Gianni Risso: “Ho realizzato quasi tutti i miei sogni. Ora vorrei fotografare gli astronauti della Nasa che si addestrano in vasca”
Giornalista pubblicista dal 1972, con i suoi oltre 6 mila articoli pubblicati e più di cento copertine su decine di testate in Italia e nel mondo (tra cui la nostra), ricorda e onora i padri della subacquea, molti dei quali oggi sono sconosciuti ai più
Gianni Risso: “Ho realizzato quasi tutti i miei sogni. Ora vorrei fotografare gli astronauti della Nasa che si addestrano in vasca”
Giornalista pubblicista dal 1972, con i suoi oltre 6 mila articoli pubblicati e più di cento copertine su decine di testate in Italia e nel mondo (tra cui la nostra), ricorda e onora i padri della subacquea, molti dei quali oggi sono sconosciuti ai più
Gianni Risso, giornalista pubblicista dal 1972, con i suoi oltre 6.000 articoli pubblicati e più di cento copertine su decine di testate in Italia e nel Mondo, tra cui la nostra, è la memoria storica della subacquea. Un titolo di cui va fiero e che lo vede ancora più impegnato a ricordare e onorare i padri della subacquea, molti dei quali oggi sono sconosciuti ai più.
Risso si è immerso in tanti dei paradisi subacquei, fotografando quasi tutti i campioni mondiali d’immersione profonda, tanti campioni di pesca subacquea e diversi personaggi appassionati d’immersioni subacquee. È fondatore e presidente dal 1963 del CI CA SUB Seatram Bogliasco. Da qualche anno conduce, con Sergio Barello, il programma “Nel Blu”, alla scoperta delle immersioni più belle, su Telegenova.net. Sono già state realizzate 50 puntate.
Gianni Risso, com’è avvenuto il suo incontro con la subacquea?
Scoprii il mondo sommerso un po’ tardi. Prima praticavo il tennis e il calcio ma con poche soddisfazioni. A 18 anni, durante l’estate, conobbi la pesca subacquea in apnea grazie ad un amico molto bravo: G.B. Marsano, detto Puny. Lo seguivo dalla superficie mentre faceva le sue battute nel golfo della Ligia e a Capolungo. Era un fenomeno e mi insegnò molti dei suoi segreti della pesca in tana. Qualche lustro dopo passai alla fotografia, in particolare a quella d’azione che mi dà più soddisfazione.
Qual è lo scatto a cui è più legato?
Sono legato a moltissime immagini, ma ne ricordo tre in particolare. La foto che feci a Giorgio Falck al timone del Rolly Go nel golfo ligure durante una giornata tempestosa. Le condizioni meteo erano proprio quelle giuste per simulare la navigazione in oceano. Quella foto, grazie ad una agenzia specializzata di Milano, mi diede il ricavo più alto in assoluto e a livelli irraggiungibili per qualsiasi foto subacquea avessi fatto.
Un’altro scatto di grande successo fu una foto uscita anche in copertina su varie riviste. La feci all’Isola di Cavallo a Sua Altezza Reale il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, in perlustrazione dei fondali con uno scooter subacqueo. Cercava reperti archeologici e trovò soltanto una pallina da golf.. E come terza la foto con una bella modella russa, Masha Stoukalo, in una grotta termale con lei che usciva dalle rocce come una venere nascente.
C’è una fotografia che avrebbe sempre voluto fare e che non è ancora riuscito a realizzare?
Sinceramente ho realizzato quasi tutti i miei sogni ma quello rimasto nel cassetto è fotografare gli astronauti della Nasa, quando si esercitano per l’assenza di gravità nella grande vasca.
Qual è lo stato di salute della subacquea oggi?
Dopo molti anni di costante crescita del numero dei praticanti, da qualche anno la situazione si è stabilizzata. Negli anni del boom si stima che ci fossero circa 500 mila fra pescatori subacquei, apneisti e sommozzatori con l’autorespiratore. Attualmente i praticanti dovrebbero essere non più di 300 mila. Ma sono in crescita gli apneisti, quelli che fanno snorkeling e gli appassionati di immersioni tecniche. Potrei dire che il numero è diminuito ma i praticanti sono molto più assidui e consapevoli.
Qual è il suo consiglio a chi si sta avvicinando al mondo delle immersioni o sta pensando di farlo?
Prima di fare immersioni in apnea, fare pesca subacquea o immersioni con l’autorespiratore, è indispensabile fare un corso base per la specialità che si vuol praticare. Immergersi sempre in compagnia e attenersi scrupolosamente alle regole e ai consigli appresi durante i corsi. Non si deve mai andare oltre i propri limiti ed bisogna entrare nell’ambiente sottomarino in punta di… pinne!
Giuseppe Orrù
Foto di Claudio Colombo
NAUTICA IN UN RITRATTO. Un progetto di Liguria Nautica e Claudio Colombo che propone una galleria di personaggi liguri o comunque con un legame con la nostra regione, che hanno lasciato un segno nella nautica italiana o con profonde radici e sinergie con il nostro mare. Per ognuno di loro, vi presenteremo un ritratto fotografico realizzato da Claudio Colombo e un’intervista del nostro giornalista Giuseppe Orrù, per conoscere meglio ogni protagonista, anche con curiosità sulla loro vita privata.
Argomenti: Daily Nautica