Lomac Adrenalina 10.5 Limited edition, il rib per volare sull’acqua. La prova di navigazione di LN
La prova di navigazione di Liguria Nautica del nuovo Lomac Adrenalina 10.5 Limited edition. Divertente, sportivo, ma soprattutto veloce, per chi ama correre sulle onde, senza rinunciare alla qualità e all’attenzione per i dettagli di Lomac
La prova di navigazione di Liguria Nautica del nuovo Lomac Adrenalina 10.5 Limited edition. Divertente, sportivo, ma soprattutto veloce, per chi ama correre sulle onde, senza rinunciare alla qualità e all’attenzione per i dettagli di Lomac
Dovevamo provarlo al Salone Nautico di Genova, ma quel giorno le onde superavano la diga foranea del porto e rendevano impossibile qualsiasi boat test. L’appuntamento con il nuovo gommone di Lomac, l’Adrenalina 10.5 Limited edition, è stato però solo rinviato di qualche giorno.
E così eccoci al cantiere Verbella di Sesto Calende, sul Lago Maggiore, per scatenare su queste acque sonnacchiose la potenza di questo rib rivisitato in occasione del 60° anniversario del cantiere milanese. Già da quando arriviamo in banchina, il Lomac Adrenalina 10.5 Limited edition cattura subito l’attenzione. Sarà per i rivestimenti in vera pelle di un colore rosso acceso, sarà per la sua linea “cattiva” e grintosa, ma anche all’ormeggio promette un divertimento assicurato.
A bordo siamo io e Paolo Lo Manto, titolare di Lomac, con a poppa due motori Mercury Verado da 300 cv ciascuno, con inserti che richiamano quelli della cuscineria. Il lago è una tavola ma, si sa, non è mai esente dalle correnti. Nel serbatoio abbiamo 115 litri di carburante, mentre quello dell’acqua è vuoto.
Ci si muove con agio e comodità. Se volessimo trascorrere una giornata di bagni e sole, gli spazi di certo non mancherebbero, così come quelli per condividere un drink alla fonda. Ma per questo vi rimandiamo al video realizzato al Salone Nautico (qui sotto) e ora molliamo gli ormeggi.
I due motori Mercury Verado hanno un’impostazione che li rende silenziosissimi (tanto da sembrare spenti) oppure che ne esalta il rombo, un po’ come avviene con le auto sportive. Sta all’armatore scegliere. Certo che, parlando di adrenalina, anche l’orecchio vuole la sua parte.
IN NAVIGAZIONE: VELOCITA’ E CONSUMI
Vediamo velocità e consumi ai vari regimi di motore (tutti i dati relativi ai consumi si riferiscono a un motore, quindi vanno moltiplicati per 2).
Uscendo dal porto a 600 rpm e ad una velocità di 3,5 kn, il consumo è di 3,2 litri/ora per ciascun motore. A 1.000 rpm la velocità è di 5,3 kn e il consumo di 5,4 l/h, a 1.500 rpm siamo a 7,3 kn e 9,3 l/h di consumo, mentre a 2.000 rpm entriamo agevolmente in planata, ad una velocità di 10 kn e con un consumo di 15 l/h. A 2.500 rpm la velocità sale a 15 kn, ma il consumo aumenta di poco: 18,8 l/h. Il salto a 3.000 rpm ci porta a 22,5 kn, consumando 26,6 l/h.
Per raggiungere i 30 kn, invece, dobbiamo andare a 3.500 giri, con un consumo di 35 l/h. Solo mille giri in più, a 4.500 rpm, per raggiungere i 40 kn (56 l/h), con i motori che non fanno il minimo sforzo. Sembra di andare a velocità di crociera. Ma 40 nodi iniziano a essere tanti. A 5.500 rpm tocchiamo i 50 kn, consumando 91,5 l/h. Arriviamo, infine, a 6.000 rpm, con la velocità massima di 55,8 nodi e un consumo di 93,8 l/h.
Partendo da fermi, entriamo in planata in meno di 3 secondi. Durante la navigazione, anche a 40 nodi, possiamo dialogare senza alzare la voce, merito dei motori molto silenziosi e di un parabrezza che ripara in modo adeguato il pilota e il copilota. Proviamo qualche manovra, sempre a 40 nodi: la virata è comunque stretta, il rib si appoggia egregiamente sui tubolari, senza tentennamenti e senza costringere il pilota a dover togliere la manetta per evitare bruschi cambi di rotta. La velocità scende al massimo di 1, 1,5 nodi.
Quando le manette sono tutte abbassate, invece, a più di 55 nodi, il divertimento è assoluto. Grazie anche all’assenza di onde, sembra di volare sull’acqua e il trim permette di pulire ulteriormente la scia e soprattutto guadagnare ancora qualche nodo. A quella velocità, il Lago Maggiore appare veramente stretto, ma il pilota si sente sicuro e, seppur con adrenalina, si ha sempre la sensazione (reale) di avere il mezzo sotto controllo.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica, Liguria, mare