Il viaggio delle orche da Genova allo Stretto di Messina. Ma una forse è morta
Ha nuotato per circa 800 chilometri in una settimana il pod di orche rimasto per 18 giorni a Genova. Non si è più vista, però, l’orca che già a Genova era apparsa sottopeso e malata
Ha nuotato per circa 800 chilometri in una settimana il pod di orche rimasto per 18 giorni a Genova. Non si è più vista, però, l’orca che già a Genova era apparsa sottopeso e malata
Per le orche venute dall’Islanda non è ancora tempo di tornare a casa. Dopo aver lasciato Genova, in una settimana hanno nuotato per circa 800 chilometri, una distanza decisamente plausibile secondo gli esperti, e venerdì 27 dicembre sono state avvistate nello Stretto di Messina.
Il video che vi proponiamo contiene le immagini inviate dal pescatore sportivo Simone Vartuli all’associazione Marecamp onlus, dove si può notare il pod di tre orche, tra cui un maschio adulto, avvistato nello Stretto di Messina, forse mentre cerca di alimentarsi e poi quasi a sfiorare l’imbarcazione del pescatore messinese. Il secondo spezzone, invece, è stato girato da Fausto Massimo nel pomeriggio di venerdì 27 dicembre, proprio nelle stesse ore in cui alcuni dicono di aver visto quattro pinne dorsali e non tre.
Nelle immagini più ravvicinate, invece, si notano chiaramente soltanto tre orche. “Una notizia molto preoccupante sulle orche – sottolinea Sabina Airoldi, ricercatrice dell’Istituto Tethys – che ieri erano nello Stretto di Messina e sono state filmate da Simone Vartuli, che ha girato la segnalazione a Marecamp che ringrazio molto per averci avvisati. Secondo il pescatore sportivo, che ha trascorso oltre due ore ad osservare gli individui, le orche erano solo tre. Se ciò dovesse essere confermato sarebbe importante capire se l’esemplare mancante sia Dropi, l’individuo che già ai primi di dicembre mostrava un forte dimagrimento e aveva destato forte preoccupazioni nella comunità scientifica per le sue condizioni fisiche“.
L’associazione Marecamp ha iniziato un’attività di monitoraggio nelle acque antistanti Catania e si manterrà in continuo contatto con la Guardia Costiera. Due biologi marini dell’associazione osserveranno invece lo Stretto di Messina da terra, per poter segnalare il pod qualora fosse ancora nelle vicinanze.
Qualora qualche diportista dovesse avvistarle, l’invito rilanciato dai biologi è di non avvicinarsi, mantenere una cauta navigazione e chiamare il Numero Blu 1530, informando immediatamente la Guardia Costiera.
Giuseppe Orrù
Argomenti: Daily Nautica