12 dicembre 2019

La scoperta del Cnr: la grande mareggiata del 2018 causò il primo terremoto in Europa dovuto alle onde

12 dicembre 2019

Gli studiosi del Cnr hanno rilevato strani movimenti tellurici con i sismografi causati a circa 40 chilometri da Padova. In quelle ore ci furono onde di oltre 10 metri in Liguria e nell’Alto Adriatico

La scoperta del Cnr: la grande mareggiata del 2018 causò il primo terremoto in Europa dovuto alle onde

Gli studiosi del Cnr hanno rilevato strani movimenti tellurici con i sismografi causati a circa 40 chilometri da Padova. In quelle ore ci furono onde di oltre 10 metri in Liguria e nell’Alto Adriatico

3 minuti di lettura

La terribile mareggiata del 29 ottobre 2018 che distrusse parte della riviera ligure e di altre regioni italiane, fece registrare onde che superarono i 10 metri di altezza. Un evento che, secondo gli esperti, sarebbe entrato di diritto nella storia della nautica.

Ora c’è un altro motivo per cui quel triste evento è diventato storico: quella mareggiata provocò il primo terremoto causato dalle onde in Europa. A provocarlo non sono state, come si potrebbe pensare, le onde che si sono infrante sulla costa. Quanto le onde che, tornando verso il largo, si scontravano con quelle dirette verso terra, causando continue pressioni sul fondale.

L’impatto delle mareggiate, infatti, è in grado di stimolare vibrazioni sul fondale che si propagano nell’entroterra. Il fenomeno, già noto sulla costa occidentale degli Usa, è stato certificato per la prima volta in Europa da una ricerca del Cnr-Ismar. Impossibile non pensare ai cambiamenti climatici, ennesimo sintomo dopo le violente trombe d’aria e precipitazioni che fino a qualche anno fa si registravano solo dall’altra parte dell’oceano.

La mareggiata che il 29 ottobre 2018 ha colpito il Mar Ligure e il Mare Adriatico non è stata registrata solo dagli strumenti oceanografici: due sismometri dell’Università di Padova, a circa 40 km dalla costa, hanno vibrato ampiamente per tutta la durata della tempesta.

Il fatto, rilevato per la prima volta in Europa, è stato al centro di uno studio sugli aspetti meteorologici e oceanografici svolto da un’équipe dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Cnr-Isac) e del Centro meteorologico europeo (ECMWF), pubblicato su Progress in Oceanography.

Quello della terra che vibra a causa delle forti mareggiate è un fenomeno noto da tempo, come dimostrano le osservazioni compiute lungo la costa occidentale degli Stati Uniti, dove a causa delle forti tempeste e delle ripide coste a scarpata continentale, i sismometri monitorano continuamente la faglia di Sant’Andrea e le sue diramazioni. “Le vibrazioni – spiega Luigi Cavaleri, ricercatore del Cnr-Ismar – non sono prodotte, come sembrerebbe intuitivo, dalle onde che frangono sulla costa. Questo effetto è forte, ma estremamente locale”.

“Tuttavia – sottolinea Cavaleri – se parte delle onde, nel frangersi a riva, si riflette verso il largo, va a sovrapporsi con quelle di senso opposto, generando onde parzialmente stazionarie che, contrariamente alle normali onde di tipo progressivo, sono in grado di sollecitare il fondo con continui impulsi di pressione. Questo impatto continuo e su ampi spazi, fino a decine di chilometri dalla costa, è in grado di stimolare vibrazioni che si propagano nell’entroterra, generando i microterremoti“.

La presenza di onde riflesse, difficilmente rilevabili, è stata confermata dalle misure effettuate durante la mareggiata del 29 ottobre 2018 dalla piattaforma oceanografica Acqua Alta del Cnr-Ismar, situata 15 km al largo di fronte al Lido, che separa l’Adriatico dalla Laguna di Venezia.

 

Giuseppe Orrù

Microterremoto registrato dal sismografo di Padova. Il pannello A mostra il segnale originale (il sismometro ha due sensori) per i giorni 29 e 30 ottobre 2018. E’ evidente l’incremento del segnale nel pomeriggio del 29 (aumento della tempesta) ed il progressivo decrescere il giorno successivo. Il pannello B rappresenta il segnale del 29 in una scala ingrandita. La parte colorata è quella analizzata ed il cui spettro (analisi delle frequenze ed energia delle onde) è mostrato nel pannello C. Si noti qui il picco deciso (massima energia) a 0.2 Hz (periodo d’onda 5 secondi), esattamente, come da teoria, periodo metà di quello dell’onda che durante la tempesta si propagava verso la costa

Microterremoto registrato dal sismografo di Padova.
Il pannello A mostra il segnale originale (il sismometro ha due sensori) per i giorni 29 e 30 ottobre 2018. E’ evidente l’incremento del segnale nel pomeriggio del 29 (aumento della tempesta) ed il progressivo decrescere il giorno successivo.
Il pannello B rappresenta il segnale del 29 in una scala ingrandita. La parte colorata è quella analizzata ed il cui spettro (analisi delle frequenze ed energia delle onde) è mostrato nel pannello C. Si noti qui il picco deciso (massima energia) a 0.2 Hz (periodo d’onda 5 secondi), esattamente, come da teoria, periodo metà di quello dell’onda che durante la tempesta si propagava verso la costa

 

 

 

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1 commento

  1. Paolo Augliera says:

    Non viene riportato il titolo del lavoro scientifico, per cui non riesco a verificare pienamente quali siano le particolari novità di questo lavoro. Senza nulla togliere agli autori, ai quali vanno i complimenti per il lavoro svolto, non mi pare che sia assolutamente la prima volta che si osservano fenomeni del genere in Europa.
    Questo ad es. un articolo del 2006…
    https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2006GC001256