18 giugno 2024

Giappone e Islanda approvano la caccia alle balenottere comuni

18 giugno 2024

Il Giappone ha annunciato che quest'anno permetterà alla Kyodo Senpaku di uccidere ben 59 balenottere comuni, mentre l'Islanda ha rilasciato alla Hvalur hf un permesso di caccia commerciale per uccidere fino a 128 esemplari

Il Giappone ha annunciato che quest'anno permetterà alla Kyodo Senpaku di uccidere ben 59 balenottere comuni, mentre l'Islanda ha rilasciato alla Hvalur hf un permesso di caccia commerciale per uccidere fino a 128 esemplari

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Il Giappone e l’Islanda hanno deciso di consentire alle ultime compagnie dei loro Paesi specializzate nella caccia alle balene, di farlo anche con le balenottere comuni, il secondo animale più grande del pianeta. Adottando le raccomandazioni di un comitato favorevole alla caccia delle balene, l’Agenzia giapponese per la pesca ha infatti annunciato che quest’anno permetterà alla Kyodo Senpaku di Tokyo di uccidere ben 59 balenottere comuni nel Pacifico settentrionale, in aggiunta alla quota annuale di 25 balenottere boreali, 150 balene di Bryde e 142 balenottere minori.

La Kyodo Senpaku è un’azienda a scopo di lucro che dal 1987 al 2018 ha effettuato la raccolta, la lavorazione e la vendita all’ingrosso dei sottoprodotti delle balene per conto dell’Istituto di Ricerca sui Cetacei, in conformità con l’articolo VIII dell’International Whaling Commission, che consente la vendita e l’utilizzo dei sottoprodotti di tale attività “scientifica”. Tuttavia, nel dicembre 2018, dopo che il Giappone si è ritirato dall’IWC a causa di disaccordi sul futuro dell’industria della caccia alle balene, l’azienda è stata trasformata in una vera e propria società con scopi commerciali e le autorità giapponesi hanno dichiarato che alla sua flotta sarebbe stato consentito di condurre la caccia all’interno della propria zona economica esclusiva (ZEE), piuttosto che nell’Antartico e nel Nord Atlantico come aveva fatto in precedenza.

La Kyodo Senpaku è l’unica azienda al mondo che impiega ancora il sistema di caccia alle balene tramite nave madre, ovvero impiegando navi più agili per la strategia predatoria, per poi trasferire le carcasse su una nave madre per il congelamento e lo stoccaggio, invece di portarle in strutture situate a terra. Essendo la vecchia nave officina ormai obsoleta, la Kyodo Senpaku ha costruito una nuovissima nave madre, la Kangei Maru, che è stata varata un mese fa. Per la costruzione della nave da 7,5 miliardi di yen (circa 44,4 milioni di euro) la società ha fatto affidamento su prestiti governativi che ripagherà nei prossimi 20 anni.

“La decisione di consentire l’uccisione delle balenottere comuni – spiega Sue Fisher, consulente politico senior del Marine Wildlife Program presso l’Animal Welfare Institute (AWI) – è un disastro per il benessere e la conservazione, con gravi implicazioni diplomatiche e legali per il Giappone. Si perpetua un circolo economico vizioso che il Giappone deve spezzare. La Kyodo Senpaku non riesce infatti a vendere la carne di balena di cui già dispone. Ciononostante, l’azienda continua a chiedere al governo quote più elevate e un maggiore sostegno finanziario nella speranza che la miracolosa ripresa delle vendite di carne possa compensare i suoi debiti crescenti”.

“La Kyodo Senpaku – prosegue Fisher – si trova ora ad affrontare una bomba ad orologeria finanziaria, costituita dai costi di stoccaggio in corso per il suo massiccio eccesso di carne di balena, insieme al rimborso di prestiti pubblici e privati associati allacquisto di carne di balena dallIslanda e alla costruzione della nuova nave madre. Macellare le balenottere adesso non è redditizio, non ha più senso dal punto di vista finanziario. Il governo giapponese non ha agito in modo responsabile e le balene ne pagheranno il prezzo”.

Nel frattempo in Islanda Bjarkey Olsen Gunnarsdotti, ministro dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e della Pesca, ha rilasciato alla compagnia baleniera Hvalur hf un permesso di caccia commerciale per uccidere fino a 128 balenottere comuni. “L’AWI – afferma Kate O’Connell, consulente politico senior per il Marine Wildlife Program dell’Animal Welfare Institute – è profondamente deluso dalla decisione del governo islandese di consentire la continuazione della caccia alle balene a scopo commerciale. Questa decisione condanna più di cento balene a una morte crudele e non necessaria nonostante le prove video schiaccianti dell’Autorità alimentare e veterinaria islandese, che dimostrano come la caccia alle balene non possa essere condotta in modo umano”.

Secondo l’AWI, nel 2022 l’azienda baleniera islandese ha ucciso 148 balenottere comuni e altre 24, tra cui una femmina incinta, l’anno scorso. Il ramo della compagnia che si occupa della caccia alle balene ha operato in perdita per anni a causa della mancanza di domanda di prodotti di balena sia a livello nazionale che in Giappone, dove 2.000 tonnellate di carne di balenottera comune islandese continuano a languire invendute nei congelatori. Inoltre, sia le quote di caccia alle balene del Giappone che quelle alle balene dell’Islanda non sono state approvate dall’International Whaling Commission, l’organizzazione globale responsabile della conservazione delle balene e della gestione della caccia a questi meravigliosi mammiferi.

 

Fonte foto: Wikipedia

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