Un libro sugli antichi gozzi: memorie mediterranee per salvare un pezzo di storia
Il libro "Gozzi, pescatori e marinai" è edito da "La Nave di Carta" nella collana "Museo Navigante", dedicata alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio marittimo materiale e immateriale
Un libro sugli antichi gozzi: memorie mediterranee per salvare un pezzo di storia
Il libro "Gozzi, pescatori e marinai" è edito da "La Nave di Carta" nella collana "Museo Navigante", dedicata alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio marittimo materiale e immateriale
Gli antichi gozzi sono una specie in via di estinzione ma per secoli sono state le barche da lavoro di pescatori e marinai del Mar Mediterraneo. A raccontare la vicenda di queste antiche imbarcazioni che hanno fatto la storia dei vari mari è lo storico genovese della marineria Giovanni Panella nel volume “Gozzi, pescatori e marinai“, edito da “La Nave di Carta”.
Un vero e proprio viaggio dal Mar Tirreno alla Tunisia, dal Mar Adriatico al Mar Egeo, con un’inattesa scappata oltreoceano, a San Francisco, dove un gozzo è diventato il simbolo della comunità italiana. “Ogni volta che un tradizionale gozzo viene demolito – spiega Panella – perdiamo inevitabilmente un pezzo di storia. Per secoli queste barche sono state il mezzo di sostentamento delle comunità costiere e, in un certo senso, ne rappresentano la cultura, come testimoniano le decine di varianti locali”.
Infatti, a seconda della zona, i nomi cambiano in gozzi, gussu, vuzzi, guz, bussi, pointus, gajeta, barquette, lodsù, luzzu, dghajsa e mourre de pouar, ma le caratteristiche sono simili: lunghezza dai 4 ai 10 metri, poppa a punta, prua che si prolunga nella particolare pernaccia a cui fissare le reti e le cime, propulsione a remi oppure a vela latina o a tarchia, banco di voga al centro e puntate parzialmente.
Costruiti “ad occhio” dai maestri d’ascia, dei gozzi del passato esistono veramente pochi disegni, quasi sempre eseguiti in tempi recenti da studiosi, mentre sono invece numerose le tracce che queste barche hanno lasciato nella storia del mare, raccontate appunto nel libro. Le vicende delle barche si intrecciano, infatti, a quelle dei lavoratori del mare, pescatori, marinai, maestri d’ascia (a Levanto i F.lli Schiaffino), calafati e carpentieri, in un affascinante racconto corale dove non mancano le voci di grandi scrittori.
“Salvare gozzi per salvare la memoria” è l’appello dell’autore, che si fa anche portavoce di coloro che, con fatica, lavorano per salvare gli ultimi gozzi del Mediterraneo. Con questo interessante libro, “La Nave di Carta” rinsalda quindi la propria missione per la promozione della cultura del mare. Il volume è edito nella collana “Museo Navigante”, dedicata alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio marittimo materiale e immateriale.
Guido Ghersi
Argomenti: Daily Nautica