A Genova il primo piano in Italia di “Ship recycling” per demolire una nave cementiera
Per la prima volta in Italia è stato approvato un piano di “Ship recycling” per la demolizione di una nave. E’ il caso della Mar Grande, che sarà demolita ai cantieri San Giorgio del Porto di Genova
Per la prima volta in Italia è stato approvato un piano di “Ship recycling” per la demolizione di una nave. E’ il caso della Mar Grande, che sarà demolita ai cantieri San Giorgio del Porto di Genova
Il primo piano di Ship recycling approvato in Italia è stato firmato a Genova. Il comandante della Capitaneria di Porto di Genova, ammiraglio Nicola Carlone, ha infatti approvato nei giorni scorsi il piano di riciclaggio della M/n Mar Grande, una nave con bandiera italiana, la cui demolizione sarà eseguita a Genova, nei cantieri navali San Giorgio del Porto.
Si tratta di un’ex nave cementiera costruita nel 1970, lunga 96 metri e con una stazza lorda di circa 2.800 tonnellate. La nave si trova già ormeggiata nel porto di Genova e sarà demolita in circa 90 giorni.
COS’è IL PIANO DI SHIP RECYCLING
E’ il primo caso di demolizione navale in Italia avviato ai sensi del Regolamento UE 1257/2013 e delle linee guida dell’International Maritime Organization, attraverso le quali vengono assicurate procedure compatibili per le matrici ambientali (aria, acqua, suolo) e, contestualmente, la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Il 12 ottobre 2017, con un decreto ministeriale, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme al Ministero dell’Ambiente, ha, infatti, assegnato al Comando Generale delle Capitanerie di Porto la vigilanza sulla corretta applicazione del regolamento comunitario, affidando agli uffici territoriali del Corpo l’approvazione dei piani di ship recycling e l’esecuzione delle relative attività di controllo.
COSì VERRà DEMOLITA LA NAVE MAR GRANDE
Le operazioni prevedono una prima fase di alleggerimento con la nave in galleggiamento, seguita da una seconda fase in bacino, nel corso della quale è prevista la rimozione di tutti i liquidi ancora presenti a bordo (oli residui, acque di sentina, etc.) e il taglio di tutte le lamiere, dalle sovrastrutture alla chiglia.
Tutti i materiali pericolosi presenti a bordo, compreso l’amianto, sono stati rigorosamente inventariati e il piano di ship recycling approvato dall’autorità marittima ha certificato il rispetto delle norme sulla gestione dei rifiuti e sulla prevenzione delle matrici ambientali. Tutti i rifiuti prodotti dalla demolizione dell’unità, saranno quindi caratterizzati e soggetti a preciso tracciamento, con previsione del maggior recupero possibile in impianti esterni al porto.
Il procedimento di approvazione ha visto il coinvolgimento della Città Metropolitana di Genova, che a suo tempo ha rilasciato al cantiere San Giorgio del Porto l’autorizzazione integrata ambientale per l’attività di demolizione navale, e di Arpal, che ne ha approvato il piano di monitoraggio e controllo per tutte le fasi delle operazioni, oltre che di una serie di altri enti interessati, a vario titolo, dall’attività di demolizione.
Tra l’altro San Giorgio del Porto è l’unico cantiere italiano iscritto nell’elenco europeo dei cantieri autorizzati a demolire navi superiori a 500 tonnellate di stazza, potendo vantare una lunga esperienza nel settore delle demolizioni navali, tra le quali il relitto della Costa Concordia.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica, Genova