Giornata mondiale dell’acqua: entro il 2050 Suzuki userà prevalentemente risorse idriche sostenibili
La Suzuki Motor Corporation ha intrapreso un percorso di ricerca e sviluppo volto a contribuire alla salvaguardia dell'ambiente in tutte le sue forme
La Suzuki Motor Corporation ha intrapreso un percorso di ricerca e sviluppo volto a contribuire alla salvaguardia dell'ambiente in tutte le sue forme
Il 22 marzo si è celebrata come ogni anno la “Giornata mondiale dell’acqua“, istituita allo scopo di promuovere azioni concrete per diffondere la consapevolezza dell’importanza di tutelare le risorse idriche. Un tema molto sentito dalla Suzuki Motor Corporation, che ha intrapreso un percorso di ricerca e sviluppo, con investimenti complessivi stimati nell’ordine di 31,8 miliardi di euro entro il 2030, volto a contribuire alla salvaguardia dell’ambiente in tutte le sue forme.
Con il documento “Suzuki Environmental Vision 2050“, l’azienda giapponese, unitamente alle filiali presenti nei vari Paesi, ha infatti già fissato i suoi principali obiettivi, come ridurre del 40% la CO2 emessa dai veicoli Suzuki entro il 2030, per poi arrivare al 90% entro il 2050. Gli stessi target riguardano anche le emissioni rilasciate dai fuoribordo, che hanno visto una riduzione pari al 12% (che entro il 2025 salirà al 15%).
La campagna per il risparmio d’acqua
Parlando di acqua, sempre entro il 2050 Suzuki prevede di utilizzare prevalentemente risorse idriche sostenibili, riducendo al minimo il carico sull’ambiente. Questo avverrà lavorando sulla riduzione del prelievo di acqua, ovvero arrivando già nel 2030 al trattamento di tutta quella utilizzata nei siti di produzione, in modo da renderla pura e quindi riutilizzabile. La campagna in atto per il risparmio d’acqua include anche gli stabilimenti e gli uffici Suzuki in Giappone, dove sono stati realizzati sistemi di raffreddamento e condizionamento ad aria, più efficienti rispetto a quelli ad acqua.
Un altro importante accorgimento per evitare lo spreco d’acqua è stato dotare tutti i locali di rubinetti a risparmio idrico, nonché rendere consapevoli i dipendenti con un’opportuna campagna di informazione interna all’azienda. Nelle filiali italiane, ad esempio, sono state installate delle fontanelle, che hanno sostituito le bottiglie di plastica dei distributori automatici, evitando così il consumo di oltre 20 mila pezzi all’anno.
Il piano per ridurre l’impatto ambientale
Per quanto riguarda invece gli investimenti, interessano soprattutto i prodotti, compresa la gamma dei fuoribordo, per la quale è previsto un importante efficientamento complessivo volto a ridurne l’impatto ambientale nell’utilizzo. Per i nuovi fuoribordo di media cilindrata, ad esempio, il rapporto di compressione elevato, unito a una maggiore efficienza termica, favorisce la riduzione delle emissioni. Questa transizione sta prendendo forma grazie alla “Suzuki Green Technology“.
Il piano prevede non solo una significativa attività di riprogettazione delle unità termiche ma anche il debutto nel 2024 di una nuova linea di fuoribordo elettrici, dedicati a chi utilizza la barca soprattutto su laghi e fiumi. Suzuki prevede di lanciare 5 nuovi modelli entro l’anno fiscale 2030, con una percentuale di motorizzazioni EV del 5%. Per le unità endotermiche di grande potenza, invece, si sta valutando la possibilità di adottare carburanti sintetici, a zero emissioni di anidride carbonica.
Il tema del riciclo
I fuoribordo Suzuki di nuova generazione sono “più puliti” durante l’utilizzo in acqua, così come più attento all’ambiente è il loro processo produttivo, che tiene conto anche del ciclo di fine vita: per poter riciclare il più possibile le parti dei motori ormai inutilizzabili è essenziale che siano facilmente e rapidamente smontabili, in modo da differenziare lo smaltimento e rendere tale processo virtuoso e più economico. L’adozione in percentuale sempre più rilevante di componenti realizzati in materiale termoplastico (utilizzato per le parti esterne di grandi dimensioni), oltre a garantire una maggiore durata ai fuoribordo, ne agevola il riciclo.
Proprio sul tema del ciclo di fine vita dei prodotti, Suzuki ha aderito e sostiene, insieme ad altre sei importanti aziende manifatturiere, il programma chiamato “FRP Boat Recycling System“, promosso dalla Japan Marine Industry. Partito nel 2007 sul mercato domestico, il piano ha come obiettivo non solo prevenire la demolizione delle imbarcazioni in vetroresina con processi inadeguati ma anche promuovere cicli di smaltimento che siano facilitati da una progettazione dell’imbarcazione che semplifichi lo smontaggio delle unità da rottamare. In questo modo gli scarti di vetroresina possono essere facilmente trasportati in impianti appositi, frantumati, selezionati e trasformati in materiali inerti utilizzabili nella costruzione di case ed edifici.
L’impegno contro l’inquinamento da plastica
Altra attività in cui Suzuki è fermamente impegnata è la riduzione dell’utilizzo della plastica, essendo quest’ultima uno dei principali prodotti che devasta l’ambiente, inquinando soprattutto l’acqua e i mari. Il packaging, ovvero il sistema per il confezionamento dei prodotti, è uno degli ambiti dove l’uso della plastica è dilagato. L’azienda giapponese ha quindi deciso di rivedere completamente i propri sistemi d’imballaggio, riprogettandoli per ridurre e, quando possibile, eliminare totalmente il materiale plastico.
Meno plastica si produce, minore è il rischio che finisca in mare, dove, con il passare del tempo, si scioglie diventando anche più pericolosa, in quanto assume dimensioni micro e attraverso la fauna sottomarina viene introdotta nella catena alimentare su cui si regge la vita del pianeta. Il dispositivo #lavalacqua o Suzuki Micro Plastic Collector, che attraverso il sistema di raffreddamento dei fuoribordo filtra l’acqua e raccoglie le microplastiche disciolte, è l’ennesima testimonianza di quanto l’impegno di Suzuki verso l’ambiente sia davvero a 360°.
Mirando alla neutralità carbonica
“Sho-Sho-Kei-Tan-Bi”, che si traduce in “più compatto, meno numeroso, più leggero, più contenuto, più ordinato“, è il concetto di produzione introdotto da Suzuki nelle proprie fabbriche, che, abbinato al processo di digitalizzazione delle linee produttive, ottimizzerà, minimizzerà e semplificherà il flusso di dati, di materie e di energia, mirando alla neutralità carbonica in Giappone e in Europa entro il 2050 e in India entro il 2070. A tal fine l’azienda ha deciso di impiegare nei processi di produzione energie rinnovabili, come quelle generate dall’impianto eolico dello stabilimento di Kosai e dagli impianti a energia solare degli stabilimenti di Hamamatsu, Maruti Suzuki, Pak Suzuki, Makinohara e Maisaka.
“Suzuki – spiega Paolo Ilariuzzi, direttore delle divisioni Moto e Marine di Suzuki Italia – sta valutando qualsiasi possibile soluzione per utilizzare fonti di energia e carburanti alternativi per il raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio, la cosiddetta neutralità del carbonio, entro i termini prefissati nella Suzuki Environmental Vision 2050. The Ultimate Outboard Motor, il payoff che caratterizza la gamma dei fuoribordo Suzuki, è espressione di avanguardia nella progettazione. I clienti Suzuki scelgono i nostri motori per le performance e l’affidabilità ma ciò che proponiamo rappresenta il meglio della tecnologia anche per quanto riguarda l’efficienza e il basso impatto ambientale“.
“Sono valori – conclude Ilariuzzi – che il mercato ha percepito e che ci hanno aiutato a crescere di anno in anno. Rispetto al periodo pre-Covid la domanda di fuoribordo Suzuki è lievitata molto, un vero e proprio boom. Le nostre vendite sono cresciute del 18% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Nonostante ciò non siamo riusciti ad accontentarli tutti, perché non avevamo più motori da vendere. Questo è l’unico cruccio”.
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