La storia di Mauro Morandi, il “Robinson Crusoe” di Budelli: dal 1989 unico abitante dell’isola
Da quasi trent’anni vive come un eremita sull’isola nell’arcipelago della Maddalena
Da quasi trent’anni vive come un eremita sull’isola nell’arcipelago della Maddalena
Mauro Morandi, classe 1939, è il custode di Budelli, dove è arrivato quando aveva cinquant’anni. Unico abitante dell’isola del meraviglioso arcipelago della Maddalena in Sardegna, non ha mai sofferto di solitudine, anzi dice di “non potere immaginare una vita in condominio”.
Originario di Modena, ex insegnante di educazione fisica, è sbarcato a Budelli per caso nel 1989: un guasto al suo catamarano mentre navigava verso la Polinesia, dove avrebbe dovuto trasferirsi con alcuni amici. “Non mi piaceva già allora la nostra società, perché non tiene conto dell’individuo, della persona. Corre solo per il potere, per il denaro”, racconta Morandi.
La sua storia ha conquistato anche gli Stati Uniti, la Cnn ha infatti ripercorso le sue avventure. “Appena arrivai a Budelli -spiega Mauro- mi venne incontro l’allora guardiano dell’isola. Mi disse che dopo pochi giorni sarebbe andato via, in pensione. Non potevo credere che quel luogo sarebbe stato presto deserto ed incustodito. Subito capii che non sarei più ripartito -continua Morandi- senza bisogno di attraversare il mondo, avevo trovato la mia Polinesia. Mi era bastato arrivare in Sardegna”.
Da allora non si è più spostato dalla piccola isola e si definisce “prigioniero del Paradiso, in una prigione che mi sono scelto”. Oggi vive in una sorta di capanna sulla spiaggia, alla mattina pratica tai chi sulla spiaggia, coltiva quello che può in un piccolo orto e ha un amico che ogni due settimane circa gli porta i generi alimentari.
Fino a poco tempo fa utilizzava un gommone per pescare o spostarsi a La Maddalena o nella vicina Palau. Aveva un telefono fisso, un generatore di elettricità e poco altro. Nel corso degli anni la sua abitazione si è arricchita di pannelli solari e di un router wi-fi per connettersi a Internet. È un eremita ai tempi dei social: molto attivo su Facebook, Twitter e Instagram, dove pubblica affascinanti foto della sua “casa”.
Morandi è dunque il custode di Budelli (pur non avendo alcun contratto), si prende cura dei sentieri che collegano le varie parti dell’isola, li pulisce dai rovi e dall’invasione degli arbusti, tiene sgombre dalla spazzatura le aree ad più alto transito di turisti, come la Spiaggia dei Cavalieri e controlla che i visitatori non accedano alle aree vietate. Ogni giorno, durante la stagione estiva, incontra gruppi di adulti e bambini e racconta il “miracolo naturale” della Spiaggia Rosa, intrecciando divulgazione scientifica alla sua vicenda personale.
Mauro, che in quasi trent’anni a Budelli non si è mai ammalato, raccoglie tronchi di ginepro modellati dal mare e dalle intemperie e li trasforma in sculture. Li vende ai turisti e dona i soldi alle ONG che operano nei Paesi più poveri. Durante l’inverno invece rimane completamente solo, si tiene compagnia con la lettura e ama il silenzio, “il silenzio dell’inverno, quando non c’è nessuno e non c’è burrasca”, dice.
Quasi un anno fa, con il passaggio di Budelli e delle altre isole dell’arcipelago allo Stato, Mauro avrebbe dovuto lasciare l’isola ma una petizione (oltre 18 mila firme) e un accordo con il commissario straordinario del Parco de La Maddalena, il comandante della Capitaneria di porto di La Maddalena, Leonardo Deri, ha permesso al custode di rimanere nell’isola. “Non me ne andrò mai -afferma Morandi- spero di morire qui, di essere cremato e che le mie ceneri vengano sparse nel vento”.
Questa storia, insomma, sembra uscita dalla penna di Daniel Dafoe: un romanzo di avventura a lieto fine, con la differenza che per il protagonista Mauro Morandi il lieto fine non è stato tornare in patria, ma restare sulla sua adorata isola deserta.
Elisa Teja
Fonte articolo: CNN
Foto: Michele Ardu per National Geographic Italia
Argomenti: Daily Nautica
Bravo Mauro!!
Ti sei conquistato e meriti una “vita vista mare”.