Nuovo stile per il quinto Arcadia A115: “Sarà un hotel a 7 stelle sul mare”
Lo studio di progettazione Hot Lab rinnova esterni ed interni di questo superyacht “a 7 stelle”
Lo studio di progettazione Hot Lab rinnova esterni ed interni di questo superyacht “a 7 stelle”
Dovrebbe essere varato all’inizio del 2021, il quinto Arcadia A115, in costruzione nei cantieri napoletani di Arcadia Yachts. Grazie alla collaborazione con Hot Lab, lo stile degli interni e degli esterni di questo splendido superyacht sarà rinnovato. Lo studio di progettazione milanese, specializzato in imbarcazioni di lusso e tra i vincitori nel 2019 dei World Superyachts Awards, si è, infatti, focalizzato sulla leggerezza, sia strutturale che visiva.
Concetto chiave del layout distributivo è la fluidità spaziale tra esterni ed interni, risolta con il disegno di un ambiente senza soluzione di continuità. Tutti i 140 metri quadrati dell’upper deck sono dedicati ad un unico ambiente conviviale, il cui nocciolo è addirittura un jardin d’hiver trasparente, a tutta altezza.
“Nel jardin d’hiver – spiega Enrico Lumini, chief designer e partner di Hot Lab – abbiamo lavorato in modo tale che la trasparenza evidente da chi osserva l’A115 da fuori, sia vissuta anche dall’interno, con soluzioni di arredo basse e concentrate internamente al volume, distanti dai montanti e dalle ampie vetrate. Anche per elementi voluminosi, come ad esempio lo schermo televisivo da 75 pollici, ci siamo concentrati il più possibile sull’alleggerimento dell’impatto visivo, utilizzando ad esempio soluzioni sospese”.
Ulteriore elemento distintivo è l’arco che collega la zona prodiera con quella poppiera. “È un elemento molto forte – sottolinea Lumini – distintivo della gamma A di Arcadia. Proprio in sua corrispondenza sui vari ponti sono realizzati degli archi analoghi, che richiamano anche dall’interno la linea esterna. In particolare mi riferisco alle lobby e alle scale, spazi molto importanti da valorizzare”.
I 500 metri quadrati su tre ponti della superficie abitabile includono un appartamento per l’armatore a prua del main deck, quattro cabine doppie per gli ospiti nel ponte inferiore, altrettante per l’equipaggio e un’eventuale cabina ulteriore per il capitano, collegata alla plancia sul ponte superiore. Un “hotel a sette stelle sul mare“, secondo la volontà dei progettisti, in cui l’involucro architettonico è studiato per essere integrato e valorizzato dai contenuti. In un processo di interscambio in cui le componenti “loose” (vale a dire aperte alla trasformazione) sono predominanti, al fine di lasciare piena libertà all’armatore di un’eventuale sostituzione nel tempo.
La dotazione così studiata lascia piena libertà anche nell’utilizzo, sia privato sia commerciale, dato che le unità precedenti dell’Arcadia A115 hanno riscontrato un grande successo nel mercato dei charter. “Per questo motivo – conclude Ugo Pellegrino, amministratore unico del cantiere – nella costruzione on spec di questa unità abbiamo deciso di implementare tutte le specifiche commerciali richieste, in modo che l’armatore possa decidere anche in un secondo momento se fruire di tale possibilità. E in ogni caso, anche se si opti per un utilizzo privato, le caratteristiche richieste dalla charter class si riveleranno un vantaggio anche per l’equipaggio imbarcato”.
Argomenti: Daily Nautica
Noto che ormai le presentazioni degli yachts puntano esclusivamente sugli interni dedicati agli ospiti. Non si parla mai delle dotazioni tecniche e, soprattutto, di quelle relative alla sicurezza. Spesso si enfatizza sulla autonomia ma come è possibile fare traversate con natanti che sono sempre più appartamenti galleggianti? Come si può pensare di affrontare mare brutto con certe vetrate? Oppure questi costosissimi mezzi, dotati di costosissime apparecchiature di navigazione, servono solo per trasferirsi fra porti turistici vicini, solo nella bella stagione? (Però, chi è stato per mare, sa che questo si può incattivire velocemente). Tutto nel nome dell’apparire, con un costo altissimo in termini di ecologia.