14 novembre 2024

Cucciolo di capodoglio nano ucciso dalla plastica in Florida

14 novembre 2024

L'ingestione di un sacchetto di plastica ha causato delle terribili ulcere, che gli hanno impedito di nutrirsi

Cucciolo di capodoglio nano ucciso dalla plastica in Florida

L'ingestione di un sacchetto di plastica ha causato delle terribili ulcere, che gli hanno impedito di nutrirsi

3 minuti di lettura

Il 16 settembre scorso un bagnante ha allertato la Florida Fish and Wildlife Conservation Commission, segnalando la presenza di un cucciolo di delfino spiaggiato. Arrivati sulla spiaggia di Butler a St Augustine, in Florida, lo staff e i volontari si sono invece trovati di fronte ad una specie che non conoscevano: si trattava infatti di un cucciolo di capodoglio nano, una rara specie chiamata Kogia sima.

Il povero animale stava chiaramente male e della madre non c’era l’ombra. Appariva molto emaciato e sofferente ed è stato portato in un pronto soccorso veterinario. La piccola balena era ormai in fin di vita e, dopo una consultazione con la NOAA, è stato deciso di sopprimerla mediante una forma di eutanasia. Durante la successiva autopsia è risultato palese il motivo della morte: l’ingestione di un sacchetto di plastica che gli ha causato delle terribili ulcere, impedendogli poi di nutrirsi.

Il cogia di Owen o Kogia sima è un cetaceo che vive negli oceani temperati e tropicali di tutto il mondo e che venne descritto per la prima volta dal biologo Richard Owen nel 1866. Si tratta di una specie di capodoglio di piccole dimensioni, lungo circa due metri e mezzo per 250 chili di peso, caratterizzato da colore grigio, testa squadrata e corpo robusto. Simile al cogia di de Blainville, è stato distinto da questo solo nel 1998, a causa delle scarse informazioni dovute alla difficoltà di incontro con gli animali di questa specie, per i quali non si è nemmeno riusciti a fare una stima della popolazione mondiale.

La specie venne però definita “minacciata” a causa della pesca in acque asiatiche, ma soprattutto per il pericolo di ingestione di plastica o di intrappolamento nelle reti lasciate alla deriva. Il Kogia sima è un mammifero che si ciba di calamari, che mangia risucchiandoli in bocca, e vive in piccoli branchi che raggruppano un massimo di quattro esemplari. I suoi predatori naturali sono invece le orche e i grandi squali come lo squalo bianco.

“La plastica – spiega Christy Leavitt, direttrice della campagna sulla plastica di Oceana – non è stata solo scaricata su di noi come società ma è stata anche scaricata sui nostri oceani e sulla fauna marina. Non c’è nulla di naturale in un sacchetto di plastica nella pancia di un cucciolo di balena. La produzione di plastica sta aumentando a un ritmo rapido e così anche la quantità di plastica che finisce negli oceani. Molte tragedie causate dalla plastica nell’oceano passano inosservate e quelle che vediamo sono solo un’istantanea. La crisi della plastica è profonda, ampia e pervasiva e colpisce gli ecosistemi e gli animali in modi che stiamo solo iniziando a comprendere. I nostri leader devono fare di più per proteggere la fauna marina dall’inquinamento da plastica. Dobbiamo ridurre la produzione e l’uso di plastica monouso non necessaria per il bene della salute degli animali, della nostra salute e della salute del nostro pianeta blu”. Sul ritrovamento del povero animale è stato girato anche un toccante video.

 

Fonte foto: Wikipedia

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