L’animale più velenoso del pianeta è una medusa: uccide più di 70 persone all’anno

Al secondo e al terzo posto altri due animali marini: il serpente di mare e il pesce pietra

L’animale più velenoso del pianeta è una medusa: uccide più di 70 persone all’anno

L’animale più velenoso del pianeta è una medusa: uccide più di 70 persone all’anno

Al secondo e al terzo posto altri due animali marini: il serpente di mare e il pesce pietra

4 minuti di lettura

L’animale più velenoso del pianeta? Non è la tarantola, non è nemmeno il cobra. Se volete provare l’emozione di incontrare l’animale con il veleno più letale di tutta la terra, dovete indossare pinne e maschera e tuffarvi in mare. Già, perché l’animale con il veleno più potente, quello in grado di accoppare in meno di in minuto anche un uomo di robusta costituzione, è una medusa. Precisamente la Chironex fleckeri, meglio conosciuta come Vespa di Mare. Ma state tranquilli! Non è una di quelle meduse in cui possiamo imbatterci nel nostro Mediterraneo e che si limitano a secernere un liquido urticante dai tentacoli. 

La Vespa di Mare predilige i caldi mari australiani e il Pacifico meridionale. Tanto bella quanto terribile e letale, questa medusa ha la testa grande come un pallone e da calcio, sotto la quale agita ben 60 tentacoli lunghi sino a tre metri e mezzo ricoperti di pericolosissimi pungiglioni che non lasciano scampo alla vittima. I libri di biologia ci informano che la Chironex fleckeri ha la bellezza di 96 occhi che le regalano una visione “sferica” che le consente di vedere tutto quanto le nuota attorno.

Oltre ad essere assai più grande e velenosa delle meduse che incontriamo nei nostri mari, la Vespa è anche una ottima nuotatrice. Ed anche questa è una sua peculiarità, perché solitamente le meduse si lasciano trasportare dalle correnti. Questa caratteristica la rende ancora più pericolosa perché questo animale non è nuovo ad atteggiamenti aggressivi e si stima che ogni anno uccida tra le 70 e le 80 persone nella sola Australia.

Al contrario del veleno di un serpente o di un ragno, la Vespa non ha bisogno di ricaricare le ghiandole velenifere dopo un attacco. Un solo esemplare adulto può quindi, ipoteticamente, uccidere un centinaio di persone in meno di un minuto soltanto penetrando o graffiando la pelle dei malcapitati per meno di un millimetro. Come dire che il grande e temuto squalo bianco, al suo confronto, è un animaletto da compagnia. 

Il pesce pietra vive mimetizzato nei fondali del mar Rosso. I suoi aculei non lasciano scampo.

Ma la Vespa non è il solo animale pericoloso per il suo veleno che un subacqueo possa incontrare in mare. Nella specialissima hit parade degli animali più tossici della Terra, a fare da damigelle d’onore alla nostra Vespa di Mare troviamo altri due animali dalla brutta fama.

Al secondo posto l’Hydrophiinae Fitzinger, meglio conosciuto con il semplice nome di serpente di mare. Questo rettile è imparentato alla lontana con il cobra ma risulta assai più mortifero. La tassonomia ne ha classificato 57 specie, una più velenosa dell’altra, che prediligono tutte, per nostra fortuna, i caldi mari australiani. Più raramente lo si può trovare nei mari che bagnano l’Africa orientale. Contrariamente ai suoi cugini di terra, il serpente marino non inietta tutto il suo veleno al primo morso. Il che offre qualche possibilità di sopravvivenza alla sua vittima se viene curata in tempo, anche se il suo veleno è molto potente. 

Al terzo posto nella lista degli animali con i quali è consigliabile non litigare in immersione, troviamo il famoso pesce pietra, Synanceia verrucosa. Un animale assai poco socievole che passa la vita a mimetizzarsi nelle barriere coralline nei fondali del Mar Rosso e del Pacifico in attesa di ghermire la sua preda. Non attacca i subacquei, ma c’è il rischio che qualche sventato ci si appoggi sopra, infilzandosi la mano sui suoi acuminati aculei. Un altro buon motivo per cui noi istruttori raccomandiamo prima di ogni immersione di non toccare nulla di ciò che si trova in mare. Una buona regola che ci consente di preservare tanto l’ambiente marino quanto la nostra salute.