A Genova è di nuovo allarme velelle. Il video dell’invasione a Nervi
Nelle immagini un enorme banco di velelle è pronto a spiaggiarsi sugli scogli sottostanti la passeggiata di Nervi. Come ogni anno, in questo periodo, le spiagge sono di nuovo invase dalle “barchette di San Pietro”
Nelle immagini un enorme banco di velelle è pronto a spiaggiarsi sugli scogli sottostanti la passeggiata di Nervi. Come ogni anno, in questo periodo, le spiagge sono di nuovo invase dalle “barchette di San Pietro”
Da lontano sembra quasi uno sversamento di idrocarburi avvenuto al largo e spinto dalla corrente verso riva. Invece è un enorme banco di velelle, pronto a spiaggiarsi sugli scogli sottostanti la passeggiata “Anita Garibaldi” di Nervi, a Genova.
Come ogni anno, ai primi di aprile, sulle coste liguri si ripropone il problema dell’invasione di decine di migliaia di esemplari di Velella velella, detta anche “barchetta di San Pietro”, una parente stretta delle meduse. Si tratta di un idrozoo che forma colonie di polipi galleggianti.
È caratterizzata dal colore blu, che le fornisce una schermatura dalla luce ultravioletta e da una piastra chitinosa con la caratteristica “vela” sopra. Il diametro di una velella è di pochi centimetri ma l’aggregazione tra diverse unità forma grandi chiazze bluastre che si estendono sulla superficie marina anche per chilometri.
Il colore e la formazione di questi agglomerati a volte inducono l’osservatore a credere che queste chiazze siano in realtà macchie di petrolio. Proprio come si vede in questo video girato sulla passeggiata di Nervi: a prima vista sembra che gli scogli sotto la passeggiata stiano per essere travolti da una macchia di idrocarburi. Invece, guardando meglio, è possibile capire che si tratta di tantissimi esemplari di piccole “meduse” blu.
Al di là dell’aspetto, il successivo spiaggiamento a riva delle velelle provoca odori sgradevoli come tutti gli organismi in decomposizione. La Velella velella, nonostante possieda cnidocisti (organi urticanti), non è urticante. Il fenomeno viene monitorato ogni anno dai tecnici di Arpal.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica, vela