Parla uno dei diportisti denunciati a Paraggi: “Mancano le segnalazioni. Tante incongruenze nel mare del Tigullio”
Riceviamo e pubblichiamo da Vittorio Lercari, uno dei diportisti denunciati dalla Guardia Costiera per aver ormeggiato nella Baia di Paraggi, una lettera con alcune sue considerazioni personali sull’accaduto, sulle segnalazioni in mare e sul modo di tutelare l’ambiente
Riceviamo e pubblichiamo da Vittorio Lercari, uno dei diportisti denunciati dalla Guardia Costiera per aver ormeggiato nella Baia di Paraggi, una lettera con alcune sue considerazioni personali sull’accaduto, sulle segnalazioni in mare e sul modo di tutelare l’ambiente
In merito all’episodio avvenuto domenica 27 ottobre nella Baia di Paraggi, dove sei diportisti sono stati denunciati dalla Guardia Costiera per aver buttato l’ancora in una zona protetta, di cui abbiamo dato notizia in questo articolo, riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta in redazione da Vittorio Lercari, uno dei sei diportisti su cui ora pende una denuncia penale.
Il nostro lettore esprime una serie di considerazioni personali sull’accaduto, sulle segnalazioni in mare e su alcune incongruenze italiane nel modo di garantire sicurezza e proteggere l’ambiente.
Ecco la sua lettera.
Sono uno dei criminali che per alcune decine di metri oltre un ipotetico divieto non segnalato, calando l’ancora, che forse ha pure arato, ha commesso un’azione così grave da meritare una denuncia penale (!!!!!!!) con le conseguenze del caso.
La cosa divertente è che nello specchio acqueo non vi è segnalazione alcuna per evitare che chicchessia possa commettere si fatto delitto, o meglio ancora vi è una boa, per altro rilevata al momento di andare via perché nascosta dalla presenza di altre imbarcazioni presenti che erano numerose in zona, che alla sommità ha una targa senza alcuna scritta (la foto verrà messa a disposizione del giudice).
La Guardia Costiera, dopo aver rilevato le generalità, ci ha invitato a recarci immediatamente presso il loro comando di Santa Margherita Ligure. E’ doveroso precisare che il loro intervento è stato pur con la dovuta fermezza educato e rispettoso, sebbene per alcuni per essere notificati del verbale di notificazione di reato, che comporta l’immediata nomina di un legale, abbia significato perdere tutta la giornata.
Evidenzio, anche per i lettori che non conoscono la zona, che nei pressi e intendo forse a meno di un miglio marino e quindi nelle immediate vicinanze della costa di Portofino, Paraggi ecc., mi risulta (Olivetta, Punta Cannone, Punta Pedale ecc.) si transita e si staziona normalmente.
La vicina baia di San Michele di Pagana e altre zone del Tigullio e non solo sono “costellate da numerose boe segnaletiche”, che mi è stato detto indicano a chi osa passare il limite che praticamente rischia la pena di morte. Oltre a tali limiti, ahimè, spesso si notano sgradevoli gavitelli che a “pagamento” permettono il transito, e non a remi, di chi decide di ormeggiare con soste a ore o stagionali, senza contare che durante la stagione estiva sfrecciano per tutto il golfo traghetti e traghettini a velocità tali da rendere perennemente il mare a forza tre /quattro, per non parlare dei transatlantici che dopo la tragedia dell’isola del Giglio, finalmente stazionano a debita distanza, ma che trasportano tutto il giorno migliaia di passeggeri a riva, con le conseguenze del caso in termini di inquinamento, anche perché svolgono il traghettamento con le scialuppe di salvataggio… il giorno dopo il mare ricorda nella sporcizia la loro presenza.
Evidenzio che sicuramente nessuno era a conoscenza del pericolo nel quale si è incorsi, dovuto alla mancanza di evidente e doverosa segnaletica, che scienza e coscienza richiederebbe per un divieto ove si rischia il penale. Credo che nessuno, e ben che mai sei singole imbarcazioni, rischierebbero così tanto per un normalissimo ormeggio che non creava disturbo alcuno e, ripeto, a poche decine di metri dalla linea ipotetica non segnalata del divieto.
Mi ha colpito il fatto che uno dei “criminali”, che ho poi incontrato in porto, era un tedesco il quale in un italiano stentato ma con calma e educazione mi ha confidato che è rimasto molto stupito del fatto perché avrebbe, nel programmare la sua rotta con germanica precisione, prima di avvicinarsi alla costa cercato notizie su internet, senza nulla rilevare così come usa fare chi è abituato a navigare.
Concludo con alcune mie personali riflessioni. Ma come è possibile che, a pochi metri da dove sono stato fermato, per tutta la stagione estiva centinaia di imbarcazioni, anche di dimensioni non indifferenti, gettano l’ancora e nulla succede alla povera alga? Chi è lo scienziato che ha stabilito la linea retta dove c’è e non c’è l’alga? E con tutto il degrado che c’è in zona perché si permette e tollera tutto il marasma di cui sopra e si ci preoccupa solo dell’alga di Paraggi? Anche a San Michele mi risulta ci sia un’alga, non so chi sia, ma forse non patisce niente con tutte quelle imbarcazioni all’ormeggio? I gavitelli non poggiano sul fondo? E perché per una banale disattenzione, per altro dovuta a mancanza di segnalazioni di chi legifera, una persona deve rischiare così tanto e cosa ancor più grave del rischio e della gabella anche l’umiliazione di un penale?
In ultimo, entrando nei locali della Guardia Costiera, ho notato che quelli al piano terreno sono ancora distrutti dalla mareggiata dello scorso anno e di fatto i militari vivono in quelle condizioni. Da mesi poi emerge, come noto, che i nostri figli e nipoti studiano per anni in scuole non sicure e non aggiungo altro… Nessuno viene sanzionato ne denunciato men che mai penalmente, non vorrei che la risposta fosse quella che la povera alga se molestata e comunque se lo è stata per pochi minuti, valga più delle persone che lo sono da anni.
Chi legifera avrebbe bisogno di vivere e conoscere le persone e le situazioni e adottare i provvedimenti proporzionalmente alla gravità dei fatti, anche perché la gente, e parlo di quella normale, ogni giorno di più, inizia ad essere stufa di simili incongruenze, non tanto ovviamente di quella che ci occupa, che è veramente ridicola.
Dispiace, infine, più di tutto per quel povero signore tedesco. Un normalissimo diportista amante del mare; a quali peripezie legali e non dovrà andare incontro, pur senza contare i costi economici? E quale pessima figura non solo in termini di ritorno turistico, anche perché il fatto di per sè ha del ridicolo, susciterà all’estero e non solo?
Sicuramente questi fatti comportano una grave ricaduta verso tutte quelle persone che lavorano e si prodigano per un migliore turismo. Purtroppo la nostra riviera, anche per questi eccessi, ha perso tutti i fasti conquisati nel passato.
Spero sempre che l’amico tedesco vada solo per mare, perché nella malaugurata ipotesi dovesse transitare sulle nostre autostrade (chi percorre l’autostrada A26 lo constata giornalmente) esistono frotte di stranieri che la percorrono a velocità “folli “con gravi pericoli per la vita delle persone, ben consci che lo Stato italiano, a differenza di quasi tutti i Paesi europei, nulla fa a fronte dei rilievi del “tutor” verso tali trasgressori. Una semplice pattuglia della polizia stradale potrebbe fermare i trasgressori in tempo reale e fare una marea di denari e porre termine alla pacchia e in pari tempo rendere più sicuri i nostri viaggi. Sicuramente il tutto dovrebbe essere demandato al nostro valoroso e caparbio Ministero dell’Ambiente, che solo da poco si è accorto che i nostri mari sono invasi dalla plastica.
Forse stasera l’alga di Paraggi andrà a dormire profondamente delusa. Per il tutor in autostrada migliaia di avvisi e cartelli e non ti fa niente nessuno, per lei nemmeno un piccolo avvisino un piccolo cartellino. Ma chi passa quella ipotetica linea retta senza segnalazione alcuna si becca un bel penale e una profonda amarezza e una grande delusione.
Mi sono chiesto infine come faranno quei piccoli operatori turistici ad affittare un barchino: dovranno dotare il cliente (se poi è straniero) di una mappa stile sbarco in Normandia.
Ringrazio per l’attenzione. Purtroppo, per colpa di altri, un semplice ormeggio viene colpito, sanzionato ed evidenziato con una enfasi che non viene riservata nemmeno agli evasori fiscali. Sicuramente, come gli altri, ci difenderemo nelle apposite sedi.
Vittorio Lercari
Argomenti: Daily Nautica, mare
Una classica arringa all’italiana. Abborracciata e confusionaria e che, nonostante l’apprezzabile sforzo per farla “franca”, non giustifica l’aver infranto una regola, un’ordinanza. Buon vento!
Chi va per mare dovrebbe controllare sempre sul Portolano, dove sono specificate tutte le regole da rispettare; regole particolarmente precise e vincolanti in zone come quella dell’area marina protetta di Portofino. Te lo insegnano quando prendi la patente nautica.
Gentile Sig. Lercari, da armatore di una imbarcazione a vela immatricolata posso solo commentare che sulla base dell’esperienza vissuta – a mio personale parere:
a) la legislazione in campo nautico è estremamente complessa in quanto ogni nuova normativa emanata dal nostro infaticabile legislatore non annulla e sostituisce quella precedente, ma si sovrappone ad essa creando incertezza notevole da parte del utente medio nel tentare di rispettare la norma. Ad esempio al sottoscritto è stato notificato un verbale (fortunatamente da soli € 90) da un equipaggio di un gommone di una locale capitaneria per non avere registrato sulla licenza di navigazione gli estremi del certificato di rinnovo del certificato di sicurezza. Recatomi nella Capitaneria di iscrizione (diversa da quella del gommone) dell’imbarcazione e richiesta la trascrizione, mi sento dire che non è obbligatoria e che da loro non viene eseguita. Taccio per “amor di Patria” i nomi delle due capitanerie (avendo tra l’altro servito durante il servizio militare proprio nel corpo in argomento).
b) Come Lei ha potuto purtroppo constatare l’ineffabile legislatore ha inoltre stabilito nel campo della nautica che una parte delle infrazioni sia di tale GRAVITA’ da assumere natura addirittura PENALE – evidentemente il legislatore ritiene che l’ancoraggio da LEI perpetrato in zona naturale meriti l’intervento dell’autorità giudiziaria – che evidentemente si ritiene già poco oberata a cercare di gestire cose più serie, No comment.
C) Il personale delle forze “dell’ordine” per mia esperienza personale tira a “vincere facile” – e quindi ritengo che persegua con accanimento ciò che è facile da contestare – ho visto con i miei occhi comminare una sanzione di oltre 1000 euro ad un anziano pensionato per aver pescato delle gritte (granchietti) sulla diga del porto di Rapallo. Sicuramente un danno all’ecosistema della fauna ittica tigullina. E quindi andare a “pescare” chi, come Lei, ha osato ancorarsi in zona di divieto nel wekend è molto più facile che fermare gli yachts a motore che nel Tigullio vanno spesso a velocità sopra i venti nodi in planata sottocosta., ed è molto più comodo che andare a controllare nottetempo in alto mare se i pescatori professionisti (che cito solo a titolo di esmpio) rispettano tutte le normative. Questo senza voler togliere nulla a chi va per mare ANCHE per salvare persone e proprietà in pericolo – e lo fanno.
d) in ultimo, come da Lei evidenziato, concordo pienamente sul fatto che lo Stato non investe quanto necessario per rendere più facile, da parte degli utenti, il rispetto di quanto disposto dalle varie grida. Se si naviga in acque francesi, TUTTE le zone regolamentate sono segnalate da boa gialle – quindi: se c’è boa gialla, NON CI SI VA; se non c’è boa gialla, ci si può andare. Probabilmente troppo semplice. Ovviamente si è prontissimi a vietare (non costa nulla), molto meno non ad investire in infrastrutture.
Concludendo, mi permetterei di consigliare a tutti gli utenti che è COMUNQUE buona cosa controllare ogni tanto le carte ed i portolani, cartacei e/o elettronici ; l’app della navionics , che uso sia su ipad che su iphone, riporta a Paraggi l’esistenza e la posizione della linea “fantasma” ed avverte di una regolamentazione.
Un caro saluto e in …. alla balena per il suo problema
Dirk Modica
Fortunatamente il Mediterraneo è grande e ci sono ben altri mari che non il Ligure per navigare
grammatica e sintassi ? un terminal petroli a paraggi ?