20 ottobre 2018

Il futuro del porto di Genova dopo il crollo di Ponte Morandi al centro del convegno tecnico di Siat

20 ottobre 2018

Nuove proposte per il trasporto marittimo e per il porto di Genova dopo il disastro dello scorso 14 agosto

Il futuro del porto di Genova dopo il crollo di Ponte Morandi al centro del convegno tecnico di Siat

Nuove proposte per il trasporto marittimo e per il porto di Genova dopo il disastro dello scorso 14 agosto

6 minuti di lettura

È andato in scena giovedì 18 ottobre presso l’Auditorium dell’Acquario di Genova, la seconda edizione del convegno tecnico organizzato da Siat, società di assicurazione del Gruppo Unipol. Durante l’incontro, che ha visto la partecipazione dei più importanti rappresentati del mondo del trasporto nautico, si è parlato di Blue Economy e del futuro del settore marittimo, con un focus sulle principali cause di incidenti durante i trasporti via mare.

Il convegno, che si è tenuto sotto forma di workshop, ha visto la partecipazione nella parte introduttiva di Fabrizio Viscardi (Siat), Gian Enzo Duci (Federagenti), Ugo Salerno (RINA) e Stefano Messina (Gruppo Messina), mentre Dino Ettore Cervetto (RINA), Giampaolo Botta (Spediporto) e Guglielmo Camera (Studio legale Camera Vernetti) hanno animato la parte dell’incontro più incentrata sul trasporto marittimo containerizzato e sul suo futuro, tra gigantismo navale e nuove rotte commerciali.

Fabrizo Viscardi: “Bisogna fare squadra”

“Siat è una realtà genovese dal 1967- ha dichiarato ai microfoni di Liguria Nautica Fabrizio Viscardi, responsabile commerciale Siatè la prima compagnia di assicurazione italiana nel ramo trasporti e aviazione. La nostra permanenza a Genova fa sì che qui ci siano i più grandi player italiani e internazionali e questo ci permetterà di lavorare per la città e per il suo porto soprattutto dopo la tragedia del 14 agosto”.

Secondo Viscardi, infatti, “lavorare e fare sistema con tutti i soggetti che operano nel porto di Genova è la chiave per continuare a far crescere la nostra città e la nostra azienda e per guardare al futuro. Per questo -ha sottolineato- Siat si dedica molto anche alle tematiche di natura sociale e di formazione, come testimonia il master in assicurazione marittima e trasporti che abbiamo organizzato con l’Università di Genova”.

Guardare al futuro dopo il crollo del ponte

La tragedia del Ponte Morandi e le problematiche relative alla viabilità e alla circolazione delle merci in entrata e in uscita dal porto, non potevano non essere uno dei temi principali dell’evento organizzato da Siat.

“Stiamo lavorando per aggiustare Genova- ha dichiarato il vice sindaco Stefano Balleari durante i saluti istituzionali– la tragedia del Ponte Morandi ha causato la morte di 43 persone e ha costretto centinaia di famiglie ad abbandonare per sempre la propria casa. Ce la stiamo mettendo tutta per risollevare la città. Dobbiamo guardare al futuro -ha affermato- dotando la città di infrastrutture adeguate a sostenere il porto come la Gronda, il Terzo Valico e ovviamente un nuovo ponte”.

Dotare il porto di infrastrutture adeguate alla circolazione delle merci è una priorità per l’economia non solo genovese ma italiana, come ha sottolineato Gian Enzo Duci di Federagenti. “Il porto di Genova -ha ricordato- è uno snodo fondamentale per l’Italia intera, basta pensare che il 33% delle merci italiane passa da qui e che l’80% dell’import-export della Lombardia trova il suo punto di interscambio principale proprio sotto la Lanterna”.

La necessità di un’accelerazione nella costruzione di nuove infrastrutture è condivisa da tutti i soggetti che hanno preso parte al convegno tecnico. Per Ugo Salerno, amministratore delegato del Rina, “il governo deve accelerare i tempi sulla ricostruzione del Ponte Morandi e sulla realizzazione del Terzo Valico perché Genova deve dare un’immagine virtuosa ed affidabile agli investitori esteri. In caso contrario -ha aggiunto- l’economia della città potrebbe essere minata in maniera irreversibile”.

Dopo il crollo del Ponte Morandi il porto è in sofferenza

Le conseguenze economiche della tragedia genovese cominciano a farsi sentire nell’economia portuale, anche se la fase acuta di questa crisi deve ancora manifestarsi, come ha sottolineato Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto. “Gli spedizionieri -ha detto- sono in crisi dopo il crollo del Ponte Morandi. Per il rispetto delle vittime e degli sfollati non hanno ancora sollevato la questione all’opinione pubblica ma dopo il 14 agosto il porto di Genova mensilmente sta perdendo il 10% dell’import e il 5% dell’export. Servono certezze per la ricostruzione e soprattutto tempi rapidi”, ha sottolineato Botta.

La città sta reagendo con dignità e orgoglio al crollo del Morandi ma per tutti i partecipanti al convegno tecnico di Siat, il messaggio che non deve passare è che Genova possa farcela anche senza il viadotto autostradale. “Le merci ragionano sulla convenienza, e uno scalo portuale poco competitivo a causa di un impoverimento delle infrastrutture che lo supportano viene prima o poi scartato”, ha ribadito il direttore generale di Spediporto.

Il Gigantismo Navale e la sicurezza nei trasporti

La parte più tecnica del convegno si è focalizzata, invece, sull’evoluzione dei trasporti marittimi e sullo sviluppo e il varo di nuove tipologie di portacontainer, di dimensioni inimmaginabili fino a pochi decenni fa. Le problematiche relative al gigantismo navale e in generale del trasporto marittimo sono da ricercare nella messa in sicurezza delle merci durante il trasporto via mare.

La maggior parte degli incidenti che comportano la perdita totale o parziale dei carichi sono riconducibili a cedimenti strutturali delle portacontainer o a incendi che si sviluppano in uno o più container e che sono difficili da isolare in maniera tempestiva, soprattutto durante la fase di navigazione.

Le proposte di Siat per una maggiore sicurezza

Le proposte di Siat per una navigazione sicura partono dalla convinzione che una suddivisione delle nave in compartimenti sia uno dei modi migliori per spegnere sul nascere un principio di incendio o isolarlo, mettendo così in salvo il resto delle merci. Questo accorgimento, insieme alla dotazione di almeno una water mist lance (un particolare idrante dotato di lancia perfora container) su ogni imbarcazione, potrebbe infatti limitare i danni provocati dagli incendi in fase di navigazione.

Un’altra problematica che affligge il mondo del trasporto marittimo è quella dei cedimenti strutturali delle portacontainer. A causa dei sovraccarichi dovuti a dichiarazioni mendaci sul peso dei container, le imbarcazioni si spezzano letteralmente causando la perdita totale dei carichi. “Occorre un maggior controllo e maggiori sanzioni per chi non dichiara il reale contenuto dei container o un peso inferiore a quello reale”, ha dichiarato Elisabetta Capurro di Siat durante la sua relazione su rischi attuali ed emergenti nel trasporto a mezzo navi portacontainer.

Durante il convegno si è infine sottolineato come la situazione di emergenza che sta interessando il porto e la città di Genova, stia portando un’accelerazione nella digitalizzazione di tutte le pratiche che ruotano attorno all’ economia navale, dalle assicurazioni allo scambio dei buoni navali.

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