Gli orari di caccia degli squali: ecco come coesistono i predatori dei mari
Una nuova ricerca dimostra che diverse specie di squali cacciano in differenti momenti della giornata, creando così una scala gerarchica per la ricerca del cibo
Una nuova ricerca dimostra che diverse specie di squali cacciano in differenti momenti della giornata, creando così una scala gerarchica per la ricerca del cibo
La protezione del nostro pianeta può arrivare solo dalla conoscenza e dalla sua diffusione, che deve portare a una differente cultura le popolazioni: quella della convivenza invece che del saccheggio. È per questo che maggiori informazioni sulla vita degli abitanti del mare possono aiutarci a preservare quanto di meraviglioso abbiamo sul nostro pianeta, che, ricordiamoci, non abbiamo in eredità dai nostri avi ma in prestito dai nostri figli.
Una nuova ricerca, condotta nelle calde acque del Golfo del Messico, ha dimostrato che diverse specie di squali cacciano in differenti momenti della giornata. Si crea così una sorta di scala gerarchica per la ricerca del cibo, nella quale ogni specie ha i suoi orari predefiniti per “fare la spesa” quotidianamente.
Tutto è partito dalla dottoressa Karissa Lear, proveniente dalla Murdoch University in Australia, che si è resa conto, con sua grande sorpresa, di come in alcune ore della giornata fossero attive alcune specie, mentre altre sembravano in pausa. Nell’area in cui stava svolgendo i suoi studi erano in effetti presenti sei specie di squali: i grossi tigre, i grigi, i toro, i pinna nera, i martello giganti e i martello smerlati.
I biologi, però, hanno sempre ritenuto assai singolare che i predatori che condividono un’area possano cacciare a turni, sia che si tratti di animali che vivono sulla superficie terrestre che sotto le onde del mare. Inoltre, era opinione comune che gli squali fossero abituati a inseguire le prede ininterrottamente dall’alba al tramonto, appena se ne presentasse l’occasione.
Il team della dottoressa Lear ha quindi messo dei rilevatori di posizione su 172 squali differenti, collezionando 3766 ore di registrazione, che indicavano il loro genere di attività. Il risultato dello studio, da poco pubblicato sul Biological Sciences Journal della Royal Society, è stato sorprendente: gli squali analizzati hanno periodi distinti di caccia, guidati probabilmente da vincoli fisiologici e da una pressione gerarchica all’interno dei gruppi di squali in competizione.
L’unica sovrapposizione è quella tra le due specie di squali martello, entrambe attive di notte nella caccia ai calamari grazie alla loro visione binoculare. Lo squalo tigre, che rappresenta la specie più grande e aggressiva, sembra aver avuto la meglio sulla scelta dell’orario: mezzogiorno, quando le prede che sono vicine alla superficie sono maggiormente visibili. La mattina è invece prerogativa degli squali toro, il pomeriggio dei grigi e la sera dei più piccoli pinna nera, che in questo modo cercano di evitare il pericoloso incontro con specie più grandi che potrebbero nutrirsi di loro.
Il team ritiene che la scoperta sia fondamentale perché ci permette di comprendere i meccanismi di coesistenza dei predatori e, in questo modo, ci aiuta a preservare e a ripristinare sistemi marini sani e ricchi di tutte le specie animali. Lo sappiamo ormai molto bene: i sistemi naturali degli oceani sono sempre più sotto pressione a causa del riscaldamento globale, dell’inquinamento, delle plastiche e della pesca eccessiva. Per gli squali è sempre più difficile sopravvivere ma comprendere meglio la loro vita e diffondere questa cultura può aiutare sicuramente la loro conservazione.
Argomenti: squali