Confindustria Nautica: con l’aumento retroattivo dei canoni demaniali e il raddoppio dell’Iva sui noleggi il governo mette in crisi il turismo
Inoltre, con un veto politico, è stato cancellato un intervento nel Decreto Rilancio relativo ai "marina resort", che aveva lo scopo di sostenere il turismo nautico
Inoltre, con un veto politico, è stato cancellato un intervento nel Decreto Rilancio relativo ai "marina resort", che aveva lo scopo di sostenere il turismo nautico
All’indomani della ripartenza post lockdown, Confindustria Nautica, Federturismo Confindustria, Assomarinas, Assonat-Confcommercio, Confarca e Assilea sono insorte contro l’aumento retroattivo dei canoni demaniali dei porti turistici e il raddoppio dell’Iva sul noleggio e la locazione di imbarcazioni, che colpiscono duramente il settore nautico e in particolare il suo segmento turistico, con tutto l’indotto a esso collegato.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il parere negativo della Ragioneria generale sull’emendamento al Decreto Rilancio volto a chiudere il contenzioso giudiziario che oppone da ben 13 anni 23 fra i principali porti turistici del Paese allo Stato. “Queste imprese – sottolineano in una nota le associazioni di categoria – hanno vinto ogni possibile grado di giudizio (fino alla Corte Costituzionale) contro la normativa approvata dal Governo Prodi nel 2007 ma l’Agenzia delle Entrate continua ostinatamente a richiedere i pagamenti non dovuti e a spiccare provvedimenti esecutivi di blocco dei conti correnti e persino di revoca delle concessioni. Anche il TAR Sardegna, con la sentenza n. 382 del 6 luglio 2020, ha ribadito che detti aumenti non possono essere applicati retroattivamente ai rapporti allora in essere e ha addirittura condannato la parte pubblica al pagamento delle spese di giudizio”.
“Questa situazione già critica – prosegue la nota – si è ulteriormente aggravata a causa della circolare dell’Agenzia delle Entrate, che dal 15 giugno scorso detta nuove regole per il calcolo dell’imponibile Iva sul noleggio e la locazione di unità da diporto e che comporta, di fatto, un delta fino a più 11 punti percentuali di imposta rispetto agli altri Paesi concorrenti. Il provvedimento, adottato in conformità con quanto richiesto dalla Commissione UE, segue la cancellazione del 62% dei contratti provocata dal Coronavirus e giunge proprio mentre la Francia ha sospeso l’introduzione delle nuove regole (mantenendo un’aliquota al 10%), la Croazia applica l’Iva turistica (sempre al 10%) e la Grecia ha individuato un escamotage per sottrarvisi del tutto”.
“Inoltre con un veto politico – conclude la nota – è stato cancellato un intervento nel Decreto Rilancio che faceva chiarezza sull’applicazione della disposizione relativa ai cosiddetti ‘marina resort‘ (porti o porzioni di essi attrezzati con specifiche dotazioni turistiche per i diportisti), dedicata al rilancio del turismo nautico e dell’incoming di imbarcazioni dall’estero, e che invece rimane di difficile interpretazione e applicazione. A questo si aggiunge poi un incremento della reiterazione dei controlli in mare che, sebbene motivata dalla necessità di verifiche sanitarie, risulta comunque incomprensibile per i pochi clienti presenti e in controtendenza con il basso rischio delle attività nautiche rilevato dall’Inail”.
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