30 maggio 2022

Anche i delfini del Mar Nero vittime della guerra in Ucraina

30 maggio 2022

Sembrano essere oltre 100 i delfini spiaggiati sulle coste turche dall’inizio della guerra

Anche i delfini del Mar Nero vittime della guerra in Ucraina

Sembrano essere oltre 100 i delfini spiaggiati sulle coste turche dall’inizio della guerra

4 minuti di lettura

La guerra in Ucraina sta portando lutti, devastazioni, miseria e lacrime alla popolazione di questo martoriato Paese. In effetti, non ci sono parole per descrivere quello che sta succedendo in una nazione non molto lontana da noi. O forse le parole vengono dette e ripetute così tanto dai mass media da diventare normalità quotidiana, tanto da entrare nella prassi giornaliera dei telegiornali e delle chiacchiere da bar.

Di un argomento, però, non si è parlato, perché ovviamente subissato dall’orrore che interessa gli esseri umani, soprattutto i civili: l’ambiente. Per quanto riguarda quello del Mar Nero, sicuramente la guerra sta influendo negativamente sulla biodiversità in maniera pesante. Spieghiamoci meglio. Il Mar Nero, già di per sé, ha una serie di problemi. È praticamente un mare chiuso, in cui la pesca intensiva è eccessiva e in cui si vedono gli effetti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e dell’eutrofizzazione dovuta agli scarichi fognari e a quelli dei numerosi fiumi che in esso sfociano.

Ora la Turkish Marine Research Foundation, un ente per la protezione dell’ambiente attivo dal 1996, avverte che la guerra potrebbe anche creare una crisi della fauna selvatica. In un comunicato stampa, la TUDAV ha infatti ricordato come “le zone umide e le riserve della biosfera nel Mar d’Azov, nel Delta del Danubio e nel Golfo di Odessa, sono i luoghi in cui la biodiversità è più fragile. Queste regioni risiedono all’interno delle destinazioni migratorie degli uccelli. È inevitabile mettere in pericolo le specie che scelgono queste regioni per riprodursi, nutrirsi, migrare e deporre le uova dove quotidianamente si verificano bombardamenti e spari”.

“D’altra parte – continua la fondazione – il Golfo di Odessa, dove risiedono decine di navi militari che manovrano, prendono fuoco e lanciano missili balistici, è un terreno di alimentazione per le specie ittiche costiere e per i delfini. Inoltre, la distruzione delle alghe rosse in via di estinzione (Phyllophora) che forniscono terreno di vita a molte specie marine in questa regione, e diminuiscono rapidamente nel Mar Nero, è fonte di preoccupazione per la biodiversità”.

I problemi sono, in effetti, di grande portata e hanno origini diverse, tutte dipendenti dallo stato di guerra. La benzina e gli inquinanti delle navi affondate, che sono state causa anche di emissione di gas velenosi nell’atmosfera, il fiume Dnepr, spesso in prima linea, con un forte flusso di acque inquinate dalle sostanze tossiche rilasciate dalle munizioni che affluiscono in mare, e il quantitativo enorme di mine antinave rilasciate nel Mar Nero da entrambe le parti, il cui numero è sconosciuto ma sicuramente considerevole e che ha causato il blocco delle attività di pesca da parte dei battelli della Turchia per il pericolo di incidenti.

In più l’uso di sonar a bassa frequenza e il rumore delle navi e delle esplosioni rappresentano un’altra minaccia per le specie che, come i mammiferi marini, utilizzano i suoni per nutrirsi, aggregarsi e navigare. Sembrano essere oltre 100 i delfini spiaggiati sulle coste turche dall’inizio della guerra: un numero enorme. Quale potrà dunque essere l’esito ambientale nel Mar Nero di una guerra che utilizza munizioni infiammabili, tossiche, radioattive ed esplosive, i cui residui si mescolano con il suolo, l’acqua e il mare?

La Turkish Marine Research Foundation sostiene che i Paesi che si affacciano sul Mar Nero e le istituzioni specializzate dell’ONU vogliono esaminare la situazione di distruzione ambientale causata dalla guerra. Inoltre, suggerisce un programma di monitoraggio regionale, al fine di studiare a fondo gli effetti della guerra sui sistemi marini, atmosferici e terrestri e sulla vita presente in essi.

Di certo la sicurezza marittima, ambientale e alimentare nel Mar Nero è in serio pericolo. “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”, scriveva Karl von Clausewitz. Pensavamo tutti che questa visione del mondo, almeno dalle nostre parti, nella nostra civiltà avanzata, fosse solo materia di studi storici. Una realtà che non avrebbe più fatto parte della nostra vita. Ma purtroppo così non è.

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