Il Lionfish si trasforma in portafogli e sneakers
Tre amici subacquei hanno avuto l’idea di utilizzare la pelle del Lionfish per produrre prodotti sostenibili
Tre amici subacquei hanno avuto l’idea di utilizzare la pelle del Lionfish per produrre prodotti sostenibili
Tutti conoscono il Lionfish o pesce leone: è una specie magnifica, spesso presente negli acquari marini e tra le più fotografate nei mari caldi di tutto il mondo. La sua bellezza nasconde però un pericolo e un segreto poco noto al pubblico.
Il pericolo viene dal veleno nascosto nelle sue pinne, che assomigliano a bianche ali, con il quale si difende dagli attacchi, rende inoffensive eventuali prede di grosse dimensioni e produce ferite assai dolorose per gli esseri umani che dovessero incautamente venirci a contatto.
La sua caratteristica meno nota al grande pubblico, invece, è di essere una specie invasiva e dannosa per l’ambiente. Finito in aree dove un tempo non era presente, come alcune zone dei Caraibi ed il Mediterraneo, è estremamente vorace e si nutre principalmente delle uova e degli avannotti degli altri pesci, turbando pericolosamente l’equilibrio delle altre specie dove è particolarmente diffuso.
Si calcola che un singolo Lionfish sia in grado di uccidere il 79% dei nuovi nati nella parte di barriera dove va a caccia, distruggendo così intere catene alimentari in un periodo temporale di sole 5 settimane. I suoi predatori naturali sono in calo perché a rischio di estinzione, come nel caso delle tartarughe marine, o soggetti a pesca intensiva perché particolarmente amati sulle nostre tavole. Così a Cuba, in Messico e in Florida si sta cercando di limitarne la diffusione tramite delle forme di pesca specifica, soprattutto da parte della comunità subacquea.
Adesso siamo probabilmente di fronte ad una svolta. Potere della ricerca, dei soldi e dell’industria. Tre amici, appassionati subacquei nordamericani, hanno avuto un’idea per arginare l’invasione del Lionfish nelle acque della Florida e dei Caraibi: utilizzare la pelle del pesce leone per produrre prodotti sostenibili. Creata la società Inversa Leathers, sono riusciti a trasformarla in reltà cercando e trovando soci per la commercializzazione del loro innovativo prodotto. Chi avrebbe mai pensato che una specie invasiva come il Lionfish potesse essere sfruttata per realizzare portafogli, borsette e persino scarpe da ginnastica?
Inversa è stata così in grado di creare un prodotto più che sostenibile, utilizzando pelle rigenerata di una specie invasiva e ormai unicamente dannosa, con consumi energetici, di acqua e prodotti chimici altamente ottimizzati. I partner che si sono rivolti a loro sono la Teton Leather Company, affermata società statunitense produttrice di articoli di fascia alta nel segmento della pelletteria, con portafogli, borsette e cinturini per orologi adesso anche di origine eco-positiva, e la P448.
Quest’ultima è una società tutta italiana specializzata nella realizzazione di sneakers a basso impatto ambientale con pelli alternative o di origine sintetica e in alcuni casi in grado di ottenere addirittura la certificazione di prodotto vegano al 100%. In questo caso, invece, verrà utilizzato un pellame naturale che protegge l’ambiente, usando una specie animale invasiva e dannosa per le barriere coralline.
L’idea non è sfuggita alle organizzazioni che salvaguardano l’ambiente, come la NOAA. In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, Inversa è stata nominata come uno dei nove finalisti dell’Ocean Resilience Innovation Challenge (ORIC), premio organizzato dall’Ocean Risk and Resilience Action Alliance (ORRAA), che fornisce aiuti, formazione e anche finanziamenti per aiutare i progetti promettenti a crescere.
“La Inversa Leathers – ha spiegato la società – produce la prima pelle rigenerativa al mondo. Realizzata con l’invasivo pesce leone, che può distruggere la vita marina locale, Inversa Leathers aiuta a risolvere una crisi ambientale e aiuta la moda ad essere più sostenibile. Inversa Leathers ha sede in Florida ma il progetto selezionato creerà cooperative di pesca ben attrezzate a Quintana Roo, in Messico, sottoscrivendo il rischio dei pescatori con una garanzia catch-to-cash del 100%, finanziando anticipatamente le spese relative all’attrezzatura per cacciare e catturare i pesci leone e offrendo incentivi premium e tempi di pagamento tempestivi”.
A volte il destino è proprio beffardo. Belli, pericolosi e dannosi, alcuni di loro diventeranno solo belli, anche se in una forma che sicuramente non avrebbero potuto immaginare.
Fonti foto: Paolo Ponga, INVERSA, Financial News, Teton Leather Company