cui parte il bracciolo con l’amo. Il trave classico prevede l’impiego di due snodi. In ambito agonistico invece di tre per aumentare le possibilità di catture molteplici. Ci sono poi situazioni estreme in cui si utilizza un mini trave con un bracciolo unico per raggiungere la distanza maggiore possibile.
Uno snodo ben fatto prevede l’impiego di una girella posizionata tra due perline, incollate o fermate da due stopper in gomma o in filo. La scelta tra questi ultimi è del tutto soggettiva, a seconda di come uno ci si trovi meglio. La distanza tra loro non deve essere ampia ma neanche minima: un giusto compromesso per permettere alla girella di ruotare su se stessa in maniera del tutto libera.
LA COLLA
Nel caso in cui si decida di utilizzare la colla, occorre prendere alcuni accorgimenti. Innanzitutto avremo bisogno di un supporto che ci permetta di tenere stesa la parte interessata oppure l’intero trave (in commercio sono disponibili appositi mini supporti e stenditravi). Una volta steso il filo e posizionato lo snodo, andremo a bloccare le perline con una goccia di colla. È importante verificare che la colla entri dentro la perlina e non rimanga solo esternamente, altrimenti alla lunga cederà. Inoltre, occorre prestare attenzione a non far toccare la girella e la colla ancora fresca.
Una volta finito bisognerà lasciare asciugare bene lo snodo per qualche ora. In alternativa esistono attivatori spray che, se spruzzati sulla colla, riducono tale processo ad una manciata di minuti. Si consiglia l’impiego di colle cianoacriliche apposite. È fondamentale che siano nuove e non usate da tempo, per avere una efficacia massima.
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