I grampi tornano nel Ponente Ligure. Tethys li riavvista dopo 5 anni: ecco perché è una bella notizia
I grampi erano di colpo apparentemente scomparsi dalla loro zona consueta nel Ponente ligure. Ora la bella sorpresa per i ricercatori dell’Istituto Tethys, che hanno avvistato un gruppo di questi delfini
I grampi erano di colpo apparentemente scomparsi dalla loro zona consueta nel Ponente ligure. Ora la bella sorpresa per i ricercatori dell’Istituto Tethys, che hanno avvistato un gruppo di questi delfini
Bentornati grampi! Piacevole sorpresa nel mare del Ponente Ligure, dove i ricercatori dell’Istituto Tethys, dopo cinque anni, hanno avvistato nuovamente un gruppo di questi delfini che sembravano essersi allontanati da una zona in cui, invece, la loro presenza è sempre stata consueta.
Da qualche tempo, i delfini della specie Grampus griseus (grampi) erano uno dei “misteri” del Santuario Pelagos, la grande area protetta che si estende dalla Liguria e dalla Costa Azzurra fino alle Bocche di Bonifacio. I grampi, infatti, venivano avvistati con una certa regolarità ogni estate, ma 5 anni fa erano di colpo apparentemente scomparsi dal Ponente Ligure.
Venerdì 10 luglio la bella sorpresa per i ricercatori dell’Istituto Tethys e per gli ospiti a bordo del motorsailer “Pelagos”, che hanno visto un gruppo di questi delfini circa 20 miglia a sud di Sanremo.
Il loro avvistamento è una buona notizia, per i ricercatori è un segnale molto forte. “Erano almeno 15 animali, tra cui due giovani e un piccolo con meno di 40 giorni di vita”, racconta la biologa marina Sabina Airoldi, responsabile del progetto Cetacean Sanctuary Research (CSR), che da oltre 30 anni svolge ricerche su un’area che copre un terzo dell’intero Santuario, con base a Portosole Sanremo.
“In mare balene e delfini non sono distribuiti a caso – aggiunge Caterina Lanfredi, vicedirettore del CSR ed esperta in uso dell’habitat da parte dei cetacei – individuare gli habitat delle varie specie nel Santuario Pelagos e capire le ragioni di eventuali cambiamenti è da sempre tra le priorità della nostra ricerca. In altre parole, l’improvvisa scomparsa dei grampi negli ultimi anni ha rappresentato una sorta di campanello d’allarme“.
Anche per spiegare questo fenomeno, Tethys ha lanciato, nel 2018, un progetto di citizen science, “Cetacei, FAI attenzione!”, realizzato in collaborazione con la Guardia Costiera, con lo scopo di raccogliere dati sugli avvistamenti di cetacei nei nostri mari, rivolto sia ai diportisti che a diverse organizzazioni. Le segnalazioni (che anche quest’anno vengono raccolte su www.cetaceifaiattenzione.it) erano state tantissime, in tutta Italia.
“Per quanto riguarda i grampi – spiega Maddalena Jahoda, responsabile della divulgazione scientifica di Tethys – quelli delle coste della Liguria si erano apparentemente spostati verso est, sopra il canyon del Polcevera di fronte a Genova, come confermato anche da Whale Watch Genova e dal Consorzio Liguria Via Mare“. Alcune settimane fa, infatti, nei pressi di Voltri–Prà venne avvistato un grampo in difficoltà.
Rivedere i grampi, facilmente riconoscibili dai tipici graffi bianchi sul corpo, dopo tanto tempo, è stata un’emozione per i ricercatori Tethys a bordo di “Pelagos”, la barca messa a disposizione da Flash Vela d’Altura, ma soprattutto è un dato importante per la ricerca e per la tutela dei cetacei.
Infatti, una delle tante minacce che incombono sui mammiferi marini è la perdita di habitat, meno clamorosa di una collisione o della cattura in una rete, ma non meno insidiosa e purtroppo spesso legata alla presenza dell’uomo. In pratica, gli animali non riescono più a vivere in una certa zona e sono costretti a spostarsi, con tutte le incognite che ne conseguono. E’ il caso dei grampi?
Il loro, nell’area di studio di Tethys, è un ritorno, ma in una zona leggermente diversa da quella consueta: non come era tipico a 4-7 miglia dalla costa, sopra la scarpata continentale (dove il fondale precipita bruscamente), ma più al largo, in area cosiddetta pelagica.
E’ una reazione al disturbo di origine umana? Competizione con altre specie? Oppure qualcosa sta cambiando per altri motivi? Rappresenta un rischio per gli animali? È quello che i ricercatori cercheranno ora di mettere a fuoco.
Per questo saranno importantissime le immagini riprese dai ricercatori; dalle foto ad altissima risoluzione, realizzate grazie alla collaborazione con Canon, si possono infatti identificare i singoli individui. Come prima cosa, gli esperti di Tethys stabiliranno se sono gli animali conosciuti in precedenza o se invece si tratta di individui nuovi.
“Fondamentale – dice ancora Sabina Airoldi – è stata la collaborazione con la Guardia Costiera e il networking creatosi tra Tethys e gli operatori di Whale watching, gli altri enti di ricerca che operano nel Santuario, le associazioni ambientaliste e le persone che vanno per mare. Ci ha permesso di ottenere dati preziosissimi nell’interesse della salvaguardia dei cetacei dei nostri mari“.
Il progetto Cetacean Sanctuary Research è sostenuto da: Fondazione MAVA, Comune di Sanremo, Portosole Sanremo, Canon, Amer yachts, Olio Carli, Biolù. Le spedizioni in mare per osservare i cetacei sono riprese, anche per il pubblico. Ecco come partecipare.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica, Liguria