Earth Insight: “Il boom del gas naturale liquefatto minaccia gli ecosistemi costieri e marini”

Secondo uno studio di Earth Insight i nuovi impianti di LNG aumenteranno l’intensità del trasporto marittimo e l’inquinamento acustico nei corridoi migratori marini, nelle aree di accoppiamento e di crescita di specie come balene e delfini e in importanti zone protette o riservate alla pesca

2 July 2024 | di Paolo Ponga

Un allarme è stato lanciato da uno studio effettuato dall’organizzazione di ricerca Earth Insight di Sacramento, in California, che, come recita il sito, si occupa di “mappare, prima che diventino realtà, le minacce derivanti dall’espansione dei combustibili fossili, dall’attività mineraria e da altre attività industriali agli ecosistemi chiave e alle comunità indigene e locali”. Le nuove mappe dipingono infatti un quadro che fa riflettere sugli attuali piani per espandere le infrastrutture del Liquefied Natural Gas (LNG) in tutto il mondo. Un operazione che, secondo lo studio, porterebbe ad un’ulteriore minaccia per gli ecosistemi costieri e marini.

L’LNG è composto principalmente da gas metano, che una volta raffreddato diventa liquido e può essere immagazzinato e trasportato via mare mediante apposite navi cisterna. La combustione del metano per ottenere energia produce chiaramente meno anidride carbonica rispetto ad altri combustibili fossili come il petrolio o il carbone e viene quindi considerato come un carburante “di transizione” nella lotta contro il cambiamento climatico. Tuttavia, il metano stesso è di per sé un gas serra, responsabile di quasi un terzo di tutto il riscaldamento globale che stiamo vivendo oggi.

Earth Insight pone l’accento su cinque aree a rischio:

  • le Filippine, dove la costruzione di nuovi terminali LNG aumenterà la pressione su uno dei luoghi marini con la maggiore biodiversità di tutti gli oceani. La regione, spesso chiamata “l’Amazzonia degli oceani”, è già una delle rotte marittime più trafficate del mondo ed è stata colpita da una fuoriuscita di petrolio nel 2023, con conseguenze devastanti.
  • lo stato messicano della Baja California, dove una nuova infrastruttura di LNG minaccia “l’acquario del mondo”, che ospita il 40% di tutti i mammiferi e molte specie in via di estinzione. Se i piani attuali andranno avanti, saranno costruiti otto nuovi terminal in una regione che è un santuario delle balene ed è elencata come patrimonio mondiale dell’Unesco,
  • la costa del Mozambico in Africa orientale, dove gli sviluppi nella raccolta del gas hanno già causato lo spostamento forzato delle comunità locali e nuovi piani minacciano diverse specie marine in pericolo. L’espansione offshore avverrà lungo una costa piena di mangrovie e barriere coralline.
  • il Brasile, dove ci sono piani per costruire nuovi terminali LNG lungo la costa atlantica, una regione che è già ingombra di infrastrutture di petrolio e gas. Saranno particolarmente colpite le popolazioni di balene, perché i nuovi sviluppi si sovrappongono alle loro aree di riproduzione e alle rotte di migrazione.
  • gli Stati Uniti, dove gli sviluppi lungo la costa del Golfo avranno un impatto sproporzionato sulle comunità di colore di alcuni degli stati più poveri del Paese, nei quali le persone già soffrono fenomeni di inquinamento ambientale e l’intensificarsi di uragani e tempeste alimentati dal cambiamento climatico.

Il rapporto, pubblicato in collaborazione con le organizzazioni Say No to LNG, CEED Philippines, Friends of the Earth Mozambique/Justiça Ambiental!, Port Arthur Community Action Network (PACAN), Defensa Ambiental del Noroeste (DAN) Mexico e ARAYARA Brazil, traccia un quadro preoccupante degli attuali piani per espandere le infrastrutture del gas naturale liquefatto in tutto il mondo e avverte che i nuovi impianti di LNG aumenteranno l’intensità del trasporto marittimo e l’inquinamento acustico nei corridoi migratori marini, nelle aree di accoppiamento e di crescita di specie come balene e delfini e in importanti zone protette o riservate alla pesca.

È stato inoltre calcolato che gli investimenti dei governi di tutto il mondo previsti per lo sviluppo delle infrastrutture di gas naturale supereranno i mille miliardi di dollari, continuando in questo modo a bloccare la ricerca di nuove fonti energetiche per rimanere sempre su quelle fossili, anche se meno inquinanti.

Le soluzioni proposte

La maggior parte dei Paesi in cui è prevista l’espansione dell’estrazione del gas naturale liquefatto ha una grande capacità di fornire energia rinnovabile. Le energie eolica, solare e delle maree offrono alternative più pulite e con minori impatti sociali e ambientali. Queste fonti di energia potrebbero essere utilizzate per alimentare le micro-reti energetiche, fornendo elettricità alle popolazioni e alle industrie locali, soprattutto in quelle aree a grande rischio ambientale ricche di diversità e vita marina.

Una cosa è certa: poter dirottare almeno una parte degli enormi fondi destinati a questo tipo di raccolta di combustibile fossile verso la ricerca scientifica di nuove metodologie più performanti per utilizzare le rinnovabili, potrebbe avvicinare l’uomo a nuove possibilità non ancora a nostra disposizione. Si tratta di avere una visione a lungo termine e fondata non solo sui bisogni immediati, nella quale il mare e l’ambiente sono la nostra casa e non una semplice fonte di sfruttamento. Un’impresa non facile.

 

Fonte immagine di copertina: Wikipedia

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