Ecco il mondo sottomarino visto con gli occhi di una tartaruga
I ricercatori del Cape Eleuthera Institute delle Bahamas hanno realizzato un sistema per filmare la vita delle tartarughe marine
I ricercatori del Cape Eleuthera Institute delle Bahamas hanno realizzato un sistema per filmare la vita delle tartarughe marine
Vi siete mai chiesti come possa essere il mondo sottomarino visto con gli occhi di una tartaruga? Adesso è possibile saperlo grazie ai ricercatori del Cape Eleuthera Institute delle Bahamas, che si sono posti la stessa domanda e hanno realizzato un progetto incredibile.
Il team, diretto dal dottor Nathan Robinson, ha infatti ideato il “TurtleCam Project“, un sistema per filmare la vita delle tartarughe marine. Lo strumento, chiamato TurtleCam, è costituito da una piccola telecamera subacquea, un radiotrasmettitore e una coppia di galleggianti di schiuma riciclabile attaccati al guscio di una tartaruga verde mediante della colla, che dopo poco tempo si consuma, rilasciando la struttura sulla superficie del mare.
La ricerca, finanziata da diversi enti tra cui l’agenzia statunitense Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), ci permette quindi di osservare uno di questi magnifici animali mentre è a caccia di cibo, interagisce con altre specie marine o litiga con un’aggressiva tartaruga hawksbill. In questo modo il dottor Robinson è riuscito a raccogliere centinaia di ore di riprese subacquee che ritiene possano fornire una visione unica del comportamento delle tartarughe delle Bahamas e della loro interazione con l’ambiente.
“In tutto il mondo – ha affermato il dottor Robinson durante un’intervista – nascono iniziative per cercare di proteggere le aree marine ma non sappiamo quali tra queste abbiano la priorità o siano più efficaci ed è difficile prendere buone decisioni. Il tipo di dati che ci manca è proprio quello che possiamo ottenere dai filmati TurtleCam”.
Nathan Robinson è diventato famoso nel 2015 per un video girato in Costarica e visualizzato su YouTube da 40 milioni di persone. Durante una spedizione il ricercatore ha trovato una tartaruga sofferente per un oggetto estraneo inserito in una narice, che ad una prima analisi pareva simile al corpo di un verme marino (tube worm).
Ha provato quindi ad estrarlo e si è reso conto che si trattava di una cannuccia di plastica monouso lunga 10 cm, una di quelle utilizzate per i succhi di frutta o certe bibite. D’altronde, come ben sappiamo, i nostri oceani sono pieni di plastica non riciclabile, con la quale la vita marina deve fare giornalmente i conti. Il video è molto forte e ne sconsiglio la visione alle persone più sensibili.
Paolo Ponga
Argomenti: #subacquea, Daily Nautica